SPERANZA DI SOPRAVVIVERE - BERSANI E D’ALEMA AFFIDANO AL CAPOGRUPPO ROBERTO SPERANZA LA FINTA-GUIDA DEL CORRENTONE SINISTRO “AREA RIFORMISTA”

Carlo Bertini per "la Stampa"

Per usare una metafora, invece di una discesa libera il premier è costretto a fare uno slalom. È questo il percorso a ostacoli che Renzi è costretto a compier da qui al primo appuntamento con le urne per lui più significativo.

Lo schema di accordo con la minoranza Pd sulla riforma del Senato è già imbastito ed è un buon viatico per una settimana cruciale dal punto di vista del premier che a questa riforma attribuisce un valore simbolico tale da legarla alla sua carriera politica. Un accordo che andrà incontro anche alle istanze di altri partiti, lega, Forza Italia, Ncd e che serve a spianare la strada per poter percorrere agevolmente l'ultimo miglio della campagna elettorale.

Ad un prezzo, quello del rinvio di qualche settimana del primo giro di boa in Senato, che Renzi aveva in realtà già messo nel conto da un mese, consapevole che il fronte di esistenza si sarebbe coagulato attorno alla volontà comune dei suoi avversari politici di non fargli portare a casa il risultato principale entro l'election Day di europee e comunali.

Ma questa settimana segnerà una svolta anche nei rapporti tra il premier e il suo partito, alla luce di una ristrutturazione interna di quella minoranza che alle primarie prese solo il 18% ma che tra gli iscritti e nella base raccoglie maggiori consensi.

I giovani quarantenni ex ds lanciano una nuova corrente, "area riformista", che raccoglie più di cento parlamentari bersaniani e dalemiani, una corrente che farà capo al capogruppo Roberto Speranza, e che si pone in uno spirito di collaborazione, pur critica, con questo governo.

E che l'asse tra maggioranza renziana e giovani speranziani sia saldo fin dalla partenza lo dimostra il fatto che oggi al primo evento pubblico della corrente all'eliseo, parteciperà in un ruolo di interlocutore protagonista anche il plenipotenziario di Renzi, cioè il vicesegretario Lorenzo Guerini.

Insomma anche sul senato la minoranza Pd è riuscita a strappare al premier alcune modifiche, ottenendo un passo avanti sull'elezione, pur indiretta, dei senatori, così come avvenne per la legge elettorale, quando si costrinse il governo a renderla operativa solo per la Camera.

Con il paradosso che le due richieste sono tra loro in contraddizione, il che non impedisce alla minoranza di rivendicare il risultato politico, con un occhio già rivolto alla prossima battaglia sull'italicum per le preferenze e la parità di genere. Lo slalom del premier - che sembra sapersi muovere tra i paletti che gli vengono piantati in corsa - andrà avanti dunque ben oltre lo snodo elettorale di fine maggio.

 

MASSIMO DALEMA PIERLUIGI BERSANI PIERLUIGI BERSANI MASSIMO DALEMA LORENZO GUERINIRoberto Speranza IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI

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