joe biden bibi netanyahu in israele

BIDEN HA COMMISSARIATO NETANYAHU – DOMENICO QUIRICO: "LE SCELTE MILITARI DI GERUSALEMME SONO LEGATE AGLI ORDINI AMERICANI: RINVIO DELLA PUNIZIONE DISTRUTTIVA DI HAMAS CON INVASIONE DI GAZA, IL SÌ ALLA APERTURA DEL CORRIDOIO DALL'EGITTO CON GLI AIUTI ALLA POPOLAZIONE PALESTINESE CHE ISRAELE RIFIUTAVA E PERFINO LA MODERAZIONE DAVANTI ALLE PROVOCAZIONI DI HEZBOLLAH SULLA FRONTIERA NORD" - "NETANYAHU HA ASSISTITO INERTE ALLA TRATTATIVA DI WASHINGTON CON I JIHADISTI PER..."

Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “La Stampa”

 

JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU

La parte più intima e profonda di Israele, quella che gli antichi chiamavano anima dei popoli, ciò che l'ha tenuto in vita da settantacinque anni, tra zig zag di arroganze e androlatrie, conversioni e riconciliazioni, sconfitte modeste e vittorie pericolose, la sua Storia che sta al di la delle date e al di qua dei nomi, è la sua invulnerabilità. Israele è una terra arata da una idea fissa che è stata, fino a oggi, realtà: la terra degli ebrei è invulnerabile.

 

Certo può subire le ferite sanguinose degli attentati, perfino esser sconfitta talora sul campo di battaglia, ma questo avviene nelle sabbie lontane del Sinai all'inizio della guerra del Kippur o nelle trappole di Hezbollah in Libano. Ma il suolo di Israele dopo il 1948 restava inviolabile.

 

JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU

La sua potenza fatta di tecnologia, intelligenze, economia, modernità, efficienza militare, granitica unità umana di fronte al pericolo non può essere piegata. I suoi nemici, certo, sono terribili, i moderati vogliono distruggerlo politicamente, gli estremisti fisicamente. Non a caso nel suo periodo realistico il sionismo si considerava un movimento di superstiti. Per i sopravvissuti Israele significava vita, non potere politico […]

 

Di questa barriera infrangibile a poco a poco si sono convinti gli stessi Stati arabi. Solo per questa ragione, e per le necessità interne di potere dei loro discutibili "raiss'', hanno accettato di metter tra parentesi i vecchi piani annientatori: «Non riusciremo mai a invadere Israele e dunque cerchiamo di monetizzare un fatto compiuto, lucrando sulla nostra inevitabile' "moderazione", Washington ci paga per questo».

 

BENJAMIN NETANYAHU JOE BIDEN

Chiamiamo questa certezza, messa alla prova da tre guerre classiche e dallo stillicidio del vecchio terrorismo arabo palestinese, la deterrenza di Israele. Detto in altro modo, lo Stato ebraico è una potenza in grado di tenere a bada e sconfiggere tutti i nemici che la circondano, il suo capitale più prezioso: molto più dell'arsenale atomico che anche in questa parte del mondo è stato, finora, una non arma. La possibilità di utilizzarla scivolava verso possibilità così estreme che la deterrenza "normale" rendeva inimmaginabili.

 

terroristi di hamas sparano contro i partecipanti del festival supernova in fuga 4

Il santuario per genti perseguitate era diventato dunque uno Stato forte, con un esercito. Consapevole che i paesi liberi, l'Occidente, sono bizzarramente letargici per quanto riguarda la libertà degli altri, amici compresi. Dopo la pericolosa vittoria totale della Guerra dei sei giorni e ancor più con l'avvento della destra di Netanyahu al potere, la consapevolezza della forza è diventata una deriva autistica per cui tutto dipende solo dalla propria volontà. Ma il senso di invulnerabilità reggeva in questa fitta nebbia che ha avviluppato spesso la politica israeliana. Fino a sabato 7 ottobre, fino all'attacco sanguinoso e vittorioso di Hamas.

 

HEZBOLLAH

La deterrenza di Israele, la certezza di essere intoccabile si è frantumata. Non esiste più. Non è una ferita, è un vuoto. Il Muro è caduto. D'ora in poi quando gli israeliani penseranno a sé stessi toccheranno quel vuoto. […]

 

Tzahal resta un esercito considerevole, l'aviazione israeliana non ha rivali in questa parte del mondo, forse perfino Mossad e Shin bet, i servizi di sicurezza e di spionaggio, ritroveranno i fili smarriti della loro mitologica capacità analitica. Tornerà l'ora della normalità, della assurda quiete, della salvezza. Ma il silenzio della intoccabilità ribadirà: quel sabato di ottobre hai scoperto la tua assenza, il tuo vuoto, hai scoperto chi sei. La storia di Israele riparte da zero. Sarà ardua.

 

attacco di hamas al kibbutz di be eri

Questa nuova fragilità si è manifestata subito, e nel rapporto con il grande alleato, gli Stati Uniti. Nella deterrenza israeliana un punto chiave era il non dipendere per sopravvivere da nessun altro, neppure dalle scelte politiche e militari di questo perpetuo intruso, dagli umori dei presidenti. Non esser insomma un Vietnam o un Afghanistan che «l'impero nascosto» può sacrificare come carta straccia.

 

[…] Con il viaggio di Biden, non a caso forse limitato alla sola tappa israeliana, il rapporto è cambiato. Le scelte anche quelle militari di Gerusalemme sono ora legate agli ordini americani: rinvio della annunciata punizione distruttiva di Hamas con invasione di Gaza, il sì alla apertura del corridoio dall'Egitto con gli aiuti alla popolazione palestinese che Israele rifiutava, perfino la moderazione di fronte alle provocazioni di Hezbollah sulla pericolosa frontiera nord.

 

attacco di hamas al kibbutz di be eri 3

Netanyahu ha assistito inerte alla trattativa di Washington con i jihadisti per riportare a casa due ostaggi americani, con smodati ringraziamenti per la mediazione dell'emirato canaglia del Qatar, burattinaio di Hamas e di molti micidiali arruffapopoli di questa parte del mondo. Che cosa resta del giuramento di cancellare la jihad palestinese dalla faccia della terra, della nuova fascia di sicurezza spezzando a metà Gaza, dell'imperativo: con una organizzazione di assassini non si tratta?

 

Nel 1956 un furibondo Eisenhower obbligò gli israeliani che erano giunti fino al canale di Suez a tornare indietro. L'attacco a Nasser, al fianco del moribondo colonialismo anglo-francese, metteva in pericolo la strategia di impedire l'irrompere dell'Unione Sovietica nella regione.

HEZBOLLAH

 

La logica dello scontro bipolare, non la sopravvivenza di Ben Gurion, muoveva Washington. Oggi agli Stati Uniti, in ritirata su tutti i fronti, interessa non avere problemi su questo fronte che non affrontare altri tempi bui. I leader arabi incapaci di tutto meno che di vendersi e riempire le galere, sono già sotto controllo. Ora lo è anche il fragile Israele.

valico di Rafah - gaza egitto bambino ferito all ospedale al alhi di gaza valico di Rafah - gaza egitto esplosione all ospedale al alhi di gaza 2CARRI ARMATI ISRAELIANI VERSO GAZA gaza chiesa ortodossa colpitaGAZA CITYGAZA CITYGAZA CITYferiti all ospedale al alhi di gaza

Ultimi Dagoreport

pier silvio berlusconi marina giorgia meloni sergio mattarella antonio tajani matteo salvini

AZZ! LA DUCETTA CI STA PENSANDO DAVVERO DI PORTARE L’ITALIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026 - PERCHÉ TANTA URGENZA? NON C’ENTRANO SOLO GLI SCAZZI CON IL TRUMPUTINIANO SALVINI, LA CERTEZZA DI AVER RAGGIUNTO, NELLO STESSO TEMPO, L’APICE DEL CONSENSO E IL MASSIMO DISGREGAMENTO DELL'OPPOSIZIONE: MA ANCHE LA CONSAPEVOLEZZA, TRA DAZI E INFLAZIONE, DI UN PROSSIMO FUTURO ECONOMICO ITALIANO MOLTO INCERTO - E PRIMA CHE SOPRAGGIUNGA UN CROLLO DI CONSENSI, MEJO COGLIERE IL MOMENTO PROPIZIO, DA QUI ALLA PRIMAVERA 2026, PER CONSOLIDARE IL GOVERNO (SEMPRE CHE MATTARELLA DECIDA DI SCIOGLIERE LE CAMERE) – ALTRA ROGNA PER GIORGIA E' IL FUTURO DI FORZA ITALIA: I PARLAMENTARI CHE FANNO CAPO A MARINA BERLUSCONI SCALPITANO DA UN PEZZO PER UN GOVERNO PIU' LIBERAL ED EUROPEISTA. MA UN SOSTITUTO DELL'INETTO TAJANI NON SI TROVA (ANNI FA IL CAV. L'AVEVA INDIVIDUATO IN GUIDO CROSETTO) - L'ULTIMO FORTE STIMOLO CHE SPINGE LA PREMIER AD ANDARE AL VOTO NELLA PRIMAVERA 2026 POTREBBE ESSERE ANCHE QUESTO: SAREBBE UN GOVERNO MELONI NEL 2029 A GESTIRE IN PARLAMENTO L'ELEZIONE DEL NUOVO CAPO DELLO STATO (E L'UNDERDOG GIORGIA FRA DUE ANNI FESTEGGERA' QUEL MEZZO SECOLO NECESSARIO PER SALIRE SUL COLLE PIU' ALTO...) 

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO