vladimir putin joe biden

BIDEN QUESTA VOLTA L’HA COMBINATA GROSSA – IL PRESIDENTE AMERICANO VA IN TILT SULLA CRISI UCRAINA E DIMOSTRA (SE CE NE FOSSE ANCORA BISOGNO) CHE ELEGGERE UN OTTUAGENARIO IN AVANZATO STATO DI DECOMPOSIZIONE NON È STATA UNA GRANDE IDEA. HA DETTO DI ESSERE CERTO CHE PUTIN “MUOVERÀ” VERSO L’UCRAINA, SALVO POI FAR VEDERE CHE GLI STATI UNITI NON SAPREBBERO COME RISPONDERE – IL POVERO SEGRETARIO DI STATO BLINKEN OGGI INCONTRA LAVROV E DOVRÀ METTERCI UNA PEZZA

ANTONY BLINKEN SERGEI LAVROV

1 - UCRAINA: INIZIATI A GINEVRA I COLLOQUI LAVROV-BLINKEN

(ANSA) - Sono iniziati i colloqui a Ginevra tra il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov e il segretario di Stato Usa Antony Blinken sullo sfondo delle tensioni attorno all'Ucraina: lo riporta l'agenzia russa Ria Novosti.

 

2 - LAVROV A BLINKEN, 'NON MI ASPETTO SVOLTE OGGI MA RISPOSTE'

(ANSA) - Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, all'inizio dell'incontro a Ginevra con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, ha dichiarato di non aspettarsi una svolta dai colloqui di oggi sullo sfondo delle tensioni attorno all'Ucraina ma di aspettarsi delle risposte alle "garanzie di sicurezza" chieste da Mosca. Lo riporta la Tass.

 

incontro virtuale joe biden vladimir putin

"Durante la sua visita in Europa, in una delle sue recenti dichiarazioni lei ha menzionato il fatto che non vi aspettate una svolta da questo incontro, neanche noi ci aspettiamo una svolta da questo incontro ma ci aspettiamo risposte alle nostre proposte", ha detto Lavrov secondo la Tass.

 

ATTACCO HACKER AI SITI DEL GOVERNO UCRAINO

3 - BLINKEN AVVERTE LAVROV, RISPOSTA FORTE SE INVADETE UCRAINA

(ANSA-AFP) - Gli Stati Uniti stanno ancora cercando una "soluzione diplomatica" sull'Ucraina. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken al ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov nel loro incontro a Ginevra, assicurando tuttavia "una risposta rapida e forte" nel caso di un'invasione da parte di Mosca.

 

Truppe russe al confine

 

4 - UCRAINA, APERTO IL PRIMO FRONTE GLI USA CONTRO LE FAKE NEWS RUSSE

Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per "la Stampa"

 

«Negli ultimi mesi la Russia ha intensificato le operazioni di disinformazione con l'obiettivo di destabilizzare gli Stati vicini, minare l'unità dell'alleanza occidentale e creare un pretesto per invadere l'Ucraina.

 

E questo non va nella direzione della de-escalation» che Washington chiede a Mosca per continuare sulla strada della diplomazia, ha detto un alto funzionario del Dipartimento di Stato in un briefing.

soldati russi

 

Gli statunitensi temono il ripetersi del passato quando le invasioni in Georgia nel 2008 e le mani sulla Crimea nel 2014 erano state precedute da una fortissima campagna di falsificazione volta a creare in patria un sentimento di «ineluttabilità» degli attacchi russi e all'estero una narrazione diversa delle vicende in modo da trovare consensi.

 

Washington considera il fronte dell'informazione un aspetto non secondario nella vicenda ucraina anche perché - come sottolineano i funzionari - «quello cui stiamo assistendo sono operazioni concordate e molte ampie la cui regia è direttamente dell'Fsb», i servizi segreti russi.

 

(…)

 

antony blinken joe biden vladimir putin sergei lavrov

5 - UCRAINA TRA DUE FUOCHI LA GAFFE DI BIDEN SVELA LE DIVISIONI DI NATO E UE

Gian Micalessin per "il Giornale"

 

Stavolta Sleepy Joe - «Joe l'addormentato», come lo chiama Trump - si è assopito davvero. Anzi peggio, è andato in «tilt» sull'argomento più delicato, quella crisi ucraina che minaccia, nel migliore dei casi, di riaccendere la guerra fredda in Europa e, nel peggiore, d'innescare un devastante conflitto tra Nato e Russia.

 

Le aree di ammassamento delle truppe russe al confine con Ucraina

Ma l'aspetto più sconcertante della disastrosa conferenza stampa di mercoledì alla Casa Bianca è stata la confusione di Biden nello spiegare la linea statunitense, l'incertezza nel delineare una chiara reazione alle mosse russe e, infine la sconcertante ammissione di un evidente scollamento rispetto agli alleati europei. Insomma un vero e proprio «harakiri» alla vigilia del cruciale incontro di oggi, a Ginevra, tra il Segretario di Stato Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.

truppe russe a smolensk

 

Una défaillance a cui il Segretario di Stato ha cercato di mettere una pezza, ieri, durante gli incontri a Berlino con i sempre più scettici alleati di Gran Bretagna, Francia e Germania. Ma incominciamo dagli svarioni inanellati da Biden mercoledì sera. Il presidente, prima si dice certo che Putin «muoverà» verso l'Ucraina, poi inizia a cavillare distinguendo tra «un'incursione minore che ci porterebbe a dividerci sul cosa fare e cosa non fare» e uno scenario in cui «le forze russe attraversano il confine uccidendo i combattenti ucraini».

CONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDEN

Un distinguo politicamente e strategicamente disastroso, interpretato dagli avversari repubblicani, e da molti giornalisti, alla stregua di «un semaforo verde che offre a Putin l'occasione di entrare in Ucraina a suo piacere».

 

navi russe in crimea

Tanto da costringere poi il presidente a dover precisare che qualsiasi ingresso di militari russi in Ucraina sarebbe una «invasione». La ciliegina sulla torta è però la rassegnazione con cui Biden ammette che alla fine la reazione americana dipenderà da «quello che lui (Putin, ndr) farà» e «dalla misura in cui riusciremo a ottenere l'unità sul fronte della Nato». Uno svarione ancor più grave perché il Comandante in Capo ammette di essere in balia delle mosse avversarie e di guidare un'Alleanza Atlantica divisa e poco disposta a seguire gli Stati Uniti non solo sul fronte dell'appoggio militare all'Ucraina, ma persino su quello delle sanzioni economiche.

 

vertice biden putin sull ucraina

Divisioni evidenziate qualche ora prima da un Emmanuel Macron che presentando il semestre di presidenza francese all'Europarlamento ha sottolineato come sia vitale per l'Europa intavolare «un proprio dialogo con Mosca». Un evidente distinguo rispetto alla pretesa di Washington di monopolizzare i colloqui con Mosca escludendo i paesi europei. Un distinguo, ma anche un pretesto per rilanciare i negoziati del cosiddetto «format Normandia». Negoziati alternativi alla trattativa americana in cui la Francia gioca un ruolo cruciale al fianco di Germania, Ucraina e Russia.

Biden Putin

 

Ma il vero ventre molle della Nato è però quella Berlino in cui Blinken incontra, ieri, il ministro degli Esteri e leader verde Annalena Baerbock. Un ministro considerato filo atlantista, ma chiamato a far i conti con un premier Olaf Scholz allineato alle posizioni di una socialdemocrazia tedesca da sempre aperta e disponibile nei confronti della Russia. Posizioni condivise non solo da una larga parte dell'opinione pubblica, ma anche da un mondo industriale e da vasti settori dell'opposizione cristiano democratica della Cdu assai poco propensi a condividere le richieste statunitensi di armare l'Ucraina o appoggiare l'esclusione della Russia dal circuito bancario «swift».

antony blinken joe biden vladimir putin sergei lavrov

 

Un'esclusione che bloccherebbe ogni transazione finanziaria con Mosca costringendo la Germania a rinunciare a oltre 23 miliardi annui di esportazioni e a cercare altrove quel gas russo che rappresenta il 47 per cento del suo consumo annuo. Insomma Blinken può anche auspicare come ha detto dopo l'incontro con la Baerbock - «di affrontare la Russia agendo insieme ed esprimendoci con una sola voce». Il difficile sarà farlo credere allo stagionato e coriaceo Sergey Lavrov.

Soldato ucraino 3Volodymyr Zelensky 2Volodymyr Zelensky

 

Soldato ucraino 2Soldato ucrainoAereo in esercitazioneJen Psakiambasciata usa a mosca Carri armati ucrainiescalation militare tra russia e ucraina

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