1. BISIGNANI: “DE BORTOLI HA SPARATO CONTRO RENZI PER UN IMPETO DI ORGOGLIO. È UN DIRETTORE CON LA DATA DI SCADENZA, SENZA NEPPURE UN EDITORE DI RIFERIMENTO” 2. “QUELL’EDITORIALE DÀ UN BEL VANTAGGIO A RENZI CHE ORA PUÒ DIMOSTRARE CHE STA LOTTANDO CONTRO (PRESUNTI) POTERI FORTI PER CAMBIARE IL NOSTRO PAESE: I POLITICI, I MAGISTRATI, ORA ANCHE IL CORRIERE. INVECE A NAPOLITANO NON SARÀ PIACIUTO’’ 3. IN ITALIA I POTERI FORTI NON ESISTONO PIÙ, CI SONO SOLO TANTI POTERI DEBOLI. E POI I POTERI FORTI SI MUOVONO CON ALTRI STRUMENTI. BERLUSCONI FU MESSO FUORI GIOCO DALLO SPREAD. LA FINANZA INTERNAZIONALE MICA SI AFFIDA AL DIRETTORE DI UN QUOTIDIANO” 4. “RENZI SI PREOCCUPI PIÙ DI WOLFGANG MUNCHAU, UNO DEI PIÙ IMPORTANTI COMMENTATORI DEL ‘’FINANCIAL TIMES’’ CHE DESCRIVE L’ITALIA A RISCHIO DEFAULT, CHE DI DE BORTOLI” 5. “DE BORTOLI MASSONE? NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO, FORSE SÌ. IO GRAN CAPO DI LOGGE EUROPEE. E LUI MAGARI A CAPO DI UNA LOGGIA COPERTA CATTOLICA DI RITO LOMBARDO”

Alberto Di Majo per “Il Tempo

 

Dottor Bisignani, secondo l’ex ministro Gentiloni nell’editoriale di due giorni fa Ferruccio De Bortoli si riferiva a lei e non a Renzi.

«Questa mi pare davvero incredibile. Preferirei non parlare di De Bortoli».

MARCHIONNE AL MEETING DI RIMINIMARCHIONNE AL MEETING DI RIMINI

 

Ma visto che anche Gentiloni la tira in ballo, non può sottrarsi. Non pensa che De Bortoli potrebbe avere lo stesso destino del protagonista del suo ultimo libro, anche lui direttore di un importante quotidiano nazionale, che le prova tutte per restare in sella, si divincola tra potenti e morti, e alla fine ce la fa?

«Il personaggio del mio romanzo, Mauro De Blasio, è un gattopardo che esce dalla mia fantasia e come tale, resta sempre in scena. De Bortoli non c’entra niente».

 

Non le sembra curioso l’attacco che il direttore del Corriere della Sera ha sferrato contro il premier Renzi? Non mi dica che pensa anche lei, come altri, che ci sia un mandante...

«Quando c’era un omicidio o un altro grave fatto di cronaca e qualcuno chiedeva a Giulio Andreotti chi fosse il mandante, lui rispondeva "cercatelo in casa". Questo è vero soprattutto quando si tira per di più in ballo la massoneria come ha fatto nel suo articolo De Bortoli. Il mandante è De Bortoli stesso».

 

Su «Il Giornale» Sallusti ha attaccato il direttore del Corriere: «Da che loggia viene la predica» ha scritto. Ma De Bortoli è massone?

FERRUCCIO DE BORTOLI FERRUCCIO DE BORTOLI

«Bisognerebbe chiederlo a Sallusti. Mi viene da rispondere sorridendo. Nell’immaginario collettivo, come per me, forse sì. Io gran capo di logge europee. E lui magari a capo di una loggia coperta cattolica di rito lombardo».

 

L’articolo del direttore del Corriere le sembra una mossa ragionata o disperata?

«Mi sembra che De Bortoli sia un uomo solo e, come dice lui, senza neppure un editore di riferimento».

 

E perché ha «sparato» contro Renzi?

«Per un impeto di orgoglio. L’articolo che ha scritto è una prova di forza e di grande vitalità dopo un’estate non esaltante, con momenti per lui anche difficili, così come succedeva ad un altro grande del Corriere che ho conosciuto».

 

Senza nome non è una notizia...

«Nessuna difficoltà. Il grande, grandissimo Montanelli passava mesi di grande solitudine».

 

Pensa che De Bortoli abbia cercato di riposizionarsi politicamente?

bisignani interna bisignani interna

«Non lo so davvero. Forse sta cercando un altro posto di lavoro e pensa che Renzi non potrà portarlo né alla Rai né a fare il sindaco di Milano. Gli resta sempre un ottimo rapporto con Carlo De Benedetti che non mi pare sia in sintonia con l’azione del premier».

 

Magari voleva strizzare l’occhio agli antirenziani che stanno aumentando. No?

«Non credo proprio. Il suo attacco al premier è un fatto personale. De Bortoli cerca anche di riavvicinarsi alla redazione che in questo momento ricorda un po’ la Libia, piena di faide che si confrontano senza una direzione».

 

 Wolfgang Munchau Wolfgang Munchau

Dunque tenta di rimanere in campo.

«Firmata la liquidazione si riprende la scena e lo fa con coraggio togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. Del resto l’idea che lui potesse passare un semestre bianco in Via Solferino è stata sempre un po’ ridicola».

 

Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca. Non è che De Bortoli ha fiutato che Renzi sarà presto ridimensionato?

«Io non ci credo. Penso che siano soltanto voci. Anzi sono certo che ci porterà presto al voto e vincerà alla grande».

 

E Berlusconi glielo permetterà?

«Certo che sì, altrimenti rottamerà anche lui come ha fatto con tanti altri».

 

Comunque a Renzi non avranno fatto piacere le accuse del direttore del Corriere.

renzi e marchionne al council on foreign relations  renzi e marchionne al council on foreign relations

«Tutt’altro. Quell’editoriale dà un bel vantaggio al premier che in questo modo può dimostrare che sta lottando contro (presunti) poteri forti per cambiare il nostro Paese: i politici, i magistrati, ora anche il Corriere. Invece a Napolitano non sarà piaciuto».

 

Perché «presunti» poteri forti?

«Perché in Italia i poteri forti non esistono più, ci sono soltanto tanti poteri deboli. E in ogni caso i poteri forti si muovono con altri strumenti, come è successo a Berlusconi messo fuori gioco dallo spread. La finanza internazionale mica si affida al direttore di un quotidiano».

 

Dunque Renzi dovrebbe gioire delle valutazioni di De Bortoli?

«Intanto Renzi ha incassato il consenso di Marchionne. Quest’ultimo ha addirittura precisato che "abitualmente" non legge De Bortoli e ha definito molto coraggioso il premier. In ogni caso Renzi deve preoccuparsi più di Wolfgang Munchau, uno dei più importanti commentatori del Financial Times che descrive l’Italia a rischio default, che di De Bortoli».

Silvio  Berlusconi Silvio Berlusconi

 

A proposito di Renzi, sembra che a casa sua riscuota grandi consensi. Sua figlia Lucrezia ha avuto pubblicamente parole di stima verso il premier.

«Mia figlia, renziana della primissima ora, lavora nella Silicon Valley dove l’ha incontrato nei giorni scorsi e ha introdotto in un breve speech un concetto che non avevo afferrato, quello di "generazione Leopolda", l’evoluzione web della generazione Erasmus. In effetti tanti giovani guardano a Renzi come all’unica possibilità di cambiare il Paese. Anche mia madre, che di anni ne ha quasi 90, sorride al premier».

 

LUCREZIA BISIGNANI LUCREZIA BISIGNANI

Dicono che una volta lei abbia risposto a sua figlia che ha tentato di convincerla del valore di Renzi: «Non cambio idea facilmente». Adesso per caso l’ha cambiata?

«Io resto andreottiano. Ma sono ammirato del suo coraggio e della sua energia».

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…