draghi orlando

QUESTA NORMA NON CIG CONVINCE - DRAGHI E ORLANDO PROVANO LA MOSSA A SORPRESA SUL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI CHE SCADE IL 30 GIUGNO: SARÀ PROROGATO AL 30 OTTOBRE SOLO PER LE AZIENDE PIÙ IN DIFFICOLTÀ, CIOÈ QUELLE CHE HANNO FATTO RICORSO AL MAGGIOR NUMERO DI ORE DI CASSA INTEGRAZIONE - SINDACATI SCONTENTI, ANCHE NEL M5S SERPEGGIANO I DUBBI: IL PREMIER PROVA A COMPATTARE I PARTITI NELLA CABINA DI REGIA A PALAZZO CHIGI...

Carlo Bertini per "La Stampa"

 

DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO

Ammorbidire la reazione dei sindacati e tacitare le richieste dei partiti della sua maggioranza sul tema più spinoso per chi è a caccia di voti per le comunali, il lavoro. Mario Draghi punta a centrare entrambi gli obiettivi, chiudendo oggi in una cabina di regia un accordo sul nodo che ha davanti: quello dei licenziamenti e del conflitto sociale che può derivarne.

 

Il premier oggi pomeriggio riunisce i capi delegazione dei partiti, in vista del consiglio dei ministri previsto per mercoledì. Il 30 giugno infatti scade il blocco dei licenziamenti e il governo deve assumere una decisione varando un decreto di urgenza.

 

andrea orlando giancarlo giorgetti

L'orientamento, che i partiti oggi dovranno sdoganare con un via libera politico, è quello di concedere una proroga alle aziende più in difficoltà: seguendo il criterio dell'utilizzo della cassa integrazione.

 

In pratica, chi più l'ha utilizzata in questi mesi di covid, rientrerà nella categoria delle aziende sottoposte alla deroga. Per queste imprese, la fine del blocco dei licenziamenti, dal 30 giugno potrebbe slittare al 30 ottobre, ma di questo bisognerà discutere oggi.

 

ANDREA ORLANDO

Così come - in quello che a palazzo Chigi definiscono un «work in progress» - si sta definendo il periodo da prendere come unità di misura per le richieste di cassa integrazione: se gli ultimi sei mesi o un lasso di tempo più corto.

 

«Ci siamo mossi nell'ottica della selettività con il decreto Sostegni uno, perché abbiano distinto tra imprese che hanno ammortizzatori sociali e quelle che non li hanno: questa strada si può ulteriormente sviluppare guardando ai settori che hanno sofferto di più», spiega Andrea Orlando.

 

cassa integrazione

Dai partiti ok, dubbi su M5s Draghi sa di avere in tasca l'ok di tutti i partiti di maggioranza, con un punto interrogativo sui 5 stelle, scossi da un terremoto foriero di tensioni anche sul governo.

 

«Speriamo che non vogliano scaricare i loro problemi su di noi», scherza ma non troppo un membro dell'esecutivo: paventando il rischio che, per creare fibrillazioni al premier e far pesare il proprio via libera, i 5stelle «tendenza Conti» possano storcere il naso verso questa soluzione.

 

Anche se finora erano pronti a sostenere un rinvio del blocco oltre il 30 giugno con criteri selettivi per settori in crisi, non è detto che possano accettare senza problemi questa nuova soluzione.

 

La mediazione

cassa integrazione

Il criterio di usare «l'incidenza media della cassa integrazione» è il coniglio tirato fuori dal cilindro dal ministro del Lavoro, per superare le controindicazioni emerse in questi giorni. Meglio usare un criterio oggettivo, trasversale a tutti i settori: in grado di superare il rischio di incostituzionalità in cui incorrerebbe un blocco dei licenziamenti selettivo, adottato in base a codici Ateco, solo per alcuni comparti, ovvero per abbigliamento, calzature e tessile, che sono più in crisi.

 

cassa integrazione

L'uso della cassa integrazione richiesta in un periodo di tempo prestabilito, sarebbe un indicatore di difficoltà per catalogare le aziende. La misura, che verrà contenuta in un decreto da varare al consiglio di ministri di mercoledì, è ancora allo studio da parte dei tecnici del Lavoro e di Palazzo Chigi: si valuta come adattare la norma alla realtà delle aziende e c'è una trattativa in corso per capire se i sindacati siano disponibili. Di certo, alle forze sociali non basta, ma forse la considerano un passo in avanti.

 

Ammortizzatori per tutti

MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO

Orlando sta anche spingendo sull'acceleratore sull'altro fronte parallelo: ai primi di luglio è intenzionato a varare anche la riforma degli ammortizzatori sociali, estendendoli ad una platea più vasta di piccole imprese.

 

E anche se le norme saranno operative dal 1 gennaio con la nuova legge di bilancio, intende anticipare l'entrata in vigore di alcune di queste misure di tutela per chi perde il lavoro, per aiutare appunto le aziende che non beneficiano della cassa integrazione ordinaria. L'offensiva sul lavoro del Pd è dunque corposa, per provare a non scoprirsi il fianco a sinistra proprio in era pre-elettorale.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…