BOBO “LO STRONZO” TIRA FUORI I MARONI CONTRO IL SENATÙR ‘’RINCOJONITO’’: “COSÌ CI FAI PERDERE LE ELEZIONI”

Giovanni Cerruti per "La Stampa"

Umberto Bossi che non si trattiene più e dà del «traditore» a Bobo Maroni. I deputati leghisti che leggono l'ultimo sfogo, questa volta un'intervista a «La Repubblica» con Gad Lerner ospitato nella villetta di Gemonio, e si scambiano telefonate già all'alba: «Ma il Capo è rinc...?». E poi Maroni che fa Maroni: «Non sono per nulla preoccupato». Flavio Tosi che gli dà del «deleterio». Ormai, è un padano «che sbaglia e chissà chi lo consiglia», per Matteo Salvini. Ai leghisti piace citare Giorgio Gaber e la colonna sonora di queste ore potrebbe essere proprio un vecchio album del ‘73: «Far finta di essere sani».

O far finta che non sia successo niente. Come una settimana fa, dopo un'altra intervista a «Il Fatto»: «Maroni l'ha distrutta, ora mi riprendo la Lega». Far finta di niente, in questo caso, ma lasciare che le intenzioni arrivino sui giornali: se Umberto continua con i suoi rancori dovrà dire addio a quella vagonata di migliaia di euro, più di 800 mila e poco meno di un milione, che permettono il mantenimento della famiglia allargata a segretarie e badanti varie. Come si è visto il Vecchio Capo se ne impippa: «La forza ce l'ho ancora, a me non mi ammazza nessuno. Stavolta mi hanno fatto davvero incazzare. Maroni si illude di diventare il plenipotenziario di Berlusconi al Nord».

Maroni, «per nulla preoccupato», passa le prime ore del mattino a sondare i suoi. C'è chi si aspetta una reazione dura. Non si è mai visto un presidente che dà del «traditore» al segretario di partito. E invece niente. Solo un accenno da giocare, nel caso, da lunedì: «L'unico effetto che hanno queste interviste è di danneggiare la Lega e di contribuire a rendere più difficile la vittoria ai ballottaggi». Ecco, dovesse perdere Treviso, da lunedì Maroni avrà la giustificazione del «Capo rinc...», come lo chiama un deputato. Abbiamo perso per colpa sua. Salvini si mette in scia: «Uno come Lerner non lo farei entrare in casa mia...».

Ma è tutto un far finta, a rivedere il film a volte tragico e a volte perfino comico di quest'ultimo anno. Va sempre tutto bene anche se i voti spariscono, tanto «è cominciata la nuova battaglia e la Lega ha voltato pagina». Va tutto bene anche se è da un anno che il Vecchio Capo vive circondato dal rancore di chi per anni ha deciso pure l'assunzione di un usciere di via Bellerio e adesso si ritrova senza stipendio. Va tutto bene anche se è da marzo che Bossi non si trattiene, da quando Maroni è diventato Governatore della Lombardia e alle politiche la Lega ha smarrito altri voti: «Quello lì mi ha portato via la Lega e ci ha fatto perdere 1 milione e 600 mila voti». Quello lì. «Quello str...».

Era metà marzo, prima seduta della Camera. Bossi seduto nel corridoio fumatori, la segretaria Nicoletta Maggi sempre accanto. «Maroni ha il culo grosso e sta su troppe poltrone. Aveva detto che lasciava la segreteria della Lega ed è ancora lì. Non è di parola». Altri sfoghi: «Sono qui da solo, nessuno dei miei è stato ricandidato, nemmeno Roberto Castelli». Sempre colpa «di quello lì». I deputati della Lega quel corridoio lo evitano, non vogliono sentirsi ripetere il tormentone di Bossi. Che adesso è andato a scavare nella memoria e con Lerner ritorna al ‘94: «Lui non ha i nostri ideali. Quando uno tradisce una volta poi tradisce sempre. Quando ruppi con Berlusconi lui sedeva al suo fianco...».

Sui siti internet c'è chi si appassiona a questa rissa Bossi&Maroni: «Scontro tra titani», o «totani». Anche qui rancori, veleni, tifoserie contro. Ma non è per nulla preoccupato, Maroni. Congresso per eleggere il nuovo segretario a primavera 2014, che fretta c'è? Va tutto bene, la Macroregione avanza, «è cominciata la nuova battaglia». Basta crederci, o inventare slogan come «Prima il Nord», o ripetere con il piemontese Roberto Cota che «solo la Lega ha le ricette giuste per dare risposte concrete». Sperando che Bossi la smetta con le sue interviste, o non se le faccia da solo. «Sta per uscire il mio giornale - fa sapere lui -. Si chiamerà "La lingua padana"». E si sa già dove andrà a battere.


2. LEGA:LUSSANA,IL GIORNALE DI UMBERTO?LO FINANZIA BERLUSCONI
(ANSA)
- "C'é un solo giornale leghista, quello che io dirigo. Di questa storia si parla da tempo, più volte ho chiesto spiegazioni a Bossi" e lui "é stato sempre sul vago. Non so esattamente che cosa c'é dietro, anche se un'idea me la sono fatta: sarà Berlusconi a finanziare il nuovo giornale. L'altro giorno il vice-governatore Pdl della Lombardia, Mantovani, ha quasi intimato a Maroni di 'rispettare' Bossi. Mica l'ha detto a caso".

Così in una intervista a Repubblica il direttore della Padania, Aurora Lussana, dopo che il Senatur ha fatto sapere ufficialmente di aver fondato 'La lingua padana', giornale destinato a fare concorrenza all'organo del Carroccio. "A Bossi abbiamo perdonato tante cose - aggiunge - ma questa proprio no: il suo è il classico fallo di frustrazione" perché "é stato messo un po' ai margini". E se ora vuole riconquistarsi il partito è "legittimo" ma "si candidi al congresso. Ora la segreteria è contendibile, non come quando c'era lui". Bossi, aggiunge, "ha troppi cattivi consiglieri".

 

VIGNETTA BENNY MARONI E IL CAPPIO PER BOSSI jpegRoberto Maroni e Umberto Bossi a Pontida BOSSI E MARONI jpegVIGNETTA BENNY MARONI E BOSSI SI CONTENDONO LA LEGA FLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONIpadania marzo

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...