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BOCCASSINI, DE BENEDETTI, DI PIETRO: I GRANDI AVVERSARI (OGGI IN DISARMO) DI SILVIO BERLUSCONI – IL PIÙ GRANDE NEMICO POLITICO È STATO ROMANO PRODI, CON CUI PERÒ C’È STATO SEMPRE GRANDE RISPETTO PERSONALE. COSA CHE È MANCATA CON I GIUDICI E SOPRATTUTTO CON CARLO DE BENEDETTI, CHE ODIAVA SINCERAMENTE IL CAV (RICAMBIATO): SI FECERO LA GUERRA PRIMA IN TRIBUNALE E POI VIA “REPUBBLICA” 

ilda boccassini ospite di mentana a la7

PROCURA MILANO, UMANA PARTECIPAZIONE PER MORTE BERLUSCONI

(ANSA) - "Esprimo sentimenti di umana partecipazione per una persona che ha segnato la storia dell'Italia, deve prevalere ora questo sentimento di umana partecipazione al dolore e al lutto della famiglia". Lo ha spiegato il procuratore di Milano Marcello Viola in relazione alla morte di Silvio Berlusconi.

 

BERLUSCONI, TUTTI I SUOI NEMICI E I LORO INSULTI: DA BOCCASSINI A DE BENEDETTI

Da www.liberoquotidiano.it

 

Silvio Berlusconi è stato il leader politico italiano più importante degli ultimi 30 anni, il più […] odiato della Repubblica. Odiato politicamente, da una sinistra che ha fatto dell'antiberlusconismo la sua ragione di vita, odiato da premier e leader europei come Nicolas Sarkozy, Angela Merkel e prima ancora da Martin Schulz.

UNA GIOVANE ILDA BOCCASSINI

 

Attaccato dai giudici - Ilda Boccassini e Antonio Di Pietro in primis - per corruzione, per mafia, per le "cene eleganti" di Arcore, per Ruby. Accusato […] da imprenditori come Carlo De Benedetti, da giornalisti come Marco Travaglio e Michele Santoro che hanno vergato pile di articoli e condotto trasmissioni in tv solo per annientarlo.  

 

Inutile dire che politicamente, il più grande avversario di Berlusconi è stato Romano Prodi. I due ex premier si sono combattuti per vent'anni ma, fondamentalmente, seppur nemici si sono sempre sopportati e rispettati. L'antiberlusconismo […] è stato portato avanti negli ultimi decessi a sinistra dai suoi esponenti più barricadieri anche attraverso i girotondi, il Popolo viola, il no Cav day. "Berlusconi pericolo per la democrazia", "Berlusconi e il conflitto d'interessi" sono stati il loro unico collante. Che purtroppo per loro non li ha portati da nessuna parte, anzi li ha svuotati di contenuti.

silvio berlusconi 1

 

E voleva sicuramente cacciarlo dalla scena politica italiana e magari sbatterlo in cella Ilda "la rossa", la Boccassini, che ha coordinato molte indagini su Berlusconi ed è stata la protagonista di storici processi che hanno coinvolto Berlusconi, dallo Sme all’Imi-Sir fino al caso Ruby. Ilda che si è schifata quando il Cavaliere si presentò in tribunale a Milano per rilasciare delle dichiarazioni spontanee e lei "fu costretta a stringergli la mano".

 

silvio berlusconi 4

Da parte sua Berlusconi l'ha sempre indicata come componente di una frangia della magistratura, da lui definita "sovietica" e "comunista". Ilda la rossa "aveva delle motivazioni dentro di lei molto forti da tempo per interrogare chiunque pensasse avesse potuto farmi del male. Tutto quel processo è una farsa, è tutto indirizzato a colpire la mia immagine in Italia e all'estero, fa parte di quella tempesta perfetta che è stata realizzata nel 2011 e che ha portato al colpo di Stato con le dimissioni del mio governo", disse di lei Silvio ai tempi del processo Ruby.

 

SCAMBIO DELLA CAMPANELLA BERLUSCONI PRODI

E come non ricordare un altro storico e acerrimo nemico del Cavaliere, Carlo De Benedetti. Quello che ha definito Berlusconi "l'Alberto Sordi della politica italiana", "nocivo per il Paese". Per colpirlo ha persino fatto da megafono alle accuse di Veronica Lario pubblicando le sue lettere su La Repubblica, quando ancora ne era l'editore. Una guerra la loro che è cominciata con la sfida in Tribunale al processo Fininvest-Cir e che continua ancora oggi. Quando Il Cavaliere si è beccato il Covid, l'Ingegnere ha commentato: "Gli faccio i miei auguri, ma resta un grande imbroglione", "ha versato alla Cir 562 milioni, che è la più grande goduria che ho avuto nella mia vita, per uno che ha fatto di tutto per ostacolarmi". 

 

BERLUSCONI E LE "TOGHE ROSSE", LO SCONTRO INFINITO

Igor Greganti e Francesca Brunati per l'ANSA

 

berlusconi prodi 13

Era il 2003 e intervistato da due giornalisti inglesi il premier Silvio Berlusconi dichiarò: "Per fare il magistrato devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche", perché "se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi". Parole di fuoco e non certo le uniche nello scontro, tra Silvio Berlusconi e la magistratura alla quale il cavaliere riservò epiteti pesanti come "toghe rosse" di cui si dichiarava "vittima", un perseguitato.

 

Un muro contro muro che ebbe anche momenti di distensione, almeno di facciata, come l'ormai storica stretta di mano, con tanto di flash dei fotografi, tra il leader di Forza Italia e la sua antagonista in toga, Ilda Boccassini, nel 2012 al processo Ruby, nel quale in primo grado fu condannato a 7 anni per poi portare a casa un'assoluzione definitiva nel 2015.

Berlusconi e Di Pietro in Parlamento

 

Pure qualche sorriso in quell'occasione in cui si trovò di fronte "Ilda la Rossa", appellativo legato al colore dei capelli ma anche utilizzato dai detrattori proprio perché si occupò di diversi processi a carico di Berlusconi, dai casi Sme e lodo Imi-Sir fino all'affaire delle serate a luci rosse ad Arcore.

 

E una stretta di mano c'era stata pure nel '99, ai funerali del senatore a vita Leo Valiani, tra il Cavaliere e Gerardo D'Ambrosio a capo della Procura di Milano, mentre era in corso l'inchiesta sul Lodo Mondadori . Anche se non sono mancate indagini e processi in altre sedi, da Bari a Firenze passando per Roma, la vera partita giudiziaria Berlusconi l'ha giocata contro la Procura di Milano, l'unica ad incassare una condanna a suo carico, quella per il caso dei diritti tv Mediaset.

 

silvio berlusconi carlo de benedetti

Il conflitto ha avuto come inizio una data precisa, il 22 novembre 1994, giorno in cui l'allora capo del Governo, mentre presiedeva a Napoli la Conferenza delle Nazioni Unite sulla criminalità transnazionale, ricevette un invito a comparire dai pm che stavano indagando sulle tangenti alla Guardia di Finanza. Da lì una valanga di inchieste, processi, scambi di accuse, scontri frontali. ''Non mi dimetto neanche per sogno - reagì subito -. Non credo che nessun tribunale al mondo mi possa condannare perché mi chiamo Silvio Berlusconi. Se lo facessero sarebbe una sentenza politica, un atto sovversivo''.

 

Altro pezzo di storia, dall'altro lato della barricata, fu il "resistere resistere resistere" che l'allora procuratore generale di Milano Francesco Saverio Borrelli pronunciò il 12 gennaio 2002 contro le riforme del secondo governo Berlusconi. Cavaliere che, comunque, aveva già rischiato una prima condanna nel '90: la Corte d'Appello di Venezia lo dichiarò colpevole di aver giurato il falso a proposito della sua iscrizione alla loggia P2. Il reato, però, fu dichiarato estinto per amnistia.

 

berlusconi de benedetti

L'imputato Berlusconi, tra l'altro, oltrepassò anche i confini nazionali, perché per violazione della legge antitrust e frode fiscale in merito all'attività di Telecinco subì un processo persino in Spagna, finito con un'assoluzione. Tuttavia, come rappresentazione plastica della lotta infinita resta l'immagine del gruppo dei suoi, i parlamentari del Pdl con in testa Angelino Alfano, che entrano, l'11 marzo 2013, nel Palazzo di Giustizia di Milano, arrivando fino davanti all'aula in cui era in corso il processo Ruby.

 

CONVENTION DI FORZA ITALIA - IL VIDEOMESSAGGIO DI SILVIO BERLUSCONI

Sette anni prima l'allora capo del Governo aveva definito "magistrati indegni che con i soldi degli italiani tramano contro il premier" i pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, titolari all'epoca dell'inchiesta Mills. Il primo lo querelò e solo lo scorso gennaio la Cassazione ha confermato la condanna per Berlusconi a risarcirlo con 50mila euro. Il secondo no, ma coordinò l'indagine Mediaset finita con la sua condanna. Il 16 settembre 2021, infine, il leader azzurro tornò ad attaccare la magistratura con toni che non metteva in campo da tempo.

MARTA FASCINA SILVIO BERLUSCONI

 

Si scagliò contro la perizia disposta dai giudici del Ruby ter per accertare le sue condizioni di salute e la sua capacità di partecipare al processo, dopo tante istanze di legittimo impedimento. La rifiutò con una lettera ritenendo quella valutazione anche psichiatrica "lesiva della mia storia e della mia onorabilità". Meno di due anni dopo, a metà febbraio scorso, quando fu assolto dagli stessi giudici disse: "Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da Magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate".

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