bonaccini schlein

BONACCINI E SCHLEIN? PER RICOLFI PARI SONO – IL SOCIOLOGO SMASCHERA I CANDIDATI FOTOCOPIA ALLA SEGRETERIA DEM: “SCENA MUTA SUI CONTENUTI. LI HO INTERROGATI CON UN QUESTIONARIO. HO CHIESTO COSA PENSASSERO DEI VOUCHER E SE LA CONCORRENZA DEGLI IMMIGRATI CONTRIBUISSE A TENERE BASSI I SALARI DEGLI ITALIANI, NON HANNO RISPOSTO. FINCHÉ POSSONO RESTARE SUL VAGO, SONO BEN FELICI DI PARLARE, MA APPENA LI SI INTERROGA SU QUESTIONI PRECISE E POLITICAMENTE SENSIBILI, SE NE GUARDANO BENE. QUESTO ACCADE PERCHE’…”

Paolo Bracalini per ilgiornale.it

 

 

STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN MEME BY USBERGO

I programmi fotocopia dei quattro candidati Pd. Ricolfi li smaschera: scena muta sui contenuti

 

 

Le primarie Pd non stanno appassionando nemmeno gli elettori del Pd e i numeri sui voti degli iscritti nei circoli fanno temere un flop. Una delle ragioni del modesto appeal delle primarie dem è che non c'è una vera sfida, si fatica a trovare delle grosse differenze tra Bonaccini, Cuperlo, De Micheli e Schlein. Perciò il sociologo Luca Ricolfi ha provato a utilizzare gli strumenti del suo mestiere per stanare gli aspiranti leader del Pd e costringerli a prendere una posizione netta su una serie di questioni, evitando che le aggirino con dichiarazioni generiche tutte uguali.

 

BONACCINI SCHLEIN

«Un questionario a risposte chiuse (solo 18 domande, bastano 10 minuti per rispondere...). Per aiutare tutti noi a capire che cosa c'è nelle loro teste» scrive Ricolfi sul sito della Fondazione Hume, di cui è fondatore. Per mesi Ricolfi ha tentato di capire «su che cosa i quattro candidati alla segreteria del Pd non sono d'accordo fra loro», senza trovare aiuto nelle interviste o nelle «lunghe mozioni congressuali». Allora ha messo giù le diciotto domande su sei macrotemi: dal mercato del lavoro all'immigrazione, dalla scuola ai diritti civili. Ad ogni domanda, due o massimo tre sole risposte possibili.

 

BONACCINI SCHLEIN

Esempio: Che cosa pensa dei voucher? 1) rischiano di far aumentare la precarietà, 2) possono agevolare la emersione del lavoro nero. Oppure: secondo lei la concorrenza degli immigrati contribuisce a tenere bassi i salari degli italiani? 1) sì, 2) no. E via così. Prima la Fondazione Hume ha auspicato un riscontro dai candidati Pd. Poi, visto che nessuno si faceva vivo, insieme all'Istituto Bruno Leoni, ha contattato gli staff degli aspiranti segretari Pd, per assicurarsi che l'avessero ricevuta. Ricezione confermata. Ma al di là di quella, il nulla.

 

 

Luca Ricolfi

Ecco infatti le «risposte» arrivate dai candidati alla segretaria Pd. «Elly Schlein: nessuna risposta. Stefano Bonaccini: nessuna risposta. Gianni Cuperlo: preferisco non rispondere. Paola De Micheli: appena ho tempo vi rispondo (ma finora non ha trovato il tempo). «Che dire? Giudicate voi - commenta Ricolfi -. Certo, è interessante che, finché possono restare nel vago, i candidati alla segreteria del Pd siano ben felici di parlare, ma appena li si interroga su questioni precise e politicamente sensibili, se ne guardino bene. Sembra quasi preferiscano non scoprire le carte. Giudicate voi».

 

Ma c'è una spiegazione sociologica ai candidati-fotocopia del Pd. «Ed è che i loro discorsi riguardano quasi sempre i fini del cambiamento, non i mezzi per attuare quei fini. E sui fini, combattere le diseguaglianze, promuovere la parità di genere, tutelare l'ambiente, rafforzare lo stato sociale, stimolare la crescita, è praticamente impossibile dissentire - spiega il sociologo -.

 

Le differenze vere possono emergere solo quando si comincia a parlare dei mezzi, ossia delle scelte, per lo più dolorose, che occorre compiere in presenza di risorse scarse. Oppure quando le scelte hanno forti connotazioni etico-morali», i «dilemmi veri» che esigono un sì o un no, non una mozione chilometrica. Ecco, su questi, i candidati del Pd preferiscono non rispondere. Alla fondazione di Ricolfi resta un punto interrogativo: «Bonaccini-Schlein-Cuperlo-De Micheli. Perchè non volete dire quel che pensate?».

elly schlein stefano bonaccini

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…