BONAFEDE NELLA GIUSTIZIA - IL DEBUTTO DEL MINISTRO AL CSM, DOVE PROMETTE IL DIVIETO PER I MAGISTRATI DI TORNARE A GIUDICARE SE PASSANO PER LA POLITICA - IL RAPPORTO TRA BONAFEDE E QUESTO CSM SARÀ BREVE: TRA 10 GIORNI I MAGISTRATI ELEGGONO I NUOVI CONSIGLIERI TOGATI E IL 19 IL PARLAMENTO SCEGLIE I NUOVI LAICI. DAVIGO CON LA SUA CORRENTE SPARA A PALLETTONI CONTRO IL CONSIGLIO
Sara Menafra per il Messaggero
Ha usato la strategia del dialogo - a distanza - con l' Anm ed è andata abbastanza bene.
Ora, per la prima vera occasione formale - un plenum del Csm alla presenza anche di Sergio Mattarella - il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede pesca dall' armadio il medesimo abito buono.
alfonso bonafede giovanni legnini
Nel prendere la parola a palazzo dei Marescialli, in mattinata, non fa nulla per nascondere l' emozione. Annuncia di voler mettere subito mano ad un punto fondamentale del programma: una legge «per impedire che un magistrato che abbia svolto incarichi politici elettivi» possa poi tornare a fare il giudice o il pm; un passo da compiere, spiega, perché chi assume un ruolo politico «compromette irrimediabilmente la sua immagine di giudice terzo».
L' apertura importante è nella scelta del percorso che porterà alla legge. «Punto di partenza» della proposta parlamentare, dice il Guardasigilli, sarà la delibera che il Csm ha dedicato al rapporto tra toghe e politica e che stabiliva limiti molto forti al ritorno nelle aule di giustizia.
Attenzione al lavoro fatto, «certamente prezioso», anche sulla riforma delle intercettazioni, visto che il governo ha bloccato il decreto dandosi alcuni mesi per tornare sull' argomento e riscrivere la riforma Orlando.
Insomma, la linea è quella del dialogo da «rafforzare», con un rapporto di confronto che c' è stato in questi anni, destinato a dare ancora i «suoi frutti» ora che si tratta di «assicurare un' efficace attuazione al regolamento sulla nuova procura europea» per «rafforzare la cooperazione giudiziaria internazionale» contro il crimine organizzato.
giovanni legnini alfonso bonafede
LOTTA A MAFIA E CORRUZIONE
Il presidente della Repubblica spiega che in materia di giustizia occorrono riforme ispirate alla «lungimiranza» non dettate dall'«emergenza». E che il dialogo tra il Guardasigilli e il Csm deve essere finalizzato a migliorare la qualità del servizio reso ai cittadini, con sentenze «in tempi ragionevoli» e obiettivi «duraturi», «senza farsi guidare senza farsi guidare da pregiudizi né dalla ricerca di consensi effimeri».
giovanni legnini, sergio mattarella, paola piraccini, alfonso bonafede
Bonafede sottolinea che, per lui, punti centrali saranno lotta alla mafia e alla corruzione come «priorità assolute». Il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, che apre la seduta, rivendica il lavoro svolto dal Csm per il «buon andamento» degli uffici giudiziari, che culminerà con il varo di un codice sulla loro organizzazione, ma chiede più risorse umane e strumentali per gli uffici giudiziari.
Il rapporto tra Bonafede e questo Csm sarà comunque breve: tra poco più di dieci giorni i magistrati vanno alle urne per eleggere i nuovi consiglieri togati e il 19 il Parlamento è convocato in seduta comune per scegliere i componenti laici.
E la competizione tra le correnti, tra cui appare particolarmente agguerrita quella che fa capo a Piercamillo Davigo, si sta traducendo in attacchi ripetuti al Csm, soprattutto sulle nomine dei capi degli uffici giudiziari: una «tendenza demolitrice, tanto pretestuosa quanto esasperata nei toni - avverte Legnini - che rischia di arrecare danni all' istituzione consiliare e alla stessa onorabilità della magistratura».