bossi salvini tosi

L’UMBERTO E I PRIMI 40 ANNI DEL CARROCCIO – DA ROMA LADRONA ALLA LEGA CHE “CE L’HA DURO” FINO ALLA NOTTE DELLE RAMAZZE CON BOSSI SUL PALCO IN LACRIME CHE CHIEDE SCUSA PER GLI ERRORI SUOI E DEI SUOI FAMILIARI, IL LIBRO DELL’ULTIMA DIRETTRICE DE “LA PADANIA” AURORA LUSSANA TRACCIA LE VITE DEL PARTITO ATTRAVERSO IL FONDATORE – LA MOSSA DI TOSI E DEGLI EX LEGHISTI DI FORZA ITALIA: NASCE "FORZA NORD", “QUALCOSA DI PIU’ DI UNA CORRENTE” NEL PARTITO GUIDATO DA TAJANI. UN’OPA NEI CONFRONTI DI VIA BELLERIO?

1 - I 40 ANNI DELLA LEGA

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

BOSSI SALVINI

«Allora… Chiudete il giornale?». È un Umberto Bossi abbattuto, ammaccato nel fisico e segnato nel profondo dalla fine della sua creatura, quello che parla al direttore della Padania che uscirà per l’ultima volta il giorno dopo, il 20 novembre 2014: «Sai, io ci ho creduto nel giornale».

 

La passione di Bossi per la carta stampata precede addirittura la fondazione notarile della Lega, quarant’anni fa che ricorrono giusto oggi. L’Umberto - L’uomo che ha inventato il Nord , in uscita martedì per Piemme (222 pagine), salta tra luoghi e tempi, tra canotte e crocifissi, tra adorazione delle folle e sconfitte devastanti per un omaggio non soltanto al fondatore, ma anche a coloro per cui quella Lega è stata non un partito ma un’identità totalizzante, fede messianica in una Patria che prima non esisteva, la Padania. La voce narrante qui conta. Lungo i capitoli dissimula, si autodescrive con nomi diversi: «la bergamasca», «il direttore», «la segretaria».

 

umberto bossi cover

Ma Aurora Lussana è soprattutto una voce da dentro, nasce in quella Lega ma non è una ex. È tutto quello che dice: la militante che a 14 anni scopre la Lega, la segretaria di un Bossi satanasso che per metterla alla prova le dice in anticipo le segrete liste elettorali (e lei scrive Giorgietti con una i di troppo), la direttora — l’ultima — della Padania e di Tele Padania. Una di quel gruppo che nella Lega viveva, per la Lega prendeva le ferie per andare a montare i gazebo e dentro alla Lega si sposava. E Lussana è anche la moglie del sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni.

 

I mille ricordi della «bergamasca» ricostruiscono il mistero umano prima che politico di Umberto Bossi. Il ringhio sulla Lega che ce l’ha duro ma anche la sorprendente umanità e vicinanza al suo popolo. Che è, letteralmente, fisica: a un cavatore di marmo che dice di lavorare 14 ore al giorno il Senatùr tasta i muscoli «spezzando ogni barriera tra l’uomo politico e l’uomo della strada». Poi, l’arruolamento: «Se ti fanno lavorare troppo, devi andare dal nostro sindacato».

 

UMBERTO BOSSI

Dopo anni di toni incandescenti nei confronti di Silvio Berlusconi, per le Politiche del 2001 del ricongiungimento con il Cavaliere, Bossi si rinchiude nel suo fortino di via Bellerio «con i tre Roberti: Calderoli, Maroni e Castelli». Il centrodestra vince, ma la Lega non arriva al 4%. Bossi ascolta «Come è triste Venezia» di Aznavour su un vecchio mangiacassette. Poi, detta il titolo alla Padania: «Vittoria a caro prezzo». I mille racconti che riempiono il libro di Aurora Lussana non sono solo aneddoti o episodi sparsi. Si coagulano intorno ai temi che hanno segnato la prima, bizzarra e incredibile stagione della Lega. Gli allevatori, che per il laburista Bossi valgono doppio, perché vicini alla terra, legati al «valore ancestrale che unisce chi è consapevole di essere parte della natura». Retorico? Forse, ma Bossi tiene a battesimo i Milk warrior che prima erano soltanto stufi delle quote latte.

 

uca zaia umberto bossi

Fino all’epilogo in tragedia, la tragica notte delle ramazze: «La base leghista si autoconvoca e vive la sua catarsi — scrive Lussana —. Bossi sul palco in lacrime chiede scusa per gli errori suoi e dei suoi famigliari. Per alcuni: la serata della vergogna e dell’umiliazione che ha desacralizzato per sempre Bossi». Per altri, «la serata della riscossa contro il cerchio magico che aveva preso in ostaggio Bossi e che ha consentito alla Lega di salvarsi dall’estinzione». Per tutti, una notte che si scolpirà nella memoria.

umberto bossi luca zaia

 

Persino in quella dei «vermi», l’amorevole appellativo con cui l’Umberto chiama i giornalisti: ma con loro in realtà ha un rapporto assai migliore di qualunque leader politico, a far mattina parlando di politica, di figli, di poesia. Bossi dà le dimissioni, va a congresso. Contro di lui, c’è Roberto Maroni, amico di una vita. Il fondatore torna alla Bibbia: «Al re Salomone si presentano due donne che vogliono entrambe un bambino, Salomone non sa decidere di chi è il bambino: “Tagliatelo in mezzo!”. “No! No! Non tagliatelo, datelo all’altra, Il bambino è suo!”». E rivolgendosi a Maroni: «Ecco, il bambino è tuo!».

 

(...)

 

2 - LA MOSSA DEGLI EX CARROCCIO DI FI, ECCO FORZA NORD

Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

tosi salvini

Una colonna leghista dentro Forza Italia. Con tanto di simbolo che ricorda quello degli azzurri e con una spruzzata di verde al posto del rosso. Ecco Forza Nord che non vuole essere una mera corrente dentro il partito guidato da Antonio Tajani. «È qualcosa di più», è la frase d’ordinanza. Un’Opa nei confronti di via Bellerio? Sembrerebbe, visti i protagonisti.

 

Regista e frontman di questa operazione è Flavio Tosi, già sindaco di Verona, già leghista della primissima ora, oggi plenipotenziario di Forza Italia nel Nord-Est. Da mesi Tosi arruola ex compagni di via Bellerio all’interno del partito guidato da Tajani.

 

Il reclutamento è iniziato in Veneto e adesso si è spostato in Lombardia, dove c’è il cuore del potere leghista, essendoci cinque ministri e un presidente di Regione.

 

BOSSI

(...)

 

La presentazione di Forza Nord avverrà il 28 aprile a Milano. Titolo dell’incontro: il Nord torna protagonista. Padrone di casa, va da sé, Tosi. Ci saranno ex leghisti come Max Bastoni e Gianmarco Senna, o come l’ex senatore del Carroccio Tony Iwobi. Porteranno i loro saluti altri due ex di via Bellerio, come Roberto Cota, già presidente del Piemonte e Marco Reguzzoni.

 

Anche in questa chiave si deve leggere il percorso di avvicinamento di chi come Reguzzoni ha preso la tessera leghista nel 1986 e oggi si candida da indipendente nelle liste di Forza Italia per le Europee. «La mia scelta di candidarmi con Forza Italia è perché fa parte del Ppe». Aderirà a Forza Nord? «Andrò a vedere» taglia corto Reguzzoni, la cui candidatura da indipendente sarà presentata oggi a Milano, dove ci saranno anche Letizia Moratti e il segretario regionale di Forza Italia Alessandro Sorte.

FORZA NORDluca zaia umberto bossi marco reguzzoni umberto bossi umberto bossi marco reguzzoni

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…