renzi pisapia alfano

RENZI, UN "BULLO" SOLO AL COMANDO – CENTROSINISTRA A PEZZI, ALFANO E PISAPIPPA MOLLANO MATTEUCCIO – SALVINI FA IL MARAMALDO: “NOOOOO... ANGELINO HA ANNUNCIATO CHE NON SI CANDIDA ALLE PROSSIME ELEZIONI. CE LA FAREMO A DORMIRE STANOTTE?” – LA FOLGORANTE SINTESI DI BRUNETTA: “DOPO BERSANI, PRODI E ENRICO LETTA, RENZI FA FUORI ANCHE ALFANO E PISAPIA”

Alessandro Trocino per il Corriere della Sera

matteo renzi giuliano pisapia a milano pranzo con la moda

 

Alle quattro di un ordinario pomeriggio di fine legislatura, mentre la Camera finisce di sbrigare i question time, la coalizione renziana vacilla e perde pericolosamente pezzi.

 

Campo progressista si raduna fuori dal Parlamento e al termine di una lunga riunione di autocoscienza, Giuliano Pisapia firma la resa: «È finita. Non ci sono le condizioni per un' alleanza». Volti smarriti, sguardi persi, voci roche. A pochi chilometri di distanza, Angelino Alfano annuncia a Porta a Porta il suo addio al Parlamento.

In pochi minuti, Renzi perde una sponda a sinistra, che serviva a drenare voti da Liberi e uguali, e una al centro, che serviva ad allettare i moderati.

 

Ma con i suoi, l' ex premier non fa drammi: «Andiamo avanti sereni, non ci sono solo loro».

E infatti il Pd lavora alacremente per creare le condizioni per un' alleanza larga. Ci sarà una lista di sinistra, a sopperire l' assenza di Pisapia, con ex Sel come Zedda, Smeriglio, Uras, Ragosta, Stefàno. E per rimediare all' assenza di Alfano, che comunque viene considerata molto meno dolorosa e problematica di quella di Pisapia, ci sarà una lista centrista con Pier Ferdinando Casini e Beatrice Lorenzin. Infine, la speranza è quella di allearsi anche con Forza Europa.

ALFANO RENZI

 

Renzi non parla ufficialmente ma Maria Elena Boschi sì: «Rispetto la scelta di Alfano, con lui c' è sempre stato un rapporto di lealtà». Poi chiarisce: «Sono convinta che alle prossime elezioni supereremo il 30%. Vogliamo una coalizione la più ampia possibile, ma deve essere coesa e non sfaldarsi dopo il voto. Il Pd non può rincorrere chiunque».

 

Insomma, una piccola rivoluzione nelle geometrie politiche preelettorali, frutto anche delle scelte parlamentari. Il comunicato di Pisapia spiega la ragione dello stop improvviso: «La decisione di calendarizzare lo ius soli al termine dei lavori del Senato, rendendone l' approvazione una remota probabilità». Nell' 8 settembre di Campo progressista, le truppe rischiano di andare allo sbando. Chi è il nemico ora?

RENZI PISAPIA

 

È ancora la sinistra di Liberi e uguali o si è firmato un armistizio e il nemico è diventato Renzi? Una seconda nota non chiarisce troppo. Pisapia cita Bertolt Brecht: «Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso». E invita i militanti a «non mollare».

Nel dubbio, da Liberi e uguali tirano la giacca a quelli che fino a ieri erano considerati una «stampella» di Renzi.

 

Pippo Civati: «Il Pd è una coalizione immaginaria, Pisapia venga con noi». Enrico Rossi li invita: «Amici e compagni, siamo aperti». Più sobrio Pier Luigi Bersani: «Esprimo rispetto per le decisioni che prendono e che prenderanno». Nel Pd Luigi Zanda si dice «molto dispiaciuto» per l' addio di Pisapia: «Avrei fatto un' alleanza con lui a occhi chiusi. Ma sono sorpreso dalla motivazione. Nessuno vuole affossare lo ius soli».

 

angelino alfano 2

Fa discutere anche l' annuncio di non ricandidatura di Angelino Alfano. Che a Bruno Vespa spiega: «Non lascio la politica ma non guiderò io il partito. Si può fare politica anche fuori dal palazzo, c' è una vita fuori e io me ne riprendo un pezzo. Hanno influito anche gli attacchi ingiusti contro di me». Tra le reazioni, quella di Matteo Salvini, che infierisce: «Nooooo... Alfano, rimasto senza voti, ha annunciato che non si candida alle prossime elezioni. Ce la faremo a dormire stanotte?». Tesi non dissimile da quella di Alessandro Di Battista: «Sa di non avere voti». Renato Brunetta riassume così: «Dopo Bersani, Prodi e Enrico Letta, Renzi fa fuori anche Alfano e Pisapia».

renato brunetta

 

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO