BRUSH HOUR! LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI - PIÙ DONNE E PIÙ CANNE: MA IL GOVERNO CHE NON IMPUGNA L’USO TERAPEUTICO DELLA CANNABIS IN ABRUZZO E L’UNIONE BINDI-CARFAGNA NON BASTERANNO A CONVINCERE BRUXELLES CHE L’ITALIA NON STA VENDENDO FUMO SULLE FINANZE PUBBLICHE

Francesco Bonazzi per Dagospia

Il governo che non impugna la legge regionale dell'Abruzzo che autorizza l'uso (e la coltivazione) della cannabis a scopo terapeutico e le novanta deputate di tutti i partiti che chiedono una vera parità di quote nella nuova legge elettorale sono bei segnali di civiltà. Ma più canne, più donne e la storica convergenza Bindi-Carfagna rischiano di non bastare a Matteo Renzi e a Pier Carlo Padoan per convincere Bruxelles che sui conti l'Italia non sta vendendo fumo.

"I fondi della politica di coesione devono essere utilizzati per finanziare nuovi progetti di sviluppo, quindi non possono essere usati per coprire la riduzione di imposte, come quella potenzialmente legata al cuneo fiscale", spiega il portavoce del commissario Ue, Johannes Haan. Una secchiata d'acqua gelata sulle carte e sui progetti del ministro Padoan, che aveva appena assicurato a Renzi che invece si poteva provare a usare quei fondi europei "nell'interesse nostro e di Bruxelles".

Bruxelles, a quanto pare, non gradisce furbate sui conti pubblici da un governo che si è già distinto per proposte acrobatiche sull'utilizzo della Cassa depositi e prestiti per pagare i debiti con le imprese. E questo proprio mentre Renzie twitta allegramente sul suo essere già al lavoro intorno al pacchetto di riforme che svelerà il 12 marzo.

L'avviso di bocciatura dell'altro giorno arrivato dall'Ue segnala che la luna di miele con il nuovo governo è già terminata e che adesso servono i fatti. Ma in attesa dei fatti, le parole scorrono a fiumi. Oggi il Rottam'attore ha sistemato quasi definitivamente Er Gelatina Saccomanni, affermando che era stato lo stesso ex ministro ad avvertire lui e Padoan che c'erano problemi sui conti.

Poi ha trovato il tempo di stuzzicare anche il maggior sindacato italiano, scrivendo sempre su Twitter che lui mai s'iscriverebbe alla Cgil. Camusso, che la parità di genere non se l'è conquistata sui social network, gli ha risposto così: "Non sono tranquilla per lui, perché un lavoratore che pensa che non verrà mai alla Cgil fa male a se stesso e non alla Cgil". Alla vigilia della presentazione del Jobs Act, quel "non sono tranquilla per lui" dice già molto.

Oggi tuttavia la scena se la prendono le 90 deputate che hanno firmato un appello comune per una vera parità di genere nell'Italicum prossimo venturo. L'iniziativa è assolutamente trasversale e punta a non farsi beffare da norme che dicono di voler garantire la parità, ma rischiano di essere uno spot buonista. Il punto è che se le donne sono la metà, ma vengono in gran parte candidate al terzo posto, collegio per collegio, Montecitorio diventerebbe un circolo per soli uomini o quasi.

Il vero problema è in Forza Italia, dove il Cavaliere è stufo di cambiamenti sulla legge elettorale concordata con Renzie al Nazareno, e deputate come Santachè e Gelmini si sfilano dal fronte in cui invece si sono schierate le varie Carfagna e Prestigiacomo. E Matteuccio che ne pensa? Ovviamente è dalla parte delle donne, ma se Papi Silvio non dà semaforo verde non sembra pronto a nuovi strappi.

Uno strappo silenzioso ma concreto è invece quello del governo sul fronte della cannabis per usi terapeutici. Palazzo Chigi ha deciso di non impugnare la legge dell'Abruzzo, sicuramente la più avanzata tra analoghi provvedimenti regionali, e questo apre nuovi varchi alla liberalizzazione completa. Illuminante il commento del prodian-renziano Sandro Gozi, che parla di "grande passo avanti umano, sanitario e giuridico".

 

RENZI E PADOAN cannabis Rosi Bindi LORENZIN CARFAGNASandro Gozi ringrazia l Ambasciatore di Francia e gli invitati

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