BYE BYE ZELENSKY – DONALD TRUMP NOMINERÀ A BREVE UN INVIATO PER LA PACE IN UCRAINA, CHE DOVRÀ CHIUDERE LA PRATICA KIEV UNA VOLTA PER TUTTE – LO SPEAKER DELLA CAMERA, IL REPUBBLICANO MIKE JOHNSON, ANNUNCIA: “NON DAREMO PIÙ SOLDI ALL’UCRAINA” – IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, LAVROV FA LO STRUZZO: “IL RITORNO DI TRUMP NON CAMBIERÀ IL NOSTRO APPROCCIO” – L’OPINIONE CONTROCORRENTE DI KURT VOLKER, EX INVIATO SPECIALE IN UCRAINA: “TRUMP FERMERÀ LA GUERRA. PUTIN È DISPERATO E STA PREPARANDO IL TERRENO PER UNA VIA D’USCITA”
1. LAVROV, 'RITORNO TRUMP NON CAMBIERÀ APPROCCIO SU UCRAINA'
(ANSA) - Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca probabilmente non cambierà l'approccio degli Usa al conflitto in Ucraina, perché Washington "continuerà a cercare di tenere tutto sotto controllo e indebolire la Russia". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov citato dalle agenzie di Mosca. Lavrov ha anche respinto l'ipotesi di congelare il conflitto sull'attuale linea del fronte, perché ciò significherebbe riproporre "gli accordi di Minsk in una nuova confezione, o anche peggiore"
2. UCRAINA: FOX NEWS, TRUMP NOMINERA' A BREVE UN INVIATO PER LA PACE
donald trump volodymyr zelensky
(Adnkronos) - Il presidente eletto, Donald Trump, dovrebbe nominare a breve un inviato per la pace in Ucraina. Lo hanno indicato diverse fonti a Fox News, precisando che questa figura, nelle intenzioni di Trump, dovrebbe guidare i negoziati per mettere fine alla guerra con la Russia. "Vedrete un inviato speciale di alto livello, qualcuno con molta credibilità, a cui verrà assegnato il compito di trovare una soluzione, di arrivare a un accordo di pace", ha dichiarato una delle fonti.
SERGEI LAVROV CON APPLE WATCH E IPHONE
3. MIKE JOHNSON, NON DAREMO PIÙ SOLDI ALL'UCRAINA'
(ANSA) - Lo speaker della Camera Usa Mike Johnson ha detto alla trumpiana Marjorie Taylor Greene nell'incontro a porte chiuse di oggi tra i deputati repubblicani che non saranno più inviati soldi all'Ucraina. Lo riferiscono al New York Times due fonti informate.
4. VOLKER “DONALD CE LA FARÀ PUTIN È DISPERATO E ACCETTERÀ L’ACCORDO PER FERMARE LA GUERRA”
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/esteri/2024/11/13/news/volker_guerra_ucraina_intervista-423616808/
ZELENSKY - DONALD TRUMP - FOTO LAPRESSE - 2
Kurt Volker, già ambasciatore americano alla Nato e inviato speciale per l’Ucraina di Donald Trump durante il primo mandato, prevede questo: «Entro l’Inauguration del 20 gennaio il presidente vuole un percorso pronto per chiudere la guerra. Credo possa riuscirci, applicando la necessaria pressione, perché Putin è in difficoltà e sta preparando il terreno per una via d’uscita. L’Italia e gli alleati europei dovrebbero aiutarlo in due modi: primo, contribuire per l’80% ai finanziamenti di Kiev; secondo, alzare al 2,5% del Pil gli investimenti nella difesa».
Trump aveva promesso di finire la guerra in 24 ore.
«Penso possa riuscirci, perché Putin è quasi pronto. Diversi segnali indicano la sua disperazione, come chiedere alla Corea del Nord […] militari, perché se spostasse i suoi soldati nella regione di Kursk per riprenderla il fronte crollerebbe nel Donbass.
L’economia è surriscaldata dalle spese militari, ma i tassi salgono e la mancanza di accesso ai mercati internazionali pesa sempre di più. Putin sta arrivando a un punto critico: farà tutto il possibile per guadagnare posizioni in autunno, ma il prossimo anno potrebbe essere pronto all’accordo».
Trump come punta a convincerlo?
«Gli dirà che deve fermarsi e non occupare altri territori. Non riconoscerà l’occupazione, ma smetterà di intervenire militarmente per invertirla. Agli ucraini dirà che devono accettare l’accordo, in cambio di forniture belliche che li garantiscano da future aggressioni e la prospettiva di entrare nella Nato e nella Ue».
DONALD TRUMP E JOE BIDEN NELLO STUDIO OVALE DELLA CASA BIANCA
Zelensky può accettare queste condizioni?
«Sì, con la prospettiva di entrare nella Nato, perché questa è la garanzia della serietà dell’accordo».
Le indiscrezioni sul piano dicono che non entrerebbe per 20 anni.
«L’ho letto sul Wall Street Journal , ma non l’ho sentito altrove».
E Putin accetterebbe la prospettiva di Kiev nella Nato?
«Non è lui a decidere. Bisogna creare un equilibrio di forze che lo induca a fermare la guerra. Non è ancora pronto, ma è possibile arrivarci. Kiev colpisce il territorio russo con successo crescente, usando proprie attrezzature. Gli Usa devono aiutarla facendo capire a Putin che non l’abbandoneranno».
Come, se il figlio di Trump Don jr. dice che “la paghetta” di Zelensky sta finendo?
«Il punto è evitare che i contribuenti americani paghino il conto. Si può fare con un programma tipo il lend lease offerto a Londra nella Seconda guerra mondiale: prestiti per comprare le armi, che verranno ripagati. Segnalerebbe a Putin che non può vincere».
E Trump è disposto a farlo?
«Ora che ha vinto le elezioni non credo voglia un fallimento in Ucraina come l’Afghanistan lo è stato per Biden».
Minaccia lo scontro diretto?
«Basta far capire che non intende ritirarsi».
Cosa chiederà all’Italia e agli europei?
«Tutti i finanziamenti all’Ucraina andranno vincolati alla procedura Nato in cui il contributo Usa ha un tetto del 20%. Gli investimenti nella difesa dovranno salire al 2,5% del Pil».
[…] Putin sta schierando 50 mila soldati per riprendere Kursk.
«Sembrano tanti, ma sono gli uomini che perde grosso modo ogni mese. In media, muoiono tra 1.200 e 1.300 militari al giorno. Ora anche di più, perché i nordcoreani sono inesperti. […]».
Quindi lei non crede che sta vincendo?
«No, per niente. Ha ottenuto alcune conquiste incrementali, ma meno dei territori presi dagli ucraini a Kursk. La guerra sta avendo un costo enorme, e quando capirà che Trump non si arrende dovrà rivedere i calcoli.
Prepara il terreno per l’accordo».
Cosa sarà dei territori occupati?
«Resteranno sotto il controllo russo, senza riconoscimento. Ciò aprirà una lunga disputa politica con Mosca, rimarranno contestati come la Germania Est, i Baltici o la Corea».
La chiamata Trump-Putin smentita da Mosca è avvenuta?
«Sarei sorpreso del contrario».