1. C’È UNA BELLA BOMBETTA SOTTO IL SEDERE DEL GOVERNINO E L’HA CONFEZIONATA, TRA UNO SCONTRINO E L’ALTRO, IL SOLITO GRILLOMAO. SI CHIAMA “INELEGGIBILITÀ” DEL BANANA 2. IL PD OVVIAMENTE NON VUOLE AFFOSSARE IL GOVERNO, COME PROMESSO A RE GIORGIO, MA IN GIUNTA C’È IL VOTO SEGRETO E, VISTA LA TENUTA DEL PARTITO ALLE ELEZIONI DEL PRESIDENTE, TUTTO PUÒ SUCCEDERE ALL’ARMATA BRANCALEONE DI EPIFANI 3. IN OGNI CASO, SARÀ UN GIOCO A PERDERE: SE FA DECADERE IL BANANA SOFFOCA NELLA CULLA IL GOVERNO LETTA; MA SE LO SALVA FA L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA CON LA BASE 4. NON CI SIAMO ANCORA RIPRESI DALLA GIGANTESCA AMMUINA DELLA SOSPENSIONE DELL’IMU CHE ARRIVANO LE TASSE VERE, QUELLE DELLA MONNEZZA E L’AUMENTO DELL’IVA

a cura di Colin Ward e Critical Mess (Special Guest: Pippo il Patriota)

INELEGGIBILE SARA' LEI
C'è una bella bombetta sotto il sedere del governicchio di larghe intese e l'ha confezionata, tra uno scontrino e l'altro, il solito Grillomao. Si chiama "ineleggibilità" del Banana, un tema che non ha entusiasmato la sinistra negli anni scorsi, ma che da domani torna d'attualità con la partenza dell'apposita Giunta in senato.

La storia è quella dell'ineleggibilità di coloro che hanno intestate delle pubbliche concessioni e per quanto riguarda Fininvest un'interpretazione formalista ha finora bloccato Fedele Confalonieri, salvando invece l'utilizzatore finale Berlusconi Silvio. Ora però ci sono i Grillini, che voteranno per l'ineleggibilità del Cainano e sono convinti di spaccare il Pd.

Il Pd ovviamente non vuole affossare il governo, come promesso a Re Giorgio, ma in Giunta c'è il voto segreto e, vista la tenuta del partito alle elezioni del presidente, tutto può succedere. Per quel che resta del partito affidato a Epifani, in ogni caso, sarà un gioco a perdere: se fa decadere il Banana soffoca nella culla il governo Letta; ma se lo salva fa l'ennesima figura di merda con la base. E ora vai con i giornali.

"Berlusconi ineleggibile subito'. Sfida del M5S, il Pd si divide. La proposta andrà in Giunta. Casson: stavolta è una partita nuova. Domani riunione per eleggere il presidente. I democratici: non faremo un uso politico del caso" (Repubblica, p. 10). Anche la Stampa fiuta la prossima mina per Enrichetto Letta: "Ineleggibilità, ora il Pdl teme un asse tra Grillo e parte del Pd. Il centrodestra preoccupato che alcuni senatori decidano di votare con i 5 Stelle. Il capogruppo Brunetta: ‘I Democratici sono stati inaffidabili in passato. Spero non lo siano in futuro'. Domani saranno nominati i componenti della Giunta che verifica i requisiti degli eletti" (p. 3). Ci sarà molto da ridere.

NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Non ci siamo ancora ripresi dalla gigantesca ammuina della sospensione dell'Imu che arrivano le tasse vere, quelle che nessuno può togliere o fermare. Con la solita truffa del cambio di nome, lo smaltimento della monnezza costerà almeno un quinto in più e l'aumento dell'Iva voluto dal Rigor Montis non lo si può disinnescare per mancanza di fondi. I giornaloni di governo cominciano a parlarne, complice il classico dilemma domenicale del "che cavolo scriviamo oggi". Ma la questione è seria.

Il Messaggero annuncia: "Aumento Iva, non si cambia. Governo orientato a lasciare l'aliquota al 22%. Il sottosegretario Baretta: non ci sono soldi per tutto. Brunetta: l'imposta non salirà. I commercianti: stangata fino a 200 euro, 26 mila negozi a rischio" (p. 1-3). La Repubblica delle larghe intese inizia a fare un po' di calcoli: "La Tariffa rifiuti e servizi, una volta in vigore, potrebbe sconvolgere l'equilibrio precario del budget di molte famiglie, di quelle numerose in particolare, con incrementi rispetto alla attuale tariffa tra il 15 e il 20%.

Ma se l'intero mix di tasse fatto di Iva al 22%, Imu e Tares dovesse affacciarsi davvero tra giugno e luglio prossimi, secondo Adusbef e Federconsumatori il prelievo aggiuntivo sui conti di 22 milioni di nuclei familiari potrebbe toccare i 16 miliardi di euro. Nel corso del 2013 arriverebbe quindi una batosta pari a 734 euro per ogni famiglia italiana" (p. 4). Per il Cetriolo Quotidiano, "il governo non riuscirà a bloccare lo scatto dell'aliquota unica Iva e l'unica ipotesi di lavoro e quella di congelarla fino a dicembre" (p. 4). Di congelamento in congelamento, però, si arriva alla batosta finale.

MA FACCE RIDE!
Il capo del padronato italico, Squinzio Squinzi, è un uomo felice e pedala a ruota libera: "L'Italia deve restare in serie A. Il mio Sassuolo c'è arrivato ora. Sono felice ma penso al Paese" (Stampa, p. 8). Ogni volta che uno di Lor signori dice "Penso al Paese" ci vien voglia di imbracciare il fucile (per la Polizia Postale e per la Boldrini: ovviamente stiamo scherzando).

MATTEUCCIO IL TERRIBILE
Matteo Renzi, nel tempo libero, rottama anche gli altri: "M5S ridicoli, parlano solo di scontrini e si spaccheranno. Veltroni: premier ideale. E lui: non ora" (Corriere, p. 7). "Renzi: non corro per la segreteria. E Veltroni lo lancia come candidato premier" (Messaggero, p. 4).

Su Repubblica, Ilvo Diamanti gli tasta il polso: "I consensi dell'ex rottamatore mescolano elettori dei due poli, boom tra gli anziani e al Nord. Gradimento al 64%. Ma piacere a tutti è un rischio". L'importante è piacere all'Ingegner Cidibbì, che ha già espresso il suo sommo gradimento nel più classico bacio della morte.

ULTIME DA RAISET
Tutti insieme sul web, e magari anche sul digitale terrestre per l'alta definizione. Interessante inchiesta di Stefano Carli per Affari&Sfiganza di Repubblica (p. 8): "Tv, c'è un piano ‘larghe intese' ma Mediaset frena e si spacca. Il Biscione è diviso. Da una parte Pier Silvio che vuole salvare la pay e il modello di integrazione verticale, dall'altra Confalonieri , più aperto all'idea di fare una piattaforma comune con Rai e La7 per portare sul web tutto il sistema". Questo sì che sarebbe il grande inciucio! Un'operazione che in Italia vale dieci governi.

Intanto, perdibilissima intervista-riempitivo di Miss Marple Tarantola alla Stampa: "Nella mia Rai mai più miss e isole dei famosi. Le star dell'informazione? Niente nomi, ma sono i benvenuti" (p. 11). E si torna a parlare anche di un altro catafalco della democrazia come la famosa commissione parlamentare di vigilanza su Viale Mazzini: "Vigilanza Rai, il Pdl vuole riprendersi la tv. Interviene Schifani: ‘Gravi anomalie'. Andrà in commissione assieme a Minzolini, Brunetta e Romani" (Cetriolo Quotidiano, p. 2). Minzolini, viste le competenze, vigilerà sulle spese.

NON SONO STATO, IO
Prove nascoste e insabbiate, nella migliore tradizione dei grandi misteri italiani. A Palermo "nuove" immagini girate sul luogo della strage di via D'Amelio aprono forse nuovi squarci sul movente dell'assassinio di Paolo Borsellino. "Agenda rossa, ecco il supertestimone. Spunta il volto dell'uomo che notò l'oggetto in via d'Amelio. I pm: va identificato e sentito. Il procuratore Lari: ‘Nel diario la prova del patto tra mafia e uomini dello Stato. Borsellino indagava su Ciancimino" (Repubblica, p. 15). Per il Giornale, "Ora rispunta la pista americana. Veleni e depistaggi nella nuova indagine sulla morte di Borsellino. I sacchi con i reperti di via d'Amelio sarebbero finiti all'Fbi. In una foto due persone sospette" (p. 6).

FREE MARCHETT IN SALSA SENESE
Prima pagina da incorniciare per Affari&Sfiganza di Repubblica: "Montepaschi, Profumo di salvezza". Ma nella fiera del buonismo di carta non sfigura neppure il pezzone "Così super-Sala prova a vincere la ‘cronometro' per l'Expo 2015", sempre sul supplemento economico della nobile Repubblica (p. 6).

Banche allegre anche sul Corriere delle banche: "L'anno è iniziato con il ritorno all'utile. Il ‘tesoretto' di Intesa, le assunzioni di Unicredit e i rimborsi dei bond Ubi e Banco: qualcosa sta cambiando" (CorrierEconomia, p. 4). Tutto intorno, un Paese strangolato va in vacca, ma loro sono tornate a macinare utili. Siamo proprio contenti.

AGENZIA MASTIKAZZI
Paginone imperdibile sul Corriere delle Elite imbolsite: "La Francia cantiere globale trascura i suoi architetti?" Interrogativo davvero angoscioso.

 

BEPPEGRILLO Fedele Confalonieri SILVIO BERLUSCONI GUGLIEMO EPIFANI CON BERSANI ALLE SPALLE FOTO LAPRESSELETTA E napolitano Brunetta Renato Mario Monti TASSA SULLA CASA jpegtares GIORGIO SQUINZI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…