andrea abodi maurizio leo matteo salvini

UN CALCIO ALLE SQUADRE DI SERIE A – SALTA LA PROROGA GLI SCONTI FISCALI PER I CALCIATORI IN ARRIVO DALL’ESTERO. IN CDM SONO VOLATE PAROLE GROSSE, MA ALLA FINE ESCONO SCONFITTI IL MINISTRO DELLO SPORT, ANDREA ABODI, E IL SOTTOSEGRETARIO MELONIANO ALL’ECONOMIA, MAURIZIO LEO. DOPO MESI DI RASSICURAZIONI AI CLUB, NON SONO RIUSCITI A FAR PASSARE LA LEGGE “SALVA CALCIO MERCATO”. DECISIVO IL NO DI SALVINI

1 - FUORI DAL MILLEPROROGHE IL "SALVA CALCIOMERCATO" SPECIALIZZANDI IN CORSIA

Estratto dell'articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”

 

andrea abodi foto mezzelani gmt2399

Niente calciomercato a gennaio con le tasse scontate del 50 per cento. Salta dal Milleproroghe la misura che garantiva alle società di Serie A di mettere sotto contratto i calciatori provenienti dall'estero risparmiando sugli stipendi.

 

La norma era stata inserita nella bozza arrivata ieri pomeriggio sul tavolo del Consiglio dei ministri, ma è stata respinta dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e dal vice premier Matteo Salvini.

 

Nel dettaglio, l'articolo 15 del provvedimento prevedeva la proroga di due mesi del regime fiscale di vantaggio per il mondo dello sport. L'agevolazione per gli atleti era già stata limitata ai contratti stipulati entro il 31 dicembre del 2023 nell'ambito della stretta sul rientro dei cervelli.

 

MAURIZIO LEO COMMERCIALISTA - FOTOMONTAGGIO

Ma il pressing del patron della Lazio e senatore di Forza Italia Claudio Lotito aveva fatto breccia nei Palazzi, con una norma comparsa nella bozza del Milleproroghe che sembrava disegnata proprio per la serie A di calcio. Il testo, infatti, garantiva una riduzione delle tasse del 50% per i rapporti di lavoro stipulati entro il 29 febbraio «se le società sportive sono in regola con i contributi».

 

Giusto in tempo per consentire ai club di spendere più soldi durante la sessione invernale del calciomercato che scatta il 1° gennaio e si conclude il 31 dello stesso mese.

Per le società sarebbe stato un provvedimento fondamentale per ridurre i costi e offrire stipendi più alti ai campioni, a danno, però, dell'erario.

 

claudio lotito

A Palazzo Chigi è andata in scena una discussione molto accesa con il ministro Giorgetti che ha ricordato come il tema non sia quello di attirare le stelle del calcio, ma di considerare anche l'effetto distruttivo per il vivaio dei calciatori italiani che trovano una concorrenza impropria.

 

La Lega della Serie A è delusa e va all'attacco sperando in un emendamento delle Camere: «Si conferma una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci - si legge in una nota - una visione che purtroppo non tiene conto dello straordinario ruolo economico, oltre che sociale e culturale, che ricopre questo comparto industriale».

 

2. ADDIO AL DECRETO CRESCITA NEL CALCIO. NIENTE PIÙ AGEVOLAZIONI PER GLI SPORTIVI IN ARRIVO DALL’ESTERO. LEGA SERIE A E CALCIATORI IN RIVOLTA: «MENO COMPETITIVI E CON MENO INDOTTO»

Estratto dell’articolo di Stefania Carboni per www.open.online

 

matteo salvini sul tapis roulant festeggia il milan in semifinale di champions league 10

Ha fatto discutere, come si fa con il calcio, con tifoseria pro e contro ma alla fine nulla da fare: salta la proroga del «decreto crescita» che avrebbe allungato le agevolazioni e gli sconti fiscali per gli sportivi in arrivo dall’estero che giocano nel nostro paese.

 

[…] la norma è stata levata dal Milleproroghe approvato ieri dal governo dopo «una accesa discussione» in Consiglio dei Ministri. «Non è stata fatta una deroga. Se ne è parlato ma poi si è deciso di non fare nulla», ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Mentre il suo collega leghista, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, è stato quello che ha tenuto una linea intransigente definendo il provvedimento come «immorale».

 

[…] «Stupore e preoccupazione per le indiscrezioni relativamente alla decisione che il Consiglio dei Ministri avrebbe preso di non approvare alcuna proroga del regime fiscale speciale per gli impatriati lavoratori sportivi» ha commentato in una nota la Lega Serie A. «Tale decisione […] avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito […]. La mancata proroga produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario».

 

CALENDARIO SERIE A

[…] L’Assocalciatori ha scritto una lettera ai ministri dell’economia Giorgetti e Sport Abodi per manifestare la sua contrarietà. «Le ragioni del nostro ‘No’ sono legate non certo ad interessi economici, bensì alla necessità di tutelare il talento e il patrimonio sportivo rappresentato dai calciatori italiani.

 

[…] C’è un dato allarmante che emerge negli atleti Under 21 con una percentuale di impiego più alta per i calciatori stranieri rispetto ai ragazzi italiani e, in alcuni casi, ci troviamo di fronte a squadre composte addirittura per il 90% solo da calciatori stranieri. Noi crediamo che solo invertendo questo trend e ristabilendo una parità competitiva tra atleti italiani e stranieri potremmo crescere come sistema, soprattutto in funzione della nostra Nazionale», si legge nella missiva.

 

schiaffo al calcio - la prima pagina della gazzetta dopo il no del cdm alla norma sulle agevolazioni per i calciatori stranieri

[…] Come sottolinea sempre oggi il Corriere della Sera senza benefici fiscali sarà più difficile portare (e trattenere) i campioni in Serie A. Guirassy piace al Milan, ma adesso costa troppo, stesso discorso per Hojbjerg alla Juve. […]  L’Inter in controtendenza rispetto ad altre società non si fa trovare impreparata: ha già definito e prima di fine anno annuncerà i rinnovi di Mkhitaryan e Darmian, strategia fatta per continuare a beneficiare degli sgravi fiscali.

 

Oggi La Gazzetta dello Sport titola con “Schiaffo al calcio“. Il ministro per lo Sport Abodi – riporta la testata sportiva – aveva spiegato che abolire il decreto in modo così netto avrebbe creato problemi a un comparto in sofferenza sia per gli anni del Covid che per la concorrenza spietata dei campionati esteri. Mantenere la misura per due mesi non avrebbe avuto un costo esorbitante (circa 25 milioni) e al tempo stesso avrebbe consentito di una uscita soft. L’opzione dei due mesi era una scelta valida, che non dispiaceva né al ministro, e nemmeno alla Lega Serie A e tutti i club. Non è stato possibile seguirla.

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