CALTARICCONE ALLE GRANDI MANOVRE - SARÀ SCONTRO CON IL SINDACO MARIN(AT)O PER IL CONTROLLO DELL'ACEA - E SPUNTA IL FUOCO AMICO DI UNA PARTE DEL PD CONTRO IL SINDACO A MOLLO

Daniele Martini per ‘Il Fatto Quotidiano'

Acea 2-La rivincita è in programma per la metà di aprile. In quei giorni si terrà l'assemblea dei soci della grande municipalizzata romana della luce e dell'acqua e il sindaco Ignazio Marino, azionista di maggioranza con il 51 per cento, intende cogliere la palla al balzo per ribaltare l'esito dell'assemblea del 2013, quando fu preso a pesci in faccia.

Mancavano un paio di settimane alle elezioni comunali e Marino, candidato del centrosinistra con i sondaggi in poppa, si presentò all'assemblea Acea per rivolgere ai consiglieri una raccomandazione tutta politica, di politica gestionale per la precisione. Li pregò di aspettare le elezioni prima di assumere decisioni importanti per il vertice societario.

Se avesse chiesto a quei signori di ballare sulle punte forse gli avrebbero dato più retta e infatti seduta stante si rinnovarono gli incarichi per tre anni. Di lì a poco Marino divenne sindaco e da allora è costretto a sopportare l'anomala condizione di chi non può fare il padrone in casa propria perché altri si sono accomodati in salotto. L'Acea è un bancomat con i fiocchi. Nei primi 9 mesi del 2013 ha macinato un utile di quasi 105 milioni di euro grazie soprattutto alle bollette dell'acqua, mentre all'orizzonte si profila un nuovo Eldorado: i rifiuti, come spiega in un report il centro di analisi Intermonte.

Ma all'Acea il comune di Roma conta poco: con appena il 16 per cento del capitale comanda il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone. Dei 9 consiglieri in carica, tranne i due indicati dai francesi di Suez (l'altro azionista privato), gli altri 7, a cominciare da Francesco Caltagirone junior, orbitano tutti intorno all'imprenditore capitolino. Compreso il dalemiano Andrea Peruzy, designato sulla carta dalla ex minoranza di centrosinistra in Campidoglio, ma di fatto agente di complemento di Caltagirone.

Nonostante gli inviti del sindaco alla prudenza, negli ultimi mesi i manager pro Caltagirone hanno rafforzato la presa sulla prima linea aziendale scegliendo 7 nuovi dirigenti e oggi nelle posizioni di comando è difficile scovare qualcuno estraneo al clan. Di frequente ci si imbatte in nomi noti, come Paolo Zangrillo, per esempio, capo del personale e fratello minore di Alberto, il medico di Berlusconi. O Salvo Buzzanca, responsabile dei rapporti con i giornali, fratello di Lando, il bravo attore che non ha mai nascosto predilezioni per la destra. Il presidente del collegio sindacale è addirittura il commercialista di Caltagirone, Enrico Laghi.

Maurizio Sandri, invece, a lungo responsabile delle relazioni esterne, è stato addirittura licenziato perché ritenuto di una parrocchia non gradita, così come risulta dalla sentenza che qualche settimana fa lo ha reintegrato al suo posto e nella quale un testimone spiega come i capi Acea volessero cambiare in fretta per ripulire l'azienda da "froci, ebrei e comunisti".

Proprio mentre Marino fa capire di voler aprire il dossier della municipalizzata, si precipita a sostegno di Caltagirone il soccorso rosso. Nel giro di pochi giorni, sono stati presentati in Senato tre emendamenti per indurre il comune di Roma a vendere quote di Acea. Da ultimo è toccato a tre senatori Pd guidati da Giorgio Santini e prima era stata la volta di Linda Lanzillotta, vice presidente del Senato, ora di Scelta Civica ma in passato eletta tra i piddini e per sei anni assessore a Roma.

Lanzillotta aveva elaborato due testi per agevolare la cessione fino al 21 per cento di Acea. Con lei c'è un bel pezzo di ex rutelliani, ora renziani romani del Pd, dall'ex ministro Paolo Gentiloni a Roberto Giachetti a Lorenza Bonaccorsi. Stando alla Borsa dove è quotata, Acea vale 1 miliardo e 800 milioni di euro e a spanne il 21 per cento sono 360 milioni.

Tanti in assoluto, pochi per uno come Caltagirone che vanta 8 miliardi in banca (e che ha detto spesso di non voler comprare direttamente dal Comune). In quegli emendamenti c'è una foglia di fico: il controllo deve restare pubblico. Ma vallo a spiegare ad uno come Caltagirone che potrebbe salire fino al 37 per cento (con il Comune che scende al 30), che non deve comandare quando già spadroneggia con appena il 16.

 

Francesco Gaetano Caltagirone Francesco Gaetano Caltagirone Nuovo Logo AceaRoberto Giachetti Enrico Vanzina e Linda Lanzillotta IGNAZIO MARINO FUNERALI DELLA TRANS ANDREA QUINTERO FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."