CAMERATA MINNITI? PRESENTE! – L’EX MINISTRO DELL’INTERNO DEL PD, ORMAI TRASFORMATOSI IN UNA TESTA DI MELONE, ADERISCE ALLA LINEA DEL GOVERNO DUCIONI SULLA BANDA DEGLI SPIONI: “È IN CORSO UN'ATTIVITÀ DI SPIONAGGIO, DI SOGGETTI INFEDELI E FORSE DI PRIVATI, CHE METTE IN DISCUSSIONE ALCUNI PILASTRI DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA. USARE INFORMAZIONI RISERVATE PER CAMBIARE L'ANDAMENTO DELLA LOTTA POLITICA COLPISCE I FONDAMENTI DELLA COSTITUZIONE” – POI, COME GIÀ LA DUCETTA E IL CAPO DELL’AGENZIA PER LA CYBERSICUREZZA FRATTASI, MINIMIZZA LA FACILITÀ DI HACKERAGGIO DELLE RETI STATALI ITALIANE: “IL PRIMO PROBLEMA SONO I FUNZIONARI INFEDELI…”
Estratto dell’articolo di Hoara Borselli per “il Giornale”
Marco Minniti, ex ragazzo di Berlinguer, ha una lunghissima carriera politica. È stato ministro dell'Interno e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in vari governi di centrosinistra. È stato autorità delegata ai servizi segreti. Oggi dirige il centro studi di politica internazionale di Leonardo.
Onorevole Minniti, sembra che ci siano vere e proprie minacce di morte contro Giorgia Meloni. Vanno prese sul serio?
«Assolutamente sì. Mai sottovalutare queste minacce […]».
Ma i nostri servizi segreti sono efficienti?
«Sì, lo sono. Tecnologicamente non siamo proprio in primissima fila. Lo siamo, invece, per le capacità humint: le relazioni e le conoscenze sul campo.
CARLO FIDANZA - CLAUDIO DESCALZI - EDMONDO CIRIELLI - MARCO MINNITI
Vede, Israele è stata colpita a sorpresa, il 7 Ottobre del '23, perché aveva dei servizi potentissimi tecnologicamente ma che avevano perso la passione per le capacità humint. Noi invece siamo l'unico paese occidentale mai colpito dal terrorismo internazionale. Non si tratta del tipo stellone italiano ma di una straordinaria collaborazione tra servizi segreti, forze di polizia, magistratura. Tutto ciò fa dell'Italia un modello».
Dossier, intercettazioni abusive, spionaggio. L'Italia è nelle mani di alcuni gruppi di spioni?
«Ci sono molte indagini in corso. Coordinate dalla Procura nazionale. Il quadro è allarmante. È in corso un'attività di spionaggio, di soggetti infedeli e forse di privati, che mette in discussione alcuni pilastri della nostra democrazia».
Quali sono i pilastri che vengono attaccati?
«Usare informazioni riservate per cambiare l'andamento della lotta politica colpisce i fondamenti della Costituzione e della democrazia: la libertà del confronto politico. Poi c’è la libertà nel funzionamento dell’attività economica. E questa attività di spionaggio rischia di demolirla modificando gli andamenti dei mercati con azioni illegali. Sono questi i due pilastri della democrazia: la libertà politica e la libertà del mercato».
Quindi allarme democratico?
«Sì».
[…] Questi spioni rispondono a se stessi o anche a potenze esterne?
«Lo capiremo meglio completando le indagini. Le indagini devono procedere senza guardare in faccia a nessuno».
Qual è il meccanismo di questa attività di spionaggio?
«La bussola è sempre la stessa: controllare la vita degli altri. E quindi esprimere potere sugli altri».
[…] Ma chi sono gli spioni?
«Funzionari infedeli».
Anche ditte private?
«Al momento entrambi. Il punto più delicato è comprendere se gli agenzie di investigazioni hanno individuato e quindi utilizzato delle fragilità del nostro sistema di banche dati. Dal gossip si passerebbe alla sicurezza nazionale».
Il rischio è che questa nostra fragilità sia utilizzata da forze esterne al nostro paese?
«Questo rischio c'è. Possedere una quantità incredibile di informazioni riservate può essere utilizzato per colpire il nostro paese. Colpire l'economia, la produttività, ma anche il ruolo dell'Italia nel mondo».
Ci sono forze interessate a questo?
«Sì. Noi viviamo in un mondo senza punti di riferimento che potremmo chiamare Caos-landia. In questo quadro l'idea di potere condizionare su tutti i piani un paese importante come l'Italia fa gola a molti».
[…] Che fare?
«Primo problema: gli infedeli. Non basta cercarli per punirli dopo che il reato si è consumato. Si tratta di persone che stanno nel cuore dello Stato. Si muovono con agilità. Non hanno paura. E conoscono dettagliatamente virtù e vizi dello Stato. Devi avere una attività preventiva.
Come?
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«Tre parole: selezione; controllo; rotazione. La selezione del personale deve essere attentissima. E si deve puntare soprattutto sui giovanissimi. Perché è dimostrato che le capacità di comprensione nel campo Cyber è inversamente proporzionale all'età. Il controllo deve essere continuo e a più livelli.
Non può essere affidato solo alla magistratura. Se un funzionario fa tremila accessi devo saperlo subito, non fra dieci anni. E la rotazione deve essere rapida, perché limita il potere del singolo».
La magistratura che fa?
«La magistratura stavolta ha funzionato. Ha scoperto, è intervenuta, sta indagando».
[…] Cosa deve fare la politica?
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«Si è discusso sulla possibilità di istituire una commissione parlamentare di inchiesta. Io credo che il Parlamento deve capire cosa è successo, perché solo se lo capisce può costruire le condizioni perché non succeda più. Dunque una approfondita indagine parlamentare è necessaria però».
Però?
«La cosa va fatta senza intralciare la magistratura. L'indagine parlamentare la inizierei solo dopo la chiusura delle indagini. Nel frattempo chiamerei in causa il Copasir. […]».
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