conte schlein speranza chiorazzo renzi

AMARO LUCANO PER I DEM: IL “CAMPO LARGO” RISCHIA DI RESTRINGERSI IN BASILICATA - NON C’E’ ACCORDO SUL CANDIDATO PROPOSTO DAL PD ANGELO CHIORAZZO CHE NON PIACE AL M5S – CONTE VORREBBE SPERANZA MA RENZI INFIERISCE E MANDA UN AVVISO AI NAVIGATI (E ALL’EX MINISTRO) - “SE CANDIDANO SPERANZA, VOTIAMO IL GENERALE BARDI. SCEGLIAMO LE PERSONE, NON LE FORMULE POLITICHE"

Alessandro Di Matteo per www.lastampa.it - Estratti

 

ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE

Il vento della Sardegna non arriva fino in Basilicata, almeno per il centrosinistra. A venti giorni dalla presentazione delle liste per le regionali del prossimo aprile i partiti del “campo largo” non hanno ancora un candidato per la presidenza ed è sempre più concreta la possibilità che il Pd si spacchi, ritrovandosi a dovere fare i conti con la concorrenza di un candidato “eretico”.

 

Un po’ come Renato Soru in Sardegna, «ma più forte di Soru», commenta sconsolato un parlamentare democratico. Si tratta di Angelo Chiorazzo, l’imprenditore vicino alla Comunità di Sant’Egidio e al mondo delle cooperative bianche della regione, che è sostenuto da Roberto Speranza ma che non piace a M5s e, in realtà, nemmeno agli altri partiti del centrosinistra.

 

(...)

 

SPERANZA CHIORAZZO

I due esponenti della segretaria hanno provato a convincere il Pd lucano che la scelta di Chiorazzo rischia di essere un autogol: «Se non facciamo la coalizione in Basilicata non si vince», è stato il ragionamento. Speranza - raccontano - ha replicato: «Pure noi diciamo che bisogna fare l’alleanza con Conte, anche noi vogliamo la coalizione. Ma una cosa è dire “facciamo un’alleanza” altra cosa è pretendere un diritto veto. Perché se dicono no a Chiorazzo rifiutando un confronto programmatico e persino le primarie, allora parliamo di diritto di veto!».

 

Un gruppo di “dissidenti”, guidati dall’ex senatore Salvatore Margiotta, ha provato a mettere ai voti un documento alternativo che impegnerebbe «il segretario regionale a costruire obbligatoriamente una coalizione quanto più ampia possibile».

 

 

giuseppe conte alessandra todde elly schlein

Si è arrivati quasi alle mani, qualcuno col telefonino ha registrato anche l’audio del momento clou dello scontro, quello che ha portato i due esponenti della segreteria Pd ad alzare bandiera bianca. Una registrazione in cui è difficile distinguere le parole, perché tutti urlano, ma quel poco che si capisce rende bene l’idea della situazione: «Vattene a casa, vai a Bologna», urla qualcuno ai due inviati da Roma, entrambi bolognesi. Si sentono parolacce, c’è chi grida «stai zitto», qualcun altro che risponde «sei ridicolo». A alla fine - appunto - Taruffi si arrende.

 

CONTE SPERANZA

Ma il Pd lucano in realtà prosegue, la riunione va avanti fino a notte fonda e approva un documento che ribadisce: «Non possiamo che confermare la nostra fiducia nei confronti del candidato presidente Angelo Chiorazzo. Su questa base la direzione conferisce pieno mandato al segretario regionale a ricercare con le altre forze e politiche alternative alla destra le ragioni dell'unità».

 

Sembra difficile riuscire a convincere gli altri. I 5 stelle, in particolare, ritengono che l’imprenditore non sia la figura giusta

 

CONTE SCHLEIN

(...) Conte vorrebbe proprio Speranza, che però ha detto no più volte. Matteo Renzi infierisce: «Tra lui e Bardi stiamo con Bardi». L’ex ministro, parlando con un parlamentare, ha commentato: «Io non sono della partita. Ma le parole di Renzi sono una medaglia al merito». La questione, a questo punto, può essere risolta solo da un faccia a faccia tra lui e Schlein, forse già nei prossimi giorni.

 

Anche se qualcuno sostiene che la segretaria potrebbe aspettare il voto in Abruzzo, sperando che arrivi un altro segnale forte a favore del campo largo. Qualcuno arriva a ipotizzare, in caso di rottura, che dal Nazareno arrivi il divieto al Pd lucano di usare il simbolo. Ma il segretario della Basilicata Giovanni Lettieri minimizza: «Quelle sono conseguenze estreme, non siamo a questo punto. Spero di poter lavorare ancora anche con i dirigenti nazionali. In Basilicata si può vincere e dobbiamo fare di tutto per riuscirci».

matteo renzi all evento per gli stati uniti deuropa CONTE SCHLEINmatteo renzi elly schlein giuseppe conte elly schlein roberto speranza foto di bacco

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...