giuseppe conte enrico letta campo largo

IL CAMPO LARGO SI È RISTRETTO – COME DAGO-ANTICIPATO, LETTA NON HA INTENZIONE DI MORIRE “RESPONSABILE” PER LE MANFRINE DI CONTE: PER QUESTO HA SPIEGATO A PEPPINIELLO CHE SE IL M5S ROMPERÀ CON IL GOVERNO, IL PD NON ACCETTERÀ UN ESECUTIVO CON APPOGGIO ESTERNO DEI GRILLINI, NÉ UN GOVERNO TECNICO. L’UNICA STRADA PER I DEM È IL VOTO ANTICIPATO

Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

 

giuseppe conte enrico letta 2

«Non c'è nessun altro governo se cade questo. Troppo alte e impegnative le sfide che il Paese ha davanti». Il segretario del Pd, Enrico Letta, non ha dubbi: «C'è preoccupazione per la situazione. Il partito è comunque in salute ed eventualmente pronto al voto. Non c'è alcuna agitazione, semmai grande determinazione, se si dovesse andare ad uno showdown elettorale».

 

INCONTRO DRAGHI CONTE - VIGNETTA BY ROLLI

Questo è lo scenario che il segretario non teme, ma non quello al quale lavora. Ha incontrato Giuseppe Conte a Cortona, venerdì scorso, all'assemblea della corrente guidata da Dario Franceschini, e da allora i contatti non si sono mai interrotti. Ancora ieri sera, alla vigilia del faccia a faccia tra il leader dei Cinque Stelle e il presidente del Consiglio, Mario Draghi, i due si sono sentiti.

 

L'obiettivo dichiarato di Letta è quello di lavorare con grande impegno per tenere Giuseppe Conte e il Movimento a bordo. Per il Nazareno è quindi soprattutto l'ora della diplomazia e non degli ultimatum, perché la scelta prioritaria è quella di continuare con questo governo e con questa maggioranza fino alla fine naturale della legislatura.

 

GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO DI AREA DEM A CORTONA

Certo, non ci sono sconti possibili. Impensabile andare avanti come se nulla fosse se il leader dei Cinque Stelle scegliesse la strada dell'appoggio esterno al governo. Ma Letta è convinto, e lo va dicendo a Conte, che far prevalere la linea massimalista non solo sarebbe un male evidente per il Paese, ma anche per le prospettive elettorali del suo Movimento. Che senso ha, si ragiona al Nazareno, per un leader che ha fatto il presidente del Consiglio, che ha portato a casa le fondamenta del Pnrr, che ha dato al Movimento una prospettiva istituzionale, farsi mangiare affidandosi a capi popolo come Alessandro Di Battista e Virginia Raggi?

 

Enrico Letta ovviamente vede di quanti ostacoli è irto il cammino per la prospettiva del campo largo, ma non sarà certo lui a mollare, perché è convinto che sia l'unica strada che possa contrastare il passo alle destre, che - per quanto divise - si presenteranno alla fine unite alle elezioni.

conte letta

 

Al Nazareno in questi giorni si guarda e riguarda l'ultimo sondaggio fatto da Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera . E si dice, numeri alla mano: controllate, la sinistra divisa perde. Se invece si unisce, per la prima volta dal 2016, il risultato torna a darle ragione. E questo senza rinunciare alle prospettive di crescita del Pd. Al Nazareno è molto piaciuta l'intervista di Roberto Speranza, che alla Stampa ha detto di vedere la possibilità di un nuovo Ulivo vincente, sotto la guida di Letta.

 

Il segretario del Pd è tutt' altro che contrario a rivedere la legge elettorale, considera quella attuale una normativa pessima, ma teme che i margini per modificarla in Parlamento siano davvero esigui, e quindi è necessario organizzarsi al meglio, in vista del voto del 2023, nell'ipotesi probabile che il sistema non cambi.

 

conte draghi grillo 4

Non c'è quindi alcun conflitto di sostanza con l'altro uomo forte del Pd, Dario Franceschini, che ieri ha chiuso i lavori della sua componente. Tutti e due pensano che non ci siano margini qualora Giuseppe Conte scegliesse la via della rottura dell'alleanza di governo, semmai il segretario del Pd, anche per il suo ruolo, è maggiormente impegnato perché i conflitti si ricompongano e la rottura non si verifichi.

 

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

Bocche cucite invece al Nazareno sull'altra polemica di giornata, quella che ha avuto protagonista Franceschini nel ruolo di difensore delle correnti e che ha esplicitamente criticato Nicola Zingaretti, reo di essersi dimesso da segretario del Pd contro la deriva correntizia del partito.

 

Se anche si fosse trattato di un avvertimento trasversale all'attuale guida dei Dem, in vista delle candidature per le elezioni regionali e per quelle politiche, ai vertici non gli si dà importanza, ben altre sono le preoccupazioni del momento.

 

Ci si limita a osservare che le correnti possono svolgere un importante ruolo culturale, che arricchisce il dibattito e il pluralismo interno. Altra cosa sarebbero frazionismo e faide, contro le quali Enrico Letta - che non ha fatto una sua corrente né messo in piedi cerchi magici - si è battuto fin dal primo istante del suo arrivo alla segreteria.

Articoli correlati

DAGOREPORT! DOMANI SALTA IL GOVERNO DRAGHI? PROBABILE, PROBABILISSIMO, ANZI NO

 

 

 

 

 

GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI draghi conteROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO DI AREA DEM A CORTONAelly schlein giuseppe conte enrico lettaBEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI grillo draghi conte

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE STRATEGIA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E GIORGIA MELONI COL CAZZO CHE CE LO MANDA: HA CONFERMATO PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE GESTITO DA MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE FICHES CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER L’ASSOLUZIONE DI SALVINI: SE NE FREGANO DELLA LEGA E VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD…

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...