IL CAPOLAVORO DI PUTIN: È RIUSCITO A UNIRE LA LITIGIOSA EUROPA CONTRO DI LUI E HA UCCISO IL PACIFISMO TEDESCO - URSULA VON DER LEYEN ANNUNCIA CHE L’EUROPA FINANZIERÀ L’ACQUISTO DI ARMI E ATTREZZATURE ALL’UCRAINA, E AUSPICA L’INGRESSO DI KIEV NELL’UE: “È UNA DI NOI, LI VOGLIAMO DENTRO”. OVVIAMENTE È SOLO UNA FRASETTA FATTA PER FARE PRESSIONE SU PUTIN. COMUNQUE NON C’È FRETTA, LA DECISIONE ARRIVERÀ “NEL TEMPO” - NON SOLO SANZIONI: BANDITA ANCHE LE FILIALI EUROPEE DI “RUSSIA TODAY” E “SPUTNIK”, I MEDIA PROPAGANDISTI DI PROPRIETÀ DEL CREMLINO (LA DOMANDA È: PERCHÉ LI AVEVANO FATTI APRIRE IN UE?)
Vladimir Putin has killed Swedish neutrality and German pacifism in a single weekend
— Samuel Ramani (@SamRamani2) February 27, 2022
Francesca Basso per il "Corriere della Sera"
La Russia ha scatenato la guerra in Ucraina, ai confini dell'Europa, infrangendo il diritto internazionale e gli Stati membri hanno preso ieri una decisione che segna una svolta: «Per la prima volta in assoluto, l'Unione europea finanzierà l'acquisto e la consegna di armi e altre attrezzature a un Paese sotto attacco», ha annunciato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
L'Ucraina è un Paese terzo, non fa parte dell'Unione, anche se la presidente in un'intervista ad Euronews ha detto che gli ucraini «sono uno di noi e li vogliamo dentro» all'Ue, precisando però che «nel tempo, ci appartengono». Quindi non subito. Probabilmente il presidente russo Vladimir Putin non aveva messo in conto una reazione così compatta e così dura da parte dell'Occidente tanto da spingere l'Unione a un passo impensabile solo fino a poche settimane fa.
«È caduto un altro tabù, che l'Europa non fornisce armi durante una guerra. Lo facciamo, perché viviamo in tempi senza precedenti», ha detto l'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Josep Borrell, per il quale è arrivato il momento che l'Ue rafforzi la propria difesa: «L'Ue è un progetto di pace, vogliamo continuare a difenderla e dobbiamo essere preparati a difenderla» perché «se vuoi evitare la guerra devi essere preparato a resistere».
Borrell ha anche detto di temere che «la Russia non si fermi all'Ucraina e l'influenza russa possa espandersi sui Paesi vicini, la Moldavia e la Georgia, e avere un impatto sui Balcani occidentali». Ieri in un Consiglio degli esteri straordinario, il quarto in una settimana, organizzato in modo virtuale, i ministri dei 27 Stati Ue hanno dato il via libera politico alle maxi sanzioni annunciate dalla presidente von der Leyen sabato notte e hanno approvato anche un nuovo pacchetto contro la Bielorussia, complice di Mosca.
L'adozione formale è stata decisa in forma scritta con scadenza alle 4 del mattino perché siano operative all'apertura dei mercati. E già ieri il rublo ha perso il 20% sul dollaro. L'Ue non si è fermata alle sanzioni: ha deciso la chiusura dello spazio aereo alle compagnie russe e la messa al bando della «macchina mediatica del Cremlino»: «Russia Today e Sputnik, di proprietà statale, e le loro filiali non potranno più diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Putin», ha detto von der Leyen.
ELMETTO DI UN MILITARE FORATO DA UN PROIETTILE A KIEV
Oggi i ministri della Difesa dei 27 Paesi Ue in un consiglio straordinario decideranno, mentre la delegazione ucraina incontrerà in Bielorussia quella russa per tentare di aprire una trattativa, come tradurre in pratica i finanziamenti decisi ieri: 450 milioni per comprare armamenti (anche jet ha precisato Borrell) e consegnarli alle forze armate ucraine e 50 milioni per attrezzature protettive e carburante.
La copertura sarà fornita dal Fondo per la pace e da un fondo intergovernativo. Lo sforzo dell'Ue è l'isolamento internazionale della Russia, politico ed economico. Le sanzioni annunciate sabato sera, in coordinamento con il G7, prevedono l'esclusione di importanti banche russe dal sistema internazionale di pagamenti Swift, ieri era ancora in corso la discussione con Londra e Washington e oggi, ha detto Borrell, sarà pubblicata la lista.
Via libera operativo invece al divieto di transazioni con la Banca centrale russa e alla paralisi dei suoi asset (circa la metà sono collocati in istituti di credito nei Paesi del G7) per impedirle di finanziare la guerra del presidente Vladimir Putin, e al divieto agli oligarchi russi di compiere operazioni finanziarie sui mercati Ue. Una ventina di nomi è inoltre stata aggiunta alla lista di oligarchi sanzionati (congelamento degli asset e divieto di viaggio nell'Ue): esponenti appartenenti al mondo della politica, dell'economia (amministratori delegati) e militari.
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