nistri del sette

"NEI SECOLI FEDELE": RENZI ORDINA E GENTILONI ESEGUE - CON LA NOMINA DI NISTRI A CAPO DEI CARABINIERI IL GIGLIO MAGICO SEGNA UN COLPO (SPONSOR FRANCESCHINI, NISTRI HA BUONI RAPPORTI CON IL GEN. SALTALAMACCHIA) - SCONFITTI PINOTTI, MINNITI E MATTARELLA - CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO È STATO DESIGNATO IL GENERALE SALVATORE FARINA - MARIO NAVA ALLA CONSOB

 

DAGOREPORT

 

nistri con franceschini

Il Consiglio dei ministri chiude l’era Del Sette ai Carabinieri; e con la nomina di Giovanni Nistri, Gentiloni lascia sul terreno morti e feriti. La sconfitta più cocente arriva per Roberta Pinotti. La ministra, ostaggio di Claudio Graziano (Capo di Stato maggiore della Difesa), puntava su Vincenzo Coppola: collega di accademia proprio di Graziano. Un altro sconfitto è Marco Minniti. Il ministro dell’Interno, per fare un favore a Gallitelli, puntava le sue carte su Ilio Ciceri.

 

Nistri con Del Sette

Chi vince la partita dei Carabinieri, invece, è Dario Franceschini. Giovanni Nistri, da sempre particolarmente attivo nella salvaguardia del patrimonio culturale (ha curato anche il restauro di un dipinto dell’epoca coloniale), si è saputo ingraziare le grazie del ministro. Per non parlare dei buoni rapporti che il generale ha saputo coltivare con il Giglio Magico renziano, tramite il gen. Saltalamacchia, pure lui – come Del Sette - coinvolto nella vicenda Consip.

 

Restano al palo anche i candidati del Quirinale. Mattarella aveva fatto arrivare a Palazzo Chigi il suo gradimento per due generali, Amato e Robusto per sostituire Del sette. Niente da fare: Gentiloni ha preferito Nistri.

 

Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera

ogaden

 

L' accordo è stato raggiunto ieri sera grazie all' asse tra Palazzo Chigi e Quirinale. E questa mattina il consiglio dei ministri ratificherà le nomine del comandante generale dei carabinieri e del presidente della Consob. Via libera anche al presidente della Corte dei Conti e al capo di Stato maggiore dell' Esercito. A meno di sorprese dell' ultima ora i nomi saranno quelli comunicati anche alle opposizioni.

 

La legislatura è ormai in scadenza, ma non si è ritenuto opportuno - vista anche la delicatezza delle cariche - optare per dei «reggenti». E dunque, dopo le consultazioni con i ministri coinvolti - Pier Carlo Padoan, Roberta Pinotti e Marco Minniti - si è deciso di procedere.

mario nava

 

Alla guida dell' Arma Giovanni Nistri, 60 anni, attuale comandante interregionale Ogaden con sede a Napoli. Al vertice di Consob arriverà invece Mario Nava, 51 anni che lavora presso la Commissione europea con l' incarico di direttore per il monitoraggio del sistema finanziario e gestione delle crisi.

 

 

Secondo le indiscrezioni fino a qualche giorno fa la favorita era Lucrezia Reichlin ma l' economista aveva fatto sapere di non essere interessata. Sulla poltrona più alta della Corte dei conti siederà l' attuale presidente delle sezioni riunite dello stesso organismo Angelo Buscema. Capo di Stato maggiore dell' Esercito è stato designato il generale Salvatore Farina, ora Comandante del Joint Force Command Brunssum della Nato con base a Brunssum, in Olanda.

salvatore farina

 

Non sarà facile il compito di Nistri, visto quanto accaduto negli ultimi mesi all' interno dell' Arma con il comandante Tullio del Sette indagato nell' ambito dell' inchiesta Consip per rivelazione di segreto e favoreggiamento, insieme al generale Emanuele Saltalamacchia, al sottosegretario Luca Lotti.

 

Ma anche con la bufera che ha travolto gli investigatori del Noe, il Nucleo operativo ecologico, accusati di depistaggio e di aver costruito false prove contro il padre di Matteo Renzi, Tiziano, a sua volta indagato per traffico d' influenze illecite.

 

SALTALAMACCHIA RENZI

Una situazione che ha creato una spaccatura interna molto netta e un indebolimento dell' istituzione. Mandato certamente impegnativo anche quello di Nava alla Consob, da più parti accusata di non aver vigilato in maniera adeguata sul sistema bancario e dunque di aver contribuito alla crisi delle Popolari. Proprio nel corso delle audizioni di fronte alla commissione parlamentare d' inchiesta sono emersi divisioni e contrasti con Bankitalia.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…