CARO AMICO TI PRESCRIVO - LA CORSA ALLA PRESCRIZIONE DEL PROCESSO MILLS: GHEDINI E LONGO SI INERPICANO IN CALCOLI DEGNI DEI MAYA PER DIMOSTRARE CHE TUTTO DEVE CONCLUDERSI AL MASSIMO ENTRO IL 16 FEBBRAIO, CIOÈ IL GIORNO DOPO L’ULTIMA UDIENZA - ATTANASIO: “MAI NESSUN PRESTITO DA MILLS”, “È UNA FOLLIA CHE PER PARCELLE SI SIA TENUTO 1,7 MILIONI MIEI” - PER GHEDINI, INVENTANDO IL NOME DI BERLUSCONI, MILLS AVREBBE NASCOSTO AGLI INGLESI LA SUA FALSA TESTIMONIANZA SU DENDOR NEL 2003...

Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

«E certo che siamo al fotofinish...!», sbotta alle 18.30 la presidente del processo Mills, Francesca Vitale, stretta tra l'incudine del pm De Pasquale - «rifiuto l'idea della sentenza al fotofinish, per me il processo non è prescritto nè domani nè tra una settimana, neanche posso immaginare che il Tribunale fissi l'ultima udienza utile il giorno prima della prescrizione, chi ha paura della discussione finale?» - e il martello dei difensori di Berlusconi.

Che invece chiedono al Tribunale di dichiarare una prescrizione a loro avviso già maturata l'8 gennaio sulla base di un parere pro veritate anche di un giurista di area progressista e critico con le leggi ad personam come Gaetano Insolera, il professore bolognese (scuola Bricola) che in passato ha difeso anche l'ex sindaco Pd di Bologna, Flavio Del Bono, o il campione di ciclismo Marco Pantani.

La pressione della «zona Cesarini», combinata a qualche malanno, si percepisce anche quando la presidente auspica che i legali contengano la richiesta di prove straordinarie entro una certa ora pomeridiana, «fisicamente non ce la faccio, la mia salute forse varrà più del resto...».

E indica l'udienza di domani per la requisitoria e se c'è tempo già l'inizio delle arringhe, e l'udienza di mercoledì per la fine delle arringhe: «compressione dei tempi» nella quale i legali temono un tentativo del Tribunale di arrivare in extremis quantomeno alla camera di consiglio, una manciata di ore prima che la prescrizione neutralizzi la sentenza.

L'unica cosa certa è che il Tribunale, qualunque idea abbia sulla prescrizione della corruzione del teste Mills imputata all'ex premier, intende mostrarla solo dopo la decisione della Corte d'Appello sulla ricusazione delle tre giudici chiesta da Berlusconi, in agenda il 18 febbraio con esito nei 5 giorni successivi. Ieri il Tribunale si è infatti richiamato alla norma - che sotto ricusazione gli «inibisce ogni decisione definitoria del processo», compreso il proscioglimento per prescrizione - proprio per non rispondere alla difesa che la invocava subito.

Con applicazione agli arzigogoli aritmetico-giudiziari degna delle minuzie delle stampe giapponesi di Hokusai, Ghedini e Longo propongono una erudita teoria dei periodi di sospensione della prescrizione (oltre due anni in questo processo) tutte le volte che una legge ad personam sia finita alla Corte Costituzionale per esserne bocciata.

Forte dei pareri di professori di orientamenti diversi come Insolera e Antonio Fiorella (diritto penale alla Sapienza di Roma), la difesa Berlusconi argomenta che la clessidra della prescrizione ricomincerebbe a svuotarsi già dal giorno stesso in cui la Corte Costituzionale decide, non dalla data in cui deposita il verdetto, non dalla data in cui la Gazzetta Ufficiale la pubblica, e tantomeno dalla data (invece sostenuta dal pm) in cui la Consulta ritrasmette gli atti al Tribunale.

La difesa propugna poi un calcolo della prescrizione non in giorni (che per esempio fanno 31 nei mesi che ne hanno 31) ma in anni-mesi-giorni (dove i mesi convenzionali sono di 30 giorni e dunque il computo è più favorevole all'imputato). In più smangiucchia qua e là qualche giornata in base a riletture dei verbali d'udienza.

Il risultato è che il processo si sarebbe già prescritto l'8 gennaio, o al massimo il 31 gennaio, o a tutto concedere il 3 febbraio. Resta, non indicata, nel peggiore dei casi la data del 16 febbraio: proprio il giorno dopo l'ultima udienza (il 15) sinora fissata dal Tribunale che ieri ha chiuso l'istruttoria con il teste Diego Attanasio, l'armatore tornato per la terza volta dalla Namibia a contraddire la plateale ritrattazione di Mills («una fiction») sui 600mila dollari ricondotti a Berlusconi.

Dalla verve di Attanasio, che chiama la presidente «signora» senza irritarla («non c'è problema, prima che una presidente sono una signora»), l'accusa ricava la conferma della commistione di soldi dei vari clienti operata sistematicamente da Mills: «Mai nessun prestito da lui», «è una follia che per parcelle si sia tenuto 1,7 milioni miei».

La difesa valorizza invece la prova che nel 1998 e nel 2003 ai giudici inglesi Mills attribuì falsamente a uno svizzero morto la società Dendor in realtà di Attanasio: per Ghedini non è allora irrazionale che nel 2004 Mills al fisco inglese e ai pm italiani abbia legato i 600.000 dollari a Berlusconi anziché allo sconosciuto Attanasio, perché tacendo il nome di Attanasio e inventando quello di Berlusconi avrebbe nascosto agli inglesi la sua falsa testimonianza su Dendor nel 2003.

 

DAVID MILLS e BerlusconiBerlusconi arriva in Tribunale per il processo MillsLONGO E GHEDINI big David Mills

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER