STATI A CASA - IL CENTRODESTRA NON PARTECIPERÀ AGLI STATI GENERALI: ''CI CONFRONTEREMO MA SOLO IN SEDI ISTITUZIONALI''. CONTE: ''VILLA PAMPHILI LO È'' - ORLANDO: ''PRIMA SI LAMENTANO DI NON ESSERE COINVOLTI E POI NON PARTECIPANO'' - CASSESE: ''CONTE SE LA PRENDE CON LA BUROCRAZIA, MA QUELLO CHE PREOCCUPA È L'AZIONE INCOERENTE DEL GOVERNO. LO STILE LEADERISTICO SENZA LEADER. L’ACCENTRAMENTO SENZA RAPIDITÀ DI AZIONE. IL SENTIRE MOLTI PER NON ASCOLTARE NESSUNO''
1.C.DESTRA, NON ANDREMO AGLI STATI GENERALI
(ANSA) - "Il centrodestra è compatto sul no alla partecipazione agli Stati generali organizzati dal governo a Villa Pamphili". È quanto emerso nel corso del vertice tra Salvini, Meloni e Tajani, che non si è ancora concluso. I tre partiti hanno ribadito di essere pronti a confrontarsi con il governo in qualsiasi momento, ma soltanto in occasioni e sedi istituzionali.
2.CONTE A C.DESTRA, VILLA PAMPHILI SEDE ISTITUZIONALE
matteo salvini e giuseppe conte in senato prima del discorso del premier
(ANSA) - Il centrodestra diserterà gli stati generali dell'economia? "Si convinceranno che villa Pamphili è una sede istituzionale". Lo dice il premier Giuseppe Conte parlando fuori da Palazzo Chigi.
3.FASE 3:ORLANDO,ASSENZA OPPOSIZIONE A STATI GENERALI È ERRORE
(ANSA) - "Un'opposizione che si lamenta di non essere coinvolta e poi quando viene chiamata non si presenta. Deve mettersi d'accordo con se stessa. Il no agli stati generali è un errore". Lo ha detto Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, questa sera a Otto e mezzo su La7.
4.COSA PUÒ FARE IL GOVERNO ORA
Sabino Cassese per il ''Corriere della Sera''
Il governo ha dinanzi due bivî. Deve stabilire come coniugare interventi urgenti e decisioni importanti. Deve darsi degli obiettivi e misurarne la possibilità di realizzazione.
Chi governa sa che le decisioni urgenti, imposte dall’emergenza, prendono la mano a quelle importanti. Ma questa volta l’evento dal quale non siamo ancora usciti ha sconvolto così profondamente società prima ed economia poi, da imporre di ristabilire le priorità. Gli interventi fatti finora sono stati dominati dall’urgenza.
Decreto Cura Italia e decreto Rilancio, per un valore complessivo superiore a 80 miliardi, sono stati ispirati alla logica spartitoria, per risarcire i danneggiati dalla clausura (e anche alcuni che non lo sono stati). Un governo che voglia far sul serio deve ora cercare di guardare lontano, curare mali endemici, prospettare un futuro: grandi infrastrutture (a partire da ospedali, scuole, verde attrezzato), istruzione (non solo, quindi, scuola), uffici pubblici, giustizia, hanno bisogno di manutenzione, rammendi, ricostruzione. Il presidente del Consiglio ha spesso dichiarato di voler entrare nella storia. Questo — se ci riesce — è il modo.
Bilanciare gli obiettivi con la capacità di realizzarli è il modo per non scrivere libri dei sogni.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA
Il presidente del Consiglio ha annunciato che proporrà misure ambiziose. Il piano Colao elenca con intelligenza obiettivi largamente condivisi. Gli Stati generali sono annunciati per prospettare futuri possibili. Da tempo, però, il presidente del Consiglio segnala che la strumentazione è insufficiente.
Auspica «una drastica riduzione della burocrazia» (Corriere della Sera , 27 maggio 2020), vuole «sburocratizzare la macchina statale» (il Giornale , 16 maggio 2020), dichiara che «abbiamo bisogno di far correre l’economia con tagli della burocrazia» (Repubblica , 15 maggio 2020), lamenta «una burocrazia asfissiante che da decenni continua a essere un freno per la competitività del nostro sistema produttivo e che in questa fase di emergenza ci impedisce di andare più veloci» (Il Quotidiano del Sud, 27 aprile 2020), osserva che «ancora oggi la burocrazia compromette l’efficienza della pubblica amministrazione e costituisce un freno alla crescita economica e sociale del Paese» (Il Giornale, 19 aprile 2020).
Francesco Giavazzi, due giorni fa, ha ricordato, su queste pagine l’insegnamento di Carlo Azeglio Ciampi, nell’anno in cui è stato a Palazzo Chigi. Ciampi non si fermava dinanzi agli ostacoli, curava tempi e dettagli, si assicurava sempre che le scadenze venissero fissate e rispettate. L’attuale titolare sta a Palazzo Chigi da due anni, durante i quali avrà avuto modo di rendersi conto che troppo spesso negli uffici pubblici sono stati sistemati, senza regolari concorsi, aperti a tutti, clienti, consulenti, capibastone, fiduciari, preoccupandosi più della loro lealtà che della loro qualità ed esperienza.
sabino cassese foto di bacco (2)
Se non fosse stato per la resistenza del titolare dell’Istruzione, avremmo avviato nei giorni scorsi un’altra infornata di dipendenti pubblici scelti senza alcuna prova. Nei ministeri si architettano nuove assunzioni con criteri di selezione semplificati. Nessuno in questi anni (compresi i due ultimi anni), si è preoccupato dei tre punti chiave di una buona gestione: selezione degli amministratori, disegno delle procedure, congegni diretti a motivare il personale.
È ora l’azione incoerente di governo che preoccupa, più che la burocrazia. Il Consiglio dei ministri sostituito dalla processione dei ministri a Palazzo Chigi. Lo stile leaderistico senza leader. L’accentramento senza rapidità di azione. Il sentire molti per non ascoltare nessuno. Gli Stati generali divenuti passerella. L’«activity» confusa con «action». Persino il solitamente iracondo Salvini, scoprendo l’ironia, invitato agli Stati generali, ha osservato: «Non so ancora nulla, non so dove, come, quando e perché; poi vado, per carità», per decidere, infine, insieme a Meloni e Tajani, di non partecipare.