SOLO CASALEGGIO PUÒ PREMERE IL GRILLINO

Da "Parioli Pocket"

GRILLINI 1
Duri e puri, ma fino a un certo punto. Hanno sfidato la casta, chiesto la riduzione degli stipendi, preteso un taglio dei privilegi. Eppure... Eppure qualche "grillino" non ha resistito alla tentazione di approfittare di uno dei servizi presenti in Senato: la banca. Quella filiale della Bnl che - nell'immaginario collettivo - offre condizioni impareggiabili. In realtà costi e tassi non sono molto diversi da quelli di altre banche, tranne che per i mutui per i quali le condizioni sono davvero vantaggiose.

Ma dopo la denuncia di un deputato dell'Idv, quella banca è diventata uno dei simboli dei privilegi della "casta". Vantaggi indebiti, a detta del Movimento di Beppe Grillo, che vanno eliminati. Eppure, almeno stando a fonti concordanti, almeno un paio di senatori grillini si sarebbero già affacciati allo sportello per aprire un conto. Nulla di male, a nostro avviso. Purché ci si ricordi che per scagliare pietre è bene essere senza peccato.

GRILLINI 2
Primo "giorno di scuola" a Palazzo Madama. Una senatrice entra dall'ingresso principale. Ai giornalisti che la assediano non dice una parola. Varcato il portone si identifica ad un commesso come neo-eletta del M5S. Il funzionario gentilmente la accompagna lungo il corridoio. L'uomo, stretto nell'elegante divisa nera, attende con lei l'ascensore che porta al piano Aula. Per ingannare l'attesa prova a rompere il ghiaccio: "Benvenuta al Senato, è la prima volta che viene qui?". Lei lo guarda sospettosa, riflette un secondo e poi risponde: "No comment". Appunto, no comment.

GRILLINI 3
Aula di Montecitorio. Laura Boldrini sta per fare il suo primo discorso dopo l'elezione a presidente della Camera. I commessi informano con discrezione i deputati che per rispetto al neo-presidente, il bon ton istituzionale prevede che eventuali manifestazioni di dissenso siano limitati a restare seduti, senza applaudire. Roberto Fico ascolta. Poi prende il telefono e chiama qualcuno. Terminata la conversazione impartisce l'ordine di scuderia: tutti i grillini devono restare seduti, senza applaudire.

La Boldrini inizia il discorso. I deputati del Movimento, così come quelli del Pdl, restano seduti. Nessuno applaude, neanche ai passaggi più condivisibili dal Movimento. Ma quando la presidente ricorda le vittime della strage di via Fani, nel giorno del rapimento di Aldo Moro, persino i berlusconiani si alzano e tutto l'emiciclo applaude. Tranne i grillini. Francesco Boccia, del Pd, se ne accorge. Si gira verso di loro e allarga le braccia come a dire: almeno ora potete applaudire!

Due deputate del M5S si guardano e scattano in piedi in un applauso liberatorio. Fico fa loro cenno di restare sedute, ma altri seguono l'esempio e si alzano in omaggio alle vittime. È l'anarchia grillina. Poco dopo, al Senato, una pattuglia di M5S, in barba alle indicazioni del vertice, voterà per Pietro Grasso.

LA SPERANZA DEL PD
Roberto Speranza, il giorno dopo la sua elezione a capogruppo del Partito Democratico alla Camera, entra nell'Aula di Montecitorio. Si guarda intorno, l'emiciclo è mezzo deserto. Imbocca il corridoio che lo porta verso uno scranno parlamentare. Continua a guardarsi in giro, in cerca di una faccia amica: davanti a lui, di spalle, siede un deputato. Quando si gira, sul volto di Speranza si legge sconcerto. L'uomo che gli tende la mano è Angelino Alfano.

Il segretario del Pdl non lo riconosce e lo saluta con un sorriso. Speranza capisce: ha sbagliato lato dell'Aula e si è seduto negli scranni di quei "berlusconiani" con i quali, in Tv e sui giornali, ripete di non voler avere nulla a che fare. Ma non ha scelta: imbarazzato stringe la mano di Alfano, mentre si guarda intorno nella speranza (è il caso di dirlo) che non ci siano fotografi appollaiati in "galleria". Non ne vede e tira un sospiro di sollievo, convinto che nessuno lo abbia pizzicato. Nessuno tranne qualche collega, che sorridendo racconta l'imbarazzante episodio.

TUTTA COLPA DI FRANCESCA
Una foto, si sa, vale spesso più di mille parole. E quella di Silvio Berlusconi con gli occhialoni da sole anti-uveite - stile Robert De Niro ne "Gli Intoccabili" - che entra in Senato per votare il futuro presidente di Palazzo Madama, è sicuramente uno scatto che non aiuta l'immagine del Cavaliere. Tanto che in diversi si sono domandati chi gli abbia consigliato quel modello, un po' datato, che gli ha scatenato contro l'ironia di mezzo Parlamento. Anche nel Pdl. Dove in molti accusano Francesca Pascale, la fidanzata ufficiale del Cavaliere. "Sei un figo", gli avrebbe detto, convincendolo che quello era il modello azzeccato per il gran ritorno sulla scena politica dopo il ricovero al San Raffaele.

LA MODESTIA DELLA BOLDRINI
"Piacere, Laura Boldrini". L'avesse detto qualche giorno prima, non avrebbe fatto notizia. Ma la neo-presidente di Montecitorio si è rivolta così agli stupefatti giornalisti che la attendevano al termine di un incontro con Nancy Pelosi, ex speaker della Camera Usa. Un approccio umile, quasi imbarazzato, che ha piacevolmente sorpreso diversi cronisti presenti. Nessuno dei quali, ovviamente, ha avuto il coraggio di esternare ciò che tutti pensavano: "Sì, lo sappiamo chi sei...".

 

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