PRESIDENTI CARIATI - ELISABETTA CASELLATI E’ UNA RICCA SIGNORA VENETA IN POLITICA DAL ’94, ROBERTO FICO E’ UN NAPOLETANO APPASSIONATO DI FISARMONICA CON UN PASSATO DA CENTRALINISTA AL CALL CENTER - LA PRIMA ASSUNSE LA FIGLIA LUDOVICA COME CAPO DELLA SEGRETERIA AL MINISTERO (CON UNO STIPENDIO DOPPIO DI QUELLO ATTRIBUITO AI FUNZIONARI DEL 9° LIVELLO CON QUINDICI ANNI DI ANZIANITÀ), IL SECONDO E’ SEMPRE STATO INFLESSIBILE CONTRO LE “PARENTOPOLI”

Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”

 

ROBERTO FICO

Se occorre «canoscere ll'aglio d''o fico», come dicono a Napoli, forse le destre e i grillini non sanno bene chi hanno rispettivamente eletto, con lo scambio di voti, alle presidenze delle Camere . Perché certo, magari andranno anche d' accordissimo su tutte le cose estranee alla politica (auguri) ma le storie dell' uno e dell' altro dicono che, senza il «compromesso euforico» dettato dall' entusiasmo di spartirsi i posti (poi si vedrà) mai e poi mai Maria Elisabetta Alberti Casellati avrebbe votato uno come Roberto Fico e mai e poi mai Roberto Fico avrebbe votato una come Maria Elisabetta Alberti Casellati.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI

 

Troppo diversi. La prima è un' agiata signora veneta laureata in giurisprudenza e poi in diritto canonico alla Lateranense, avvocato matrimonialista (tra le cause più note quella tra Simona Ventura e Stefano Bettarini), in politica dall' ormai lontano 1994, presidente di commissioni, sottosegretaria, membro del Csm e così via. Il secondo è un napoletano di Posillipo, diplomato al liceo «Umberto I», laureato a Trieste in Scienze della Comunicazione, appassionato di atletica e di fisarmonica, costretto a fare un po' di tutto: dal centralinista al call center Vodafone al gestore di un piccolo B&B fino al redattore d' una piccola casa editrice di libri giuridici.

 

ROBERTO FICO

Fin qui, potrebbero anche intendersi. Sulla politica, però, fuochi artificiali. Di qua la Casellati è da un quarto di secolo una fedelissima di Berlusconi sempre pronta, soprattutto negli anni in cui il tema era ustionante, a battersi come una valchiria sul conflitto di interessi in difesa del Cavaliere. Di là Fico ha sempre visto Sua Emittenza (venendone ricambiato: «è un buffone») con un disprezzo dichiarato.

 

Al punto che un anno fa, quando era da un pezzo presidente della Commissione di vigilanza Rai e teorizzava la fine del salotto preferito del leader azzurro («Da quanto tempo va avanti "Porta a porta"? Due secoli? Bisogna cambiare e rinnovare. Io la chiuderei») si spinse a dire: «E' assurdo che nel 2017 Berlusconi abbia ancora il potere di parola per fare il male dell'Italia».

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI

 

Per non dire dei rapporti col tema Parentopoli. Di qua Fico schierato da sempre con i più inflessibili contro certe derive presenti non solo nei dintorni di Vincenzo de Luca ma anche dentro il MoVimento, di là la Alberti Casellati coinvolta anni fa, quando era sottosegretario alla Salute, nell' assunzione della figlia Ludovica come capo della segreteria al ministero con uno stipendio doppio di quello attribuito ai funzionari del 9° livello con quindici anni di anzianità.

 

Una brutta storia che gestì malissimo. Sostenendo ad esempio, in uno scontro televisivo con Marco Travaglio: «Mia figlia si è licenziata da un lavoro a tempo pieno com' era a Publitalia per lavorare un anno con me, per darmi una mano con un rapporto fiduciario E rimettendoci anche economicamente». Ma la questione di principio?

ROBERTO FICO

 

Boh Ancora più interessante, tuttavia, è forse il rapporto tra il nuovo presidente della Camera e i leghisti, i cui voti sono stati assolutamente determinanti. «Un accordo con la Lega in Parlamento?», diceva un anno fa al Fatto Quotidiano, «Siamo molto diversi. La Lega vuole il blocco navale e noi no, per dire. Il M5S è un altro mondo rispetto a Salvini». E qui si andava a sbilanciare sull' abisso: «Non faremo accordi sulle poltrone ma sui temi». Cioè? Quali?

 

IL BACIAMANO ALLA CASELLATI

Due mesi dopo tornava sul punto mandando a dire al «non amico» Matteo reo di aver aperto qualche spiraglio verso possibili convergenze con i grillini: «Caro Salvini, vorrei rincuorarti sul fatto che tra il M5S e la Lega, tra Beppe e te, la distanza di visioni, idee, contenuti è siderale». E qui tirava fuori la questione delle ruspe e degli immigrati: «I diritti umani per noi prevalgono sopra ogni cosa. Il M5S non crede che la soluzione a ogni problema sia aggredire gli ultimi».

ROBERTO FICO

 

E se il leader in tuta della Lega sosteneva «non vedo l' ora di vincere le elezioni per riempire gli aerei e riportarli a casa loro», lui no. Anzi: «Qual è il mondo che veramente desideriamo e vogliamo costruire? Un mondo che coltiva una cultura della discriminazione e dell' intolleranza o un mondo che combatte quelle discriminazioni per costruire uno spirito di comunità? Il M5S non ha dubbi ed è questa la sua visione di società, lontana anni luce da quella della Lega».

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI

 

Quale fosse la sua opinione sul capo emergente della destra italiana, del resto, l' aveva già detto un anno fa a «Un giorno da Pecora»: «Salvini? Trovo sia una persona scarsamente cresciuta». E torniamo alla domanda: se non avessero evitato di distinguere l' aglio dal fico, si sarebbero votati l' un l' altro?

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