david rossi iene antonino monteleone

AVETE MAI VISTO UN TESTIMONE ACCUSATO DI NON ESSERE ATTENDIBILE CHE NON VIENE QUERELATO DA NESSUNO, ANZI VIENE MINACCIATO AFFINCHÉ RITRATTI? BENVENUTI NEL MAI RISOLTO CASO DAVID ROSSI: STASERA LA NUOVA PUNTATA DELLE ''IENE'' SULL'INCHIESTA DI GENOVA. IN CUI C'È UN TESTIMONE DEI FESTINI DI SIENA CHE HA IL CORAGGIO DI RACCONTARE IL FAMIGERATO ''GROVIGLIO ARMONIOSO'' TRA MAGISTRATI, POLITICI, FORZE DELL'ORDINE. CI SONO MOLTE CONFERME MA A NESSUNO FA COMODO CHE PARLI…

 

 

 

1. MINACCE AL TESTIMONE: A CHI DÀ FASTIDIO LA VERITÀ SU DAVID ROSSI?

Da https://www.iene.mediaset.it/

 

 

Un possibile testimone chiave dell’inchiesta della Procura di Genova sugli ipotetici abusi d’ufficio nelle indagini relative alla morte di David Rossi, di cui “Le Iene” hanno parlato a lungo negli ultimi anni, avrebbe ricevuto delle gravi minacce: Carolina Orlandi (figlia di Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, ndr.) e l’avvocato della famiglia Rossi, Carmelo Miceli, ne parlano ad Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, nel servizio in onda stasera, martedì 22 dicembre, in prima serata su Italia1.

 

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Questo testimone - le cui dichiarazioni erano state mandate in onda per la prima volta nel marzo del 2018 - avrebbe riconosciuto magistrati e personaggi di spicco come partecipanti a festini hard anche davanti ai pm di Genova l’anno successivo. Nelle settimane precedenti all’udienza di giovedì scorso in cui la famiglia si è opposta alla richiesta di archiviazione della procura di Genova, sarebbe stato minacciato ripetutamente con il fine di farlo ritrattare. 

 

“Credimi io sono veramente preoccupata che a questa persona possa succedere qualcosa perché l’hanno minacciato. Questa persona veramente rischia la vita in questo momento” – dice Carolina Orlandi, appena saputa la notizia che un quotidiano online ha rivelato l’identità del testimone -. “Si parla di un testimone che ha confermato quello che aveva detto a noi. È stato sentito a Genova dove ha confermato tutto ma ritenuto non attendibile. In questi giorni gli viene fatta una pressione psicologica assurda, lo hanno minacciato di rivelare la sua identità affinché ritrattasse”.

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La procura e il tribunale di Siena per due volte hanno archiviato il caso come suicidio, mentre la famiglia di David e i suoi legali sono fermamente convinti del contrario. Adesso la palla è passata nelle mani della Procura di Genova, che deve valutare se occorra andare avanti con le indagini, come richiesto dai familiari di Rossi. La famiglia sostiene che una serie di atti non erano rintracciabili nel fascicolo genovese salvo poi riapparire qualche giorno prima dell’udienza di giovedì scorso. Con il risultato che una parte dei testimoni sentiti dalla Procura sarebbe stata sconosciuta ai legali della famiglia nel momento in cui hanno presentato la loro opposizione alla richiesta di archiviazione. E, aggiunge la famiglia, un possibile testimone chiave - un ex carabiniere ndr - sentito ad indagine difensiva non sarebbe stato considerato nè sentito dalla Procura prima di valutare e chiedere l’archiviazione del caso.

 

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Queste le prime dichiarazioni di Carolina all’indomani dell’udienza presso il Tribunale di Genova di giovedì scorso: “Esco dal tribunale di Genova molto sconfortata, hanno cercato di ribadire che tutti gli atti sono stati presi in considerazione, che quelli che non sono stati presi in considerazione alla fine non erano influenti… Antonino… ma che ti devo dire, alla fine com’è che si dice? Cane non morde cane?”

 

Monteleone: “Mi pare di capire che non hai grandi speranze per questo Natale?”

 

Carolina: “Quale Natale? Noi non facciamo Natale da 7 anni, mia madre non vive più.”

 

La procura di Genova per il momento sembrerebbe rimanere ferma sulle sue posizioni, cioè di chiedere l’archiviazione e non ritenere non necessarie fare ulteriori indagini.

 

Ma la settimana scorsa la trasmissione aveva mandato in onda le dichiarazioni di un nuovo possibile testimone, un ex comandante di una stazione dei Carabinieri in toscana, depositate in procura a Genova un anno e mezzo fa, ma che inspiegabilmente non è mai stato sentito dai magistrati. Il carabiniere in pensione sostiene di come più di una volta sempre lo stesso magistrato sarebbe intervenuto affinché lui non indagasse in più di una situazione. Inizialmente riguardo al recupero di opere archeologiche rubate, un’altra volta invece sarebbe stata fermata sul nascere un’indagine sui festini hard ai quali avrebbe partecipato magistrati, segretario del vescovo, cappellano militare dei paracadutisti… Se da un lato l’ex carabiniere racconta come gli sarebbe stato impedito di indagare sui festini in curia, dall’altro aggiunge che avrebbe raccolto le confidenze di un pittore pregiudicato, sorvegliato speciale, che gli raccontava se la sarebbe spassata durante festini disinibiti ai quali avrebbe partecipato lo stesso magistrato e un agente della polizia giudiziaria. Tutte tesi che, se confermate, sarebbero molto gravi.

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Festini, magistrati, droga e c’è un altro elemento che tornerebbe anche in questo racconto: filmini registrati di quei festini, che a detta del militare sarebbero stati addirittura cercati da qualcuno che si sarebbe presentato come appartenente ai servizi segreti. Il pittore pregiudicato morirà impiccato in carcere, pochi giorni prima di uscire grazie all’indulto e il carabiniere ha dei dubbi che si sia trattato realmente di un suicidio. Quando a parlare di festini e filmini è un detenuto o un ex escort i magistrati di Genova dubitano della loro attendibilità. Ma quando a raccontare di festini, filmini e indagini insabbiate è l’ex comandante di una stazione dei carabinieri? Non sarebbe doveroso almeno sentirlo?

 

Il commento di Carmelo Miceli: “Non si possono non fare dei riscontri a quei testimoni che si sono in maniera così, secondo me anche superficialmente definiti inattendibili, ci sono dei testimoni che parlano dei festini, che parlano del possibile coinvolgimento dei magistrati, hanno indicato con dovizia particolari luoghi, hanno indicato persone, hanno indicato persone che potrebbero a loro volta confermare, ecco tutte queste indagini vanno fatte bene, perché fino ad oggi non sono state fatte bene”.

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Per la difesa della famiglia di David bisogna indagare ancora sia sulle dichiarazioni di tutti i testimoni, già sentiti e non. E anche sull’attendibilità del giovane ex escort intervistato da “Le Iene”,  la famiglia ha una posizione diversa dalla procura anche alla luce delle gravi minacce che negli ultimi giorni sono arrivate a lui, e, addirittura, ai suoi familiari: “E se non ritratti – gli avrebbero scritto - “distruggeremo la tua vita e ti faremo perdere tutto, persino il tuo lavoro”.

 

“È talmente inattendibile - conclude l’avvocato Miceli - che in questi giorni viene minacciato costantemente, viene indotto a ritrattare, viene a subire una pressione psicologica che lo porta a vedere una vita distrutta, una vita che si era ricostruito con tanti sacrifici. c’è un teste che ha il coraggio di dire le cose come stavano non guardando in faccia a nessuno e non mostrando timore almeno fino a prima delle minacce a fare nome di magistrati, personaggi importanti, forze dell’ordine eccetera”. 

 

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Carolina Orlandi: “Io ti posso dire che quando ho saputo che la sua identità era stata svelata mi sono sentita morire, per lui. Questa persona ha una famiglia, ha un lavoro, ha una vita rispettabile. Ma come si deve sentire in questo momento, io non ci voglio nemmeno pensare, mi sento quasi in colpa. Lui si è messo una mano sulla coscienza, ha detto tutto quello che sapeva, cose veramente gravi e delicate, credimi io sono veramente preoccupata che a questa persona possa succedere qualcosa”.

 

 

 

Per concludere Antonino Monteleone chiede: se un testimone è inattendibile, come mai verrebbe minacciato, lui e i suoi cari, affinché ritratti? Chi è che ha così paura di ciò che racconta? Non sarebbe il caso di indagare per capire a chi, ancora oggi, dà fastidio la verità su David Rossi?

l ex sindaco piccini e i festini nelle ville di siena

 

 

 

 

 

2. CASO DAVID ROSSI, TUTTO QUELLO CHE ANCORA OGGI NON TORNA. NUOVA PUNTATA DELLE IENE

Orlando Sacchelli per https://larno.ilgiornale.it/

 

Stasera le Iene si occupano di nuovo del caso David Rossi, sulla cui morte vi sono ancora diversi lati oscuri. Come ci spiega l’inviato Antonino Monteleone l’idea di tornare su questa vecchia storia, dopo una lunga pausa, trae origine da due motivi. “Siamo in attesa di capire, dopo tre anni, se siamo dei diffamatori oppure no. Otto magistrati ci hanno querelato per aver mandato in onda alcune riflessioni fatte dall’ex sindaco di Siena. Affermazioni in cui Pierluigi Piccini si limitava a sollevare dei dubbi, non tanto sulla morte di Rossi, ma sull’eventualità che ci fosse qualcosa ad aver condizionato la serenità degli inquirenti. Bene, dopo tre anni ancora i pm non hanno deciso se mandarci a processo oppure no. Nel frattempo – prosegue Monteleone – la procura di Genova, competente sui magistrati senesi, ha aperto un fascicolo per abuso d’ufficio. Che qualcuno non abbia fatto bene il proprio lavoro dal nostro punto di vista è un fatto”.

caterina orlandi incontra l escort dei festini senesi

 

Ricapitoliamo rapidamente la vicenda. Quando l’ex sindaco di Siena fa quelle affermazioni sui presunti festini hard le Iene cominciano a indagare. “Ci arriva una mail – racconta Monteleone – di una persona che racconta di aver preso parte, come gigolò, a quei festini hard e, dalle foto che gli mostriamo, riconosce diverse persone, tra le quali un magistrato”. Questo testimone viene sentito dalla procura di Genova e racconta, nei dettagli, ciò che ha detto alla trasmissione di Italia Uno. “Non ha ritrattato nulla davanti ai magistrati, anzi come risulta dai verbali ha confermato. Solo davanti a una foto ha detto di non essere molto sicuro. Ad ogni modo il fatto che davanti alla procura non abbia arretrato di un millimetro dimostra, a nostro avviso, che i riscontri che avevamo fatto avevano una base solida”.

 

Di recente è successo qualcosa di strano. Quel testimone è stato, per così dire, “smascherato”. Sono uscite notizie sul suo conto (ha lavorato per un parlamentare europeo). Monteleone si chiede: “E allora che vuol dire? Questo dettaglio che importanza ha rispetto alla vicenda legata al caso Rossi?”. Intanto la procura di Genova ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta.

 

“Questa cosa ci sorprende, e non poco – aggiunge l’inviato delle Iene – perché la testimonianza del gigolò è perfettamente sovrapponibile al racconto di tanti testimoni, tra cui uno in particolare, un ex comandante di una stazione dei carabinieri della provincia di Siena, che ha puntato il dito contro un magistrato di Siena rivelando sul suo conto alcuni episodi inquietanti”. Ma non è stato mai ascoltato. E alla fine la procura di Genova ha concluso che “non c’è la prova che i magistrati di Siena non abbiano condotto bene l’inchiesta”. La famiglia di David Rossi, attraverso i propri legali, si oppone all’archiviazione, tra l’altro sollevando molti dubbi sulla sparizione e riapparizione di alcuni documenti dell’inchiesta.

antonino monteleone mostra foto di magistrati a escort gay

 

 

 

“Noi delle Iene – prosegue Monteleone – ci siamo fatti diverse domande su questa triste vicenda, domande che evidentemente la magistratura non gradisce. Ad esempio non ci si può interrogare sulla condotta morale dei giudici. Il fatto, però, che la procura di Genova abbia trasmesso gli atti al Csm, per eventuali valutazioni sull’operato dei magistrati, credo sia importante”.

 

Oltre all’amarezza per un giallo che, a più di sette anni di distanza, resta ancora aperto, Monteleone è turbato perché, con alcuni suoi colleghi, è stato attaccato e pesantemente minacciato, insieme al testimone. Episodi, questi, che sono stati regolarmente denunciati alle autorità. “A distanza di tre anni, da quando abbiamo iniziato a indagare, siamo ancora qui – dice l’inviato delle Iene -. Qualcuno non ha fatto bene il proprio lavoro. Pensate, una delle banche più grandi d’Italia è andata a rotoli, un uomo è morto, e non c’è ancora nessun colpevole. Come mai se volano due schiaffi durante il Palio di Siena la procura sequestra tutti i tabulati telefonici e i filmati possibili e immaginabili, e invece in un caso come quello della morte di David Rossi ci sono stati tutti questi buchi? Pensi che nel 2013 è emerso che gli ingressi nella sede centrale del Monte dei Paschi non erano registrati. È mai possibile questa cosa? Ma la domanda principale – conclude Monteleone – è questa: sono scarsi e incapaci oppure qualcuno ha agitato un pericoloso scheletro nell’armadio?

caterina orlandi figlia di david rossi incontra l escort dei festini di siena

 

La nostra chiacchierata con Monteleone si conclude con una domanda: Cosa ne pensa di Giuseppe Mussari, l’ex presidente di Mps? “Quando andammo a intervistarlo al maneggio – dice l’inviato delle Iene – mi sembrò molto provato ed ebbi la sensazione che si portasse dietro un profondo dolore per la morte di Rossi, a cui era legato da una profonda amicizia. Se parlasse potrebbe dirci qualcosa di utile, magari apparentemente insignificante per lui ma interessante visto da fuori e inserito in un contesto più ampio. Che dire di Mussari, trovo significativo e tipicamente italiano che il protagonista dello sfascio di una banca sia uscito dicendo che ‘il banchiere non era il suo mestiere’ e poi sia divenuto il presidente dell’Abi, l’associazione bancaria italiana”.

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