CARI CI COSTANO I VIAGGI DI RIMPATRIO! COME NEL CASO DEI DUE POLIZIOTTI CHE TORNANO DAL CILE IN BUSINESS SPENDENDO 23 MILA EURO!
Michele Bocci e Alberto Custodero per "la Repubblica"
Chissà se hanno assaggiato il piatto di gamberi e calamari in salsa di aragosta con riso rosso e baby spinaci oppure hanno optato per il vitello bollito con verbena, servito con una fricassea di verdure. Di certo avranno accompagnato con un buon vino (Bordeaux? Champagne?) la cucina dello chef Michel Roth dell'"L'Espadon", il ristorante del Ritz di Parigi, che ha curato di persona il menu della business class dell'Air France. Non male come trattamento per due poliziotti di rientro dal Santiago del Cile, dove avevano accompagnato un ventenne condannato a 6 mesi per un furto commesso a Firenze.
La classe di lusso è stata prenotata, confermano dall'agenzia di viaggio che ha fatto i biglietti per questura e prefettura, solo per il ritorno: all'andata ci si è accontentati dell'economy, forse perché portare anche il detenuto in business avrebbe potuto attirare polemiche. Precauzione inutile, il viaggio del luglio scorso è comunque diventato un caso, perché è costato la bellezza di 23 mila euro. Indagava già la Corte dei conti toscana e ora lo fa anche il Viminale. Lo ha annunciato ieri il vice ministro Filippo Bubbico: «Bisogna fare chiarezza, non capisco perché non si sono seguiti criteri di risparmio».
Il viaggio del detenuto e dei suoi due accompagnatori ha fatto scalo a Parigi, per poi raggiungere Santiago del Cile. «L'andata in economica e il ritorno in business ci sono stati chiesti dalla prefettura e dalla questura nel fax che ci hanno inviato. Di solito sono loro a indicare tutti i dati del volo, dalla compagnia alla classe da prenotare », spiegano dalla Mugel Travel, che si occupa di acquistare i biglietti per tutti i viaggi di immigrati da rimpatriare e per il servizio chiede una provvigione del 15%. Su quel volo Air France la business costa un po' più del doppio della economy, e offre molti più servizi.
Tra l'altro, dopo il caso del ladro cileno, a Firenze ne è venuto fuori un altro, che riguarda due cittadini georgiani. Il 6 giugno scorso dovevano essere portati dalla Toscana al Cie di Trapani per essere espulsi ed è stato organizzato un viaggio aereo costato la bellezza di 6mila euro.
Come denuncia il sindacato Siulp, il trasferimento sul volo in partenza da Fiumicino è saltato perché uno degli immigrati ha dato in escandescenze prima dell'imbarco, aggredendo i poliziotti. Si è allora deciso di utilizzare un'auto e nel frattempo si è scoperto che erano liberi due posti nel Cie romano di Ponte Galeria.
«Un condensato di disorganizzazione, perché se si sapeva subito di poter contare sulla struttura della capitale non c'era bisogno di organizzare il volo, e sperperi», commenta Riccardo Ficozzi del Siulp. E mentre si moltiplicano i casi di sprechi di denaro pubblico per l'allontanamento degli immigrati, ieri il ministro dell'Interno Angelino Alfano, al meeting di Cl di Rimini, ha proposto che «il vitto e l'alloggio dei detenuti immigrati lo paghino gli Stati di provenienza».
Questo perché quegli stranieri «quando vengono reclusi in carcere ledono il patto con lo Stato nel quale hanno deciso di andare a vivere». Una misura che dovrebbe servire a risparmiare ma che appare piuttosto complicata, se non impossibile, da mettere in pratica. Intanto si potrebbe iniziare controllando in modo più stringente i costi dei voli per l'estero e più in generale dei viaggi verso i cie.
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