QUESTO CONGRESSO NON S’HA DA FARE! LA CASTA DEL PD VUOLE RINVIARLO PER SBARRARE LA STRADA A RENZI

"FARANNO DURARE LETTA PER RICOSTRUIRE LA DC"
Stefano Bocconetti per "Il Fatto Quotidiano"

Vogliono rifare la Dc. Per questo hanno bisogno di tempo. E quindi, per cominciare hanno bisogno di spostare all`infinito il congresso dei democratici. Vogliono ricostruire la Balena Bianca, dunque. No, non si parla solo di imitare la vecchia pratica di rinviare le decisioni, di dare ragione un po` a tutti, di reinventarsi un improbabile interclassismo. La denuncia stavolta riguarda proprio la rinascita della Democrazia Cristiana, di un nuovo-vecchio partito destinato a cambiare l`assetto della politica.

Sia chiaro: la denuncia non è nuova, è da mesi che molti paragonano il governo Letta ad un governo dello scudocrociato. La novità è che stavolta la denuncia viene dalle fila dei democratici. Di più: viene da quella componente dei democrat che si richiama al sindaco di Firenze. Che, come sanno tutti, tanti anni fa esordì in politica a Firenze guidando i popolari. Popolari che, appunto, si ritenevano gli eredi della Dc. Ma, quando si parla di notizie che arrivano da casa democrat, ormai davvero nessuno sembra più stupirsi di nulla. Comunque, il "fatto" di ieri è la denuncia di un deputato piddì, Davide Faraone.

La sua analisi, in pillole, è questa: i democratici - meglio: un pezzo della vecchia maggioranza - vogliono tirare per le lunghe le decisioni sul congresso. Con un obbiettivo inconfessabile: partecipare alla costruzione di una nuova Democrazia Cristiana". Un obbiettivo che ha bisogno, però, di tempo. Lo si diceva: di molto tempo. Ha bisogno, solo per dirne una, che almeno si attenuino le differenze su alcuni "capitoli" di un eventuale programma. E forse un altro indizio a proposito della rinascita della Dc arriva anche dalla strana proposta, avanzata dai pidiellini Gelmini, Carfagna e Mario Lupi, di una "moratoria sui temi etici".

Le larghe intese, insomma, non devono neanche parlare di diritti, di omosessualità, di coppie di fatto, forse per non disturbare la rinascita dello scudocrociato. Hanno bisogno di tempo, dunque. Quindi? Quindi "a loro serve un governo di legislatura". Per farla breve: hanno bisogno che il governo Letta duri, duri molto più dei 18 mesi di cui si parlava al momento del suo varo.

Il tema è posto, allora. È vero che il deputato siciliano ama dichiarare tanto e su tutto, ma è anche vero che, chi sa di cose "renziane" dice che nella gerarchia della corrente, il suo peso è decisamente in crescita. Non parla più solo per conquistare notorietà, insomma. Senza contare poi che l`argomento da settimane è oggetto di discussioni nel Transatlantico, è argomento di battute fra deputati. Certo, c`è un problema.

Fino ad oggi, i fedelissimi del sindaco di Firenze hanno sempre dichiarato sostegno alle larghe intese. Magari alternato a "sollecitazioni" che molti interpretavano come distinguo, che poi, però, rientravano, disciplinatamente, nell`ordinaria "lealtà a Letta". Stavolta sembra non sia così. Un`impressione giusta? Luca Lotti non si sbilancia sui pericoli incombenti di una nuova Dc. Del resto, lui è il renziano nella segreteria e non può sbilanciarsi. Al telefono è sempre gentilissimo, ma taglia corto: "Davvero non ho nulla da dire sul pericolo di una nuova balena bianca. Non mi tirate in mezzo ad ogni polemica...".

Lui ha altre gatte da pelare: ad oggi ancora non si conoscono nè la data, nè le regole del congresso. Prima di abbassare, comunque taglia corto: "L`abbiamo sempre detto: sosteniamo Letta". Lo sostengono. Lo sostengono oggi. Ma non sembrano disposti a farlo all`infinito. Almeno così sembra di capire. Lorenzo Guerini è il renziano che fa parte della commissione che dovrebbe fissare le regole dell`assise. Guerini dice la sua sull`ultima che gira al Nazareno: la proposta, avanzata dai "filogovernativi" di una mozione unitaria di sostegno al governo. Una sorta di documento bipartisan.

E dice: "Quando si farà il congresso si può valutare se serva una discussione su questo tema". Si valuterà. Perché magari l`esecutivo non ci sarà più o perché, a quel punto, si sarà già intrapreso il percorso verso le elezioni. Per ora, dice Guerini, una mozione non serve. Forse, il pericolo di una nuova Dc si batte anche così. Un pericolo che avvertono solo i renziani? Peppe Civati, su posizioni lontane da quelle del sindaco, non azzarda paragoni: "Non uso categorie del passato. So che è sempre più evidente che le larghe intese sgretolano il centrosinistra". Ma se rinascesse davvero la Dc? "C`è bisogno che lo dica? Sarei altrove".

 

MATTEO RENZIMATTEO RENZIRenz epifani i BIG epifani ENRICO LETTA DARIO FRANCESCHINI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…