savoini salvini

LA CENA DEI SAVOINI - IL CAPITONE ADOTTA LA STRATEGIA DEL SILENZIO, NON RISPONDE SULLA RUSSIA E DISCUTE SOLO DI MANOVRA ECONOMICA: ''DI CHE DOVREI ANDARE A RIFERIRE IN SENATO? DI CENE? NON AVREI NULLA DA RACCONTARE'' - CONTE PRECISA: ''NON È VERO CHE MATTEO SI È SENTITO ACCOLTELLATO ALLA SCHIENA, SAPEVA COSA AVREI DETTO'', RIGUARDO AL SUO PRENDERE LE DISTANZE SULLA VICENDA SAVOINI

 

1. CONTE,ACCOLTELLATO ALLA SCHIENA? SALVINI NON LO PENSA

MATTEO SALVINI VLADIMIR PUTIN GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 (ANSA) - "Respingo, non esiste. So che Salvini non l'ha detta, non l'ha pensata, non l'ha dichiarata. E' stato assicurato. Non sta nè in cielo nè in terra. Quando è uscita la mia precisazione, uscita la sera, nel pomeriggio Salvini ovviamente è stato informato, anche tramite la sua portavoce, quindi era assolutamente una anticipazione che ho ritenuto fare a lui". Così il premier Giuseppe Conte, commenta alcuni retroscena secondo cui Matteo Salvini lo avrebbe accusato di averlo accoltellato alla schiena con la nota con cui prendeva le distanze sulla vicenda Savoini.

 

 

2. IL GELO DEL CAPO LEGHISTA: NON HO NULLA DA DIRE, DOVREI PARLARE DI CENE?

Monica Guerzoni per “il Corriere della sera”

 

È con un silenzio di ghiaccio, studiato e ostentato, che Matteo Salvini replica all' assedio delle opposizioni e al fuoco amico degli alleati sul caso Russia. Il leader della Lega non sente, non vede, non parla. O almeno, finge di non sentire la voce di Giuseppe Conte che scarica sulle sue spalle la presenza dell' indagato Gianluca Savoini agli eventi ufficiali del governo. E ignora, o almeno finge di ignorare, l' insistenza con cui Luigi Di Maio in asse con il Pd gli chiede di riferire in aula sull' affaire dei presunti finanziamenti russi.

salvini savoini

 

«Non è per mancanza di rispetto verso il Parlamento - ha spiegato ai suoi il vicepremier leghista -. È che se pure andassi a riferire al Senato non avrei proprio niente da dire». E poi, come per rispondere indirettamente e freddamente alla nota ufficiale del presidente del Consiglio: «Di cosa dovrei parlare in Aula, di cene?».

 

Oggi il faccendiere con ufficio in via Bellerio, sede del Carroccio, dovrà spiegare ai pm di Milano quell' audio diffuso dal sito americano Buzzfeed , in cui parla di gasolio e rubli tra i marmi e i velluti dell' hotel Metropol di Mosca. Ma per Salvini, Savoini sembra essere poco più un fantasma.

 

E così Claudio D' Amico, l' ex deputato leghista che la presidenza del Consiglio definisce «consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale» di Salvini: colui insomma che avrebbe strappato l' invito per Savoini alla cena del 4 luglio a Villa Madama, offerta dal premier in onore di Vladimir Putin.

salvini savoini

 

«Di D' Amico non parliamo», si tengono alla larga i collaboratori del «Capitano» e spiegano come Salvini, per quanto sdegnato per lo «scaricabarile» di Conte e Di Maio, si sia convinto che lo tsunami mediatico e giudiziario passerà presto, come è stato per il caso di Armando Siri: «Ne avete più sentito parlare, dopo che è stato costretto a dimettersi da sottosegretario?».

 

Dipinto come isolato e in difficoltà, Salvini vuole si sappia che lui è «tranquillissimo, niente affatto nervoso, per nulla preoccupato» e molto concentrato sull' incontro di oggi al Viminale con sindacati e associazioni, per impostare la manovra economica e far vedere chi davvero conta nel governo. Un appuntamento che sa di sfida a Giuseppe Conte e che il segretario della Lega offre all' interpretazione dei media come la prova che il ministro dell' Interno «si occupa di cose concrete» e non ha tempo per replicare agli attacchi, alle insinuazioni e alle polemiche.

 

«Io rispetto i magistrati, lasciamoli lavorare con fiducia e non diciamo nulla finché l' inchiesta è in corso - è il senso dei suoi ragionamenti -.

vladimir putin brinda con giuseppe conte e salvini con savoini sullo sfondo

Questa storia russa è poco più di un gossip e sa molto di montatura. Sono convinto che si sgonfierà presto». E se i 5 Stelle lo pressano da ogni parte sbandierando una presunta diversità etica, se Di Maio ha (quasi) perso la pazienza con «l' amico Matteo» ed Enzo Moavero Milanesi gli pesta i piedi rivelando al Corriere il piano per i migranti che oggi stesso porterà in Europa, Salvini giura di non sentirsi assediato.

 

«Non voglio alimentare una polemica sterile, che mi sembra strumentale a un disegno», ripete per placare le ansie dei parlamentari leghisti.

Quanto alla tenuta della maggioranza, Salvini ha cambiato spartito e ha smesso di dichiarare che «si va avanti». Ora il leitmotiv del vicepremier nei colloqui riservati è un altro: «Il governo non cade su Savoini, cade se non si fanno le cose». Dove «le cose», per dirla in lingua leghista, sono l' autonomia, il decreto sicurezza bis e il taglio delle tasse.

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...