renzi soldi

LA BANCA-ROTTA DI RENZI - A CERNOBBIO IL PREMIER CAZZONE DICE CHE I LAVORATORI BANCARI SONO TROPPI E CHE VANNO DIMEZZATI NEL GIRO DI 10 ANNI - LE SIGLE DEL SETTORE NON CI STANNO E MINACCIANO LO SCIOPERO GENERALE SE IL PRIMO MINISTRO NON LA SMETTE DI ATTACCARE LA CATEGORIA - E IL CREDITO COOPERATIVO E' NEL CAOS, CON I 40MILA LAVORATORI DEL SETTORE SENZA CONTRATTO DA QUASI TRE ANNI

RENZI PADOANRENZI PADOAN

(AGI) -  "L 'affermazione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, circa la necessita ' di ridurre, in 10 anni, di 150.000 lavoratori bancari (15.000 all 'anno supponiamo), il numero degli addetti nel settore creditizio, merita una sola risposta: Sciopero Generale". E ' qaunto dichiarano in una nota unitaria i segretari generali dei sindacati del settore bancario, Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil , Sinfub, Ugl/Credito, Uilca e Unisin. "Il premier - osservano - prima di fare queste dichiarazioni, che rischiano di destabilizzare l 'intero settore, aveva l 'obbligo di consultare le parti sociali (Abi e Sindacati), fare valutazioni di opportunita '.

RENZI PADOANRENZI PADOAN

 

La sua analisi si basa invece sul fatto che sua moglie usa lo smartphone invece di recarsi allo sportello bancario. Con il piu ' bieco populismo dichiara che bisogna ridurre gli occupati (ma un presidente del Consiglio non deve pensare a come incrementare l 'occupazione visto anche gli esiti negativi del Jobs Act?), ridurre il numero delle filiali, aggregare le banche e che la politica deve stare fuori da questi processi".

 

VOTAZIONE ALLA CAMERA PER IL JOBS ACTVOTAZIONE ALLA CAMERA PER IL JOBS ACT

Le organizzazioni sindacali invitano "anche l 'Abi a prendere posizione contro queste sconclusionate affermazioni" e ricordano al premier "che un suo predecessore (Romano Prodi) alla fine degli anni '90 di fronte alle prime avvisaglie della crisi delle banche convoco ' un tavolo a Palazzo Chigi con le Parti Sociali e che da li ' scaturirono soluzioni che ancora oggi hanno una validita ' fondamentale per il settore e servono da ammortizzatori sociali senza costi per la collettivita '. Invitiamo il presidente del Consiglio a parlare di meno e a studiare un po ' di piu ' gli atti parlamentari e gli strumenti fiscali e previdenziali. Ma soprattutto gli consigliamo di stare alla larga da certi finanzieri d 'assalto, con residenza all 'estero, che probabilmente lo mal consigliano".

contro il jobs actcontro il jobs act

 

Nei prossimi giorni, annunciano i sindacati, "i nostri Uffici Studi produrranno documentazione che contestano e contraddicono quanto affermato dal Premier sia sul numero delle filiali che del numero delle banche in relazione al mercato europeo, soprattutto, sul costo del personale e sui trattamenti fiscali e gli oneri pubblici abbondantemente disallineati con quelli pagati dalle altre banche europee.

 

Dati, tra l 'altro, che saranno molto simili a quelli presentati dal Presidente ABI Patuelli lo scorso luglio. Se il Presidente del Consiglio non convochera ' immediatamente le parti sociali - concludono - iniziera ' una contrapposizione e una mobilitazione totale da parte del Sindacato del credito per la difesa dei posti di lavoro e della dignita ' professionale delle lavoratrici e dei lavoratori".

 

Lando SileoniLando Sileoni

2 - SILEONI ATTACCA RENZI

(ANSA) - ' 'Quando Renzi vuole spostare l 'attenzione o evitare determinati problemi usa sempre il temabanche, banchieri, bancari. Ma questo gli fa perdere consenso elettorale e questo a me dispiace ' '. Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, va all 'attacco di Renzi che ieri al forum Ambrosetti ha parlato di circa 150 mila esuberi nel settore del credito. ' 'Queste dichiarazioni stimolano i banchieri a licenziare - aggiunge - e significano 15 mila lavoratori all 'anno in meno ' '.

 

3 - IL GRAN PASTICCIO DELLE BCC

Cristina Casadei per "Il Sole24Ore"

 

FEDERCASSEFEDERCASSE

Un contratto “congiunturale” per i 37mila bancari del credito cooperativo. A più di tre anni dalla scadenza del contratto (avvvenuta il 31-12-2013) e dopo la riforma che ha a lungo bloccato il negoziato, sarebbe arrivato il momento di dare al settore «uno strumento di cui tutti hanno bisogno - spiega il presidente della delegazione di Federcasse, Augusto Dell’Erba -. Ma non riusciamo a rimontare un tavolo che vada avanti perché il sindacato continua ad avere una posizione rivendicativa che non tiene conto della situazione».

 

SPORTELLO BANCARIOSPORTELLO BANCARIO

Il settore sta andando incontro alla costituzione del gruppo bancario cooperativo e questo non potrà essere senza conseguenze. È un nuovo soggetto giuridico che entra nell’ordinamento italiano su cui il normatore ha dato indicazioni di razionalizzazione complessiva. Tutto questo non può non avere un’incidenza sul rinnovo del contratto che i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Ugl) e Federcasse stanno negoziando.

 

La situazione da cui Federcasse fa partire i ragionamenti è che le Bcc devono «affrontare certamente il tema degli esuberi che esistono per molti motivi, ormai noti a tutti come per esempio il fatto che la tecnologia va avanti o che la gente non va più allo sportello», continua Dell’Erba. Il tema «è ormai condiviso da tutti in via di principio. Le nostre banche hanno resistito in tutti questi anni, facendo di tutto per evitare esodazioni».

SPORTELLO BANCARIOSPORTELLO BANCARIO

 

Dal riconoscimento del problema alla sua definizione il salto è lungo nel settore perché non c’è un capo del personale che analizza la situazione generale e definisce i numeri ma ogni singolo istituto deve fornire il proprio quadro. La prima stima degli esuberi comunque corrisponde a una percentuale del 10% degli addetti. Per governare questa fase transitoria che è diventata il punto centrale del rinnovo contrattuale «bisogna costituire un fondo per l’occupazione per gestire l’esodazione.

 

Con il contributo delle aziende e dei sindacati», dice Dell’Erba. Si tratterebbe di un fondo emergenziale sui cui tempi non c’è convergenza perché il sindacato chiede che si faccia il contratto e poi si istituisca il fondo che dovrà gestire esuberi azienda per azienda. Dell’Erba sostiene invece che «contratto e fondo sono due eventi istantanei e che uno inciderà sull’altro per cui non è possibile scinderli».

 

Individuata una soluzione per fronteggiare gli esuberi che sono una delle priorità del settore, sulla parte economica c’è da parte delle aziende «la disponibilità a non allontarsi dal tabellare dell’Abi, anche perché dare aumenti diversi significherebbe anche riconoscere diversi livelli di meritevolezza. Certamente l’aumento dovrebbe essere gestito in modo diverso - continua Dell’Erba -. Per esempio si potrebbe rinviare l’applicazione dell’aumento e allungare la durata del contratto».

ABI Associazione bancaria italianaABI Associazione bancaria italiana

 

L’estate ha portato qualche scricchiolio al tavolo sindacale, complice l’accordo separato di Iccrea firmato da First Cisl e Fisac Cgil - su cui però il segretario generale Agostino Megale ha preso le distanze, ribadendo il valore dell’unità sindacale - ma non da Fabi, Uilca e Ugl che da sole hanno però la netta maggioranza nel settore. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, dice che il con- tratto delle Bcc «va rinnovato entro breve. Fino adesso non ci sono stati ostacoli sugli argomenti ma l’unico vero ostacolo è rappresentato da Marco Vernieri, responsabile delle relazioni sindacali di Iccrea, che ha sempre anteposto le proprie ambizioni personali al risultato di garantire un contratto alla categoria.

 

SPORTELLO BANCARIO SPORTELLO BANCARIO

E scriverò al presidente di Iccrea, di Federcasse e delle Federazioni regionali per evidenziare che da quando c’è lui si è compromesso il clima di distensione e concertazione che ha caratterizzato 30 anni di relazioni sindacali nel settore. E che ha dato dei risultati». Per il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, «così come si è concluso il contratto in Abi, dopo più di 36 mesi è inspiegabile che non sia ancora concluso il contratto delle Bcc e la responsabilità di Federcasse è grave poiché non comprende che per affrontare i problemi che ci sono nel settore il contratto va chiuso, chiuso subito proprio sull’esempio di Abi».

 

Anche il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, ribadisce la necessità di acceleare e di «trovare soluzioni nel tempo più breve per questo come per gli altri contratti della categoria» e si dice «disponibile a un accordo che però non sia penalizzante per i lavoratori che stanno affrontando la non facile fase di trasformazione».

 

ABI Associazione Bancaria ItalianaABI Associazione Bancaria Italiana

Anche il segretario nazionale della First Cisl, Alessandro Spaggiari ribadisce che «è necessario che il negoziato riprenda al più presto e si concluda rapidamente, al massimo entro ottobre». «Questa urgenza», continua Spaggiari, «deriva dal fatto che il contratto è già scaduto da 3 anni e quindi va allineato con quelli già rinnovati e dllla necessità di mettere in campo tutti gli strumenti a partire da un ammortizzatore aggiuntivo a quello già esistente per accompagnare l’autoriforma e gli effetti che ne conseguiranno».

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…