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“CHI SPORCA, PULISCE” – RAGGI ATTACCA IL PD IERI IN STRADA PER RIPULIRE ROMA, RENZI: "LO FACCIAMO NON PER PROTESTARE MA PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA DELLA CAPITALE" – IL SARCASMO DI GRILLO: "CON LA CORRUZIONE NON CE LA FATE MA DUE FOGLIE SECCHE RIUSCITE A PULIRLE” - VIDEO ‘CHI SPORCA, PULISCE’ – RAGGI ATTACCA IL PD IERI IN STRADA PER RIPULIRE ROMA-IL SARCASMO DI GRILLO

 

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Giovanna Vitale per la Repubblica

 

Doveva essere la festa del decoro e della partecipazione: migliaia di persone impegnate a pulire strade e parchi deturpati da cumuli di immondizia lasciati a marcire per giorni, raccolti in extremis solo grazie al tour de force dell' azienda comunale dei rifiuti, che per una settimana ha lavorato a ciclo continuo. Si è trasformato nell' ennesimo derby sulla pelle di Roma, coi netturbini spediti all' alba dalla giunta grillina a spazzare i 40 siti dove il Pd sarebbe intervenuto qualche ora dopo e il solito duellare di una politica che riesce a dividersi pure sulle battaglie civiche.

 

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Eppure aveva fatto ben sperare il ramoscello d' ulivo lanciato al mattino da Matteo Renzi: «Oggi il Pd Roma scende in piazza con le #magliettegialle per dare una mano alla città. Senza polemiche. Grazie ai volontari!». Un tweet insolitamente conciliante - «Lo facciamo non per protestare come spesso fanno i partiti, ma per migliorare le condizioni di vita della capitale», aveva aggiunto su Facebook - nel tentativo di mettere fine allo scontro durissimo sull' emergenza nell' Urbe.

 

Un modo, anche, per dare la carica non solo al migliaio di militanti mobilitati su ordine del leader, ma anche ai tanti, tantissimi cittadini comuni, alle decine di associazioni e comitati di quartiere che ieri hanno dedicato una mezza giornata a Roma senza secondi fini e neppure insegne, «solo per voglia di rimettere a posto una strada o un giardino che non sono mai stati così sporchi come ora», sospira Angela, 40 anni, caricandosi un saccone pieno di cartacce raccattate a Colle Oppio.

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Non è bastato. Anzi. L' intervento diretto dell' ex premier - passato in tarda mattinata a ringraziare i volontari, ben guardandosi però dall' imbracciare la ramazza in favore di telecamere - è stato vissuto dai Cinquestelle come «una provocazione». Un' invasione sul loro terreno di caccia preferito, quello della cittadinanza attiva, degli eletti che si fanno chiamare portavoce e giammai onorevoli perché siamo tutti uguali, uno vale uno, chiunque può occuparsi della cosa pubblica. Come altro leggere lo sbarco a Tor Bella Monaca della ministra Madia che «non è contro qualcuno, ma per prenderci cura di Roma»? O le foto di Orfini che tappa una buca a Torre Maura e dice «la sindaca dovrebbe ringraziarci»? O le dirette Fb di Anzaldi, Morassut e Rughetti intenti ad ammonticchiare chili di pattume?

Un affronto. Da combattere con ogni arma: reale certo, ma soprattutto virtuale, che fa più click senza sporcarsi le mani.

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E allora, puntuale alle 11 Virginia Raggi appare su Facebook per rassicurare che sì, «l' amministrazione è obiettivamente un po' in sofferenza», ma «la situazione dei rifiuti si sta normalizzando». L' assist che le serve per affondare: «In queste ultime ore un noto partito, il Pd, quello che è responsabile del malgoverno degli ultimi 20 anni a Roma, ha deciso finalmente di venire a pulire, per il noto principio secondo cui chi sporca pulisce», attacca la sindaca. «Un po' tardivo - incalza - comunque gli diamo i migliori auguri di benvenuto ». Finito? No: «Ci auguriamo che non sia uno sterile spot elettorale. Perciò vi aspettiamo non solo questa domenica ma anche per quelle a seguire, per i prossimi 20 anni», graffia Raggi. Ma non fa male:

 

beppe grillobeppe grillo

«Fra due settimane faremo il bis», promette Orfini. Mentre Di Maio rincara: «Era ora che cominciassero a espiare i loro peccati su Roma». Parole che fanno ribollire i social, gongolare i dem e infuriare i volontari. «In questi giorni il Comune si è messo a lavorare», scherza Renzi, «è bastato l' annuncio della nostra iniziativa e subito la pulizia è diventato un tema di cui occuparsi, non da negare. Ed è assurdo prendersela con chi mette a posto la città», si congratula il leader con le magliette gialle, «che diventeranno sempre più il marchio di fabbrica del nuovo Pd».

 

E infatti Margot Gomez, al lavoro nel parco della Resistenza, si indigna: «Roma è di tutti, non di un partito, io non ho tessere, sono qui per aiutare, così la sindaca ci offende ». Ma Grillo dalla collina di Sant' Ilario non può sentirla: «Con corruzione e conflitto d' interessi non ce la fate - twitta a sera - ma due foglie secche riuscite a pulirle».

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