CI MANCAVA SOLO IL MASSONE - CATELLO VITIELLO, CANDIDATO A 5 STELLE E AFFILIATO A UNA LOGGIA NAPOLETANA: ‘MI HANNO CHIESTO DI FIRMARE LE DIMISSIONI UNA VOLTA ELETTO, MA IO NON CI PENSO PER NIENTE. NON HO RUBATO, UCCISO, TRUFFATO, CORROTTO O CONCUSSO. COSA DEVO PAGARE? NON È GIUSTO, VADO AVANTI’ - DI MAIO, 10 GIORNI FA: ‘RAZZISTI, OMOFOBI E MASSONI NON SONO CANDIDABILI'
1. ELEZIONI, DI MAIO: “NEL M5S RAZZISTI, OMOFOBI E MASSONI NON SONO CANDIDABILI”
Da www.ilfattoquotidiano.it del 31 gennaio 2018
“Chi urla odio razziale, chi usa espressioni omofobe, chi è iscritto alla massoneria, chi nella propria vita ha portato nella vita azioni indecenti non si può candidare col M5s”. Sono le parole pronunciate a Otto e Mezzo (La7) dal candidato M5S alla presidenza del Consiglio, Luigi Di Maio, a proposito delle proteste e dei ricorsi degli esclusi dalle Parlamentarie. “Abbiamo fermato anche altre candidature in cui abbiamo trovato qualche anomalia” – continua – “come ad esempio, di persone che erano iscritte al registro della massoneria”.
2. «IO NON PIÙ AFFILIATO VOGLIONO CHE RINUNCI A CORRERE DA DEPUTATO? INGIUSTO, VADO AVANTI»
Alessandro Trocino per il Corriere della Sera
«Come vuole che mi senta? Sto veramente una schifezza. Mi hanno imposto di non dire nulla per ventiquattro ore, mi hanno fatto friggere. Ma io non ci sto, non rinuncio». Catello Vitiello, detto Lello, risponde così al telefono, poco prima delle 20.
Finisce così una giornata frenetica di trattative con il Movimento 5 Stelle. Nel curriculum l' avvocato - candidato nel collegio uninominale di Castellammare di Stabia per la Camera - ha omesso un piccolo particolare: la sua partecipazione, in qualità di affiliato, a una loggia massonica di Napoli, «La Sfinge», che aderisce al «Grande Oriente d' Italia».
I 5 Stelle, appena appresa la notizia dal Mattino , hanno reagito. E come hanno già fatto con Emanuele Dessì, al centro delle polemiche per le amicizie con il clan Spada di Ostia, e con i due deputati uscenti Andrea Cecconi e Carlo Martelli, gli hanno chiesto la firma di un atto formale di rinuncia alla candidatura. Ma Vitiello, che è avvocato, non ci sta. E a differenza degli altri tre, non firmerà l' atto: «Ma perché? Non ho rubato, ucciso, truffato, corrotto o concusso. Cosa devo pagare? Non è giusto, non lo faccio. Non remerò contro il movimento, ma vado avanti».
Secondo il Mattino , Vitiello sarebbe iscritto alla loggia e avrebbe chiesto solo il 23 gennaio scorso di essere «messo in sonno», cioè non partecipare più ai lavori. L' avvocato non nega ma ridimensiona: «Si è trattato solo di una breve esperienza, che si è conclusa in tempi non sospetti e non per motivi di opportunismo politico. Quando ho firmato la candidatura ero in regola con il codice etico.
Lo so perché l' ho letto e studiato. Non ero iscritto in quel momento e non lo sono ora».
Di Maio sapeva della sua vecchia iscrizione? «No, non lo sapeva». E ieri ci ha parlato?
«No, né con lui né con Rocco Casalino. Mi hanno fatto parlare con l' ultima ruota del carro».
La massoneria è storia antica, che pure l' avvocato non rinnega: «Questa breve esperienza ha segnato la mia formazione umana. Ero spinto dall' amore per la cultura, per l' arte e per la storia d' Italia.
Sono entrato per capire cosa unisse personaggi come Benedetto Croce, Voltaire, Mozart, Wilde, Doyle, Totò, Fermi, Carducci, Bixio, Beccaria, Mazzini». Ma la massoneria, che definisce un «hobby», non coincideva più con i suoi impegni: «Ma ora è ingiusto essere marchiato a fuoco. Non è possibile, con i 5 Stelle ho sposato un progetto meraviglioso». Alla fine però lo scontro con i vertici è frontale: «Non comprenderò un' esclusione aprioristica e immotivata e non firmerò nessuna lettera di rinuncia».
Vitiello si ribella: «Mi esce fuori una rabbia che non le dico. Mi hanno bloccato per tutto il giorno per trattare. E alla fine fanno quello che vogliono. E questo non va bene».
Del resto Vitiello non è un ragazzino. La politica la conosce bene, perché è figlio di Salvatore, ex democristiano e candidato a sindaco nel 2013 a Castellammare. Ed è un avvocato quarantenne, esperto tra l' altro dell' istituto dell' agente provocatore, che i 5 Stelle hanno inserito nel loro programma. Considerando il suo niet, ma anche che le firme delle rinunce sono considerate nulla dalla maggior parte dei giuristi, i Cinque Stelle rischiano di ritrovarsi il primo giorno di Parlamento con quattro parlamentari eletti nelle loro liste e già rinnegati.
Non proprio un avvio entusiasmante.