OBIETTIVO LOMBARDIA: IL “CINGHIALONE” E’ FORMIGONI - ESCONO I PARTICOLARI (AL CENTESIMO) DELLE SPESE DEL “CELESTE” - IL MISTERO, SI FA PER DIRE, E’ DA DOVE PRENDA IL CONTANTE, VISTO CHE DAI SUOI CONTI NON PRELEVA UN EURO - A SALDARE I CONTI DELLE SVACANZE ERA SEMPRE E SOLTANTO DACCO’ - LA TESTIMONIANZA DELLA DIRIGENTE LEGHISTA DELL’ASL - E ALLA EX FIDANZATA TORNA LA MEMORIA SUI REGALI RICEVUTI DAL VERGINE DI COMUNIONE E FATTURAZIONE…

Davide Carlucci Piero Colaprico e Emilio Randacio per "la Repubblica"

A volte sono le inezie a rivelare «un mondo». Tra la contabilità di Roberto Formigoni analizzata dagli investigatori milanesi, spicca anche l'iscrizione del presidente uscente Sacro Ordine militare Costantiniano di San Giorgio. L'ordine, nel suo statuto, si propone la «glorificazione della Croce». E tra gli italiani, i più prestigiosi «risultano essere gli ex presidenti della Repubblica, Leone e Cossiga, gli ex ministri Martino e Pisanu, l'ex premier Silvio Berlusconi, Gabriele Albertini e lo stesso Formigoni». Insomma, a chi piace, una bella cosa: ma anche per questa quota a un'associazione così ricca di significati Formigoni, secondo i detective Formigoni utilizza contante (280 euro) senza attingere dai suoi vari conti.

Sono molti i suoi esborsi da un «chissà dove» e intrigano. Prima che lo si potesse vedere al telescopio, in base ai calcoli matematici, gli astronomi sapevano dell'esistenza di Plutone. Lo stesso succede con Formigoni e con il suo «pianeta- denaro». La polizia giudiziaria non ha esitazioni. Prima frase: «L'esame dei rapporti bancari svolto sinora ha posto in evidenza come, pur in assenza di prelievi dai conti correnti, Formigoni avesse significative disponibilità di denaro del quale non è nota la provenienza».

Seconda frase: «L'esame dei conti permette pacificamente di costatare come, di fronte a un elevato tenore di vita di Formigoni, non risultino, dall'analisi di ogni singolo conto esaminato, uscite o addebiti riconducibili a tali importanti spese, ma neppure ed è il dato più significativo, conciliabili con le necessità quotidiane di una «comune » persona».

"MANCO UN CENTESIMO"
Ora che saltano gli «omissis», e che i verbali diventano noti, così come emergono conti, fatture, spese, viaggi, intercettazioni, indagini, spunta sullo stile di vita di Formigoni la sintesi di marinaio degli yacht a disposizione del presidente: «Mi si chiede se Alberto Perego o Formigoni abbiano mai pagato personalmente qualche spesa della barca e rispondo di non averli mai visti pagare alcunché, non li ho visti pagare neanche un centesimo». Nonostante Perego, memores domini, «scegliesse» per la barca e la cambusa «il tipo di accessori», dal vasellame alle lenzuola.

FOCACCETTE, MEDICINE, PESCI
I vacanzieri «senza portafoglio» non esitavano di fronte a nulla. E se si sapeva già che «il comandante faceva fronte a tutte le spese utilizzando la carta di credito delle società », quelle di Daccò, dai diari di bordo sequestrati dagli uomini della sezione di polizia giudiziaria della Finanza e della polizia di Stato si scoprono i dettagli del «tuffa tuffa».

Solo per fare un esempio, il soggiorno di aprile 2008 a Lavagna ammonta a 5,500 euro. Si elencano 380 euro per far fronte alle spese della «pescheria», 36,30 euro di focacce, ai 31,5 di pasta fresca, per finire, pure, alle spese della farmacia e 7,2 euro per le brioche. Formigoni non paga nemmeno il cappuccino, e forse ci sarebbe da sorridere, se non fosse che «le indagini permettono di affermare che parte delle provviste di denaro create attraverso i pagamenti illeciti ricevuti da Maugeri e San Raffaele a favore di Piero Daccò e Antonio Simone, sono state utilizzate per l'acquisto, il noleggio e la gestione di imbarcazioni di lusso diverse da quelle utilizzate da Daccò e dalla sua famiglia (almeno tre yacht dal 2007 al 2011) per essere messe a disposizione in maniera più che prevalente di Roberto Formigoni e Alberto Perego».

SIMONE? "UN BANDITO"
Abbiamo più volte scritto di come la Regione Lombardia fosse «asservita» ai faccendieri amici di Formigoni e di come alcuni funzionari l'abbiano stigmatizzato. Ma persino il ciellino Nicola Sanese, ex deputato dal ‘76 al ‘94, pur tentando di dire che tutto era regolare, non può proprio negare l'evidenza: Pm: Nella telefonata lei definisce Simone un «bandito» e fa riferimento al fatto che il comportamento di Simone distrugge tutto il suo lavoro. A che cosa si riferisce con quest'espressione?

Sanese: «Mi riferisco sia alla credibilità di comportamenti che abbiamo testimoniato in diciotto anni nel sistema regionale sia alla mortificazione di Antonio Simone
rispetto al Movimento di Comunione e Liberazione (...) Ho detto che è un "bandito" perché ritengo che sia da definire tale chiunque riceva dei compensi "abnormi" come quelli percepiti da Simone e Daccò a fronte di attività di lobbing».

LA LEGHISTA DELLA ASL TRASECOLA
Lobbing? Quando Cristina Cantù, maroniana di ferro, leghista, che era stata nominata direttore generale di varie Asl, viene interrogata, non ha paura di dire ciò che ha visto: aveva studiato un progetto per aiutare i «pazienti fragili, soprattutto acuti, che dopo un evento acuto necessitano di assistenza». Con sorpresa, vede che l'idea decolla, viene stanziato «un importo di 9 milioni e mezzo di euro», ma scopre che «il bando era stato costruito su misura dell'unico soggetto che a Milano aveva quei requisiti e cioè la fondazione Maugeri». Gli altri? Manco considerati.

IL CONTANTE PER LA FIDANZATA
Emanuela Talenti, 49 anni, è stata modella, conduttrice televisiva, ha comprato una bella casa per 630 mila euro, pagamento realizzato in parte con bonifici firmati Roberto Formigoni (55mila). Ma anche con denaro cash che davanti al brigadiere Daniele Spello e ai magistrati l'ex fidanzata di Formigoni non ricordava. Recupera le memoria ieri, dopo il fragore dei giornali: «Formigoni - dice - mi diede un contributo, per l'acquisto di un appartamento, di circa 135.000 euro (...) è stato da parte di entrambi un grande amore vero, pulito e lontano dai riflettori mediatici».

Durato, a suo dire, dal 97 sino al 2005, con «strascichi » (parola sua) sino al 2009, tutto documentabile. «Al quotidiano Repubblica, che dice che io continuavo a chiedergli denaro chiedo quali siano le fonti di una simile e grave deduzione». Prendiamo atto che erano regali spontanei: e se adesso, prima delle elezioni, venisse anche spiegato al cittadino comune da dove Formigoni prelevava i contanti da dare alla fidanzata, sarebbe tutto di guadagnato in trasparenza.

 

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