virginia raggi

“IL COMUNE DI ROMA NON ISCRIVE L’ATTO DI NASCITA DELLA BIMBA CON DUE MAMME” - IL CIRCOLO MIELI CONTRO VIRGINIA RAGGI: “NONOSTANTE LE NUMEROSE PRONUNCE GIURISPRUDENZIALI E IL CORAGGIO DI TANTI SINDACI, L’AMMINISTRAZIONE CAPITOLINA HA DECISO DI CONDANNARE I PROPRI FIGLI ALLA CLANDESTINITÀ - CHIEDIAMO ALLA SINDACA DI…”

Da www.ilmessaggero.it

 

virginia raggi

«Roma ha scelto di non iscrivere l’atto di nascita di una bambina con due mamme nata in Italia», denuncia Sebastiano Secci, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride. «Nonostante le numerose pronunce giurisprudenziali e il coraggio di tanti sindaci che, da Torino a Palermo, hanno scelto di tutelare i diritti dei bambini trascrivendo gli atti di nascita come prescrive la legge - sottolinea - l’amministrazione capitolina ha deciso di condannare i propri figli alla clandestinità».

 

«Abbiamo appreso con rabbia e sconcerto la scelta del Comune di negare, ancora una volta, i diritti dei più deboli: i bambini - dichiara - Adesso è giunto il momento che la sindaca Virginia Raggi e la sua giunta prendano una posizione netta come hanno già fatto Sala a Milano, Appendino a Torino, Orlando a Palermo e tutti gli altri sindaci illuminati che hanno a cuore il benessere di tutti i bambini.

 

sebastiano francesco secci presidente del circolo mario mieli

Quei certificati di nascita vanno trascritti subito perché ogni minuto di inerzia comporta un’inaccettabile violazione di diritti umani fondamentali». «Il Pride di Roma del 9 giugno - continua Secci - sarà l’occasione per ribadire che nella nostra città non c’è spazio per la discriminazione.

 

Lo diremo in maniera forte e chiara: giù le mani dai nostri figli. Per questo mi auguro che dalla giunta capitolina e dalla sindaca Raggi arrivi presto un segnale inequivocabile in merito, dando indicazioni agli uffici dell’anagrafe di procedere alle iscrizioni degli atti di nascita dei figli di coppie formate da persone dello stesso sesso. Ne va della dignità e dei diritti di tutti i cittadini e su questo non possiamo accettare compromessi».

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