claudia gerini

CAPITALE UNGULATA - CLAUDIA GERINI AFFONDA LA RAGGI: CINGHIALI ALL'ENTRATA DI UNA SCUOLA MA IL COMUNE NON FA NIENTE. MEGLIO SCAPPARE PER PREVENIRE INCIDENTI CE NE ANDIAMO, NON SI PUÒ” – IL VENTO STA CAMBIANDO ANCHE TRA GLI ALTRI SVIPPATI CHE HANNO SOSTENUTO LA RAGGI? SABRINONA FERILLI AVEVA DETTO TEMPO FA: “NON HO MOTIVI PER NON RIVOTARE LA RAGGI”. AVRA’ CAMBIATO IDEA? - VIDEO

 

https://video.lastampa.it/spettacoli/claudia-gerini-paura-per-il-branco-di-cinghili-incontrati-al-parco-il-comune-non-fa-nulla/144470/144721

 

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

claudia gerini

Il vento sta cambiando. Lo diceva Virginia Raggi a giugno del 2016 in un video diventato un meme virale sul web, sta succedendo di nuovo, a parti invertite. Adesso è la Raggi a muoversi contro la corrente, in una campagna elettorale difficilissima, dove la sindaca uscente è sempre più sola. Tra la svogliatezza di un Giuseppe Conte che non vede l'ora di mettersi d'accordo con il Pd al ballottaggio e un clima generale che più diverso non si può rispetto a cinque anni fa.

 

claudia gerini cinghiali

Così, se la scorsa volta la grillina rampante poteva contare sul sostegno di una pattuglia abbastanza nutrita di attori e cantanti romani, ora dalle parti del jet set della Capitale, tradizionalmente de sinistra, al massimo si registra un silenzio imbarazzato. Anche se non è questo il caso di Claudia Gerini, una delle attrici simbolo della romanità. La Gerini ha lanciato, via Instagram, un bel siluro alla sindaca del M5s.

 

Due, quattro, cinque, sei e più cinghiali si aggirano in un parco di Roma Nord. L'attrice è lì per fare due passi con il cane, riprende tutto con lo smartphone e condivide una «storia» Instagram con i suoi 618mila followers.

 

«Cinghiali all'entrata di una scuola ma il Comune non fa niente», precisa, sottolineando come vicino agli ungulati ci siano degli scolari in grembiule e zainetto. Una delle tante scene poco edificanti viste e riviste in questi anni a Roma. «Meglio scappare per prevenire incidenti - continua lo sfogo sui social - ce ne andiamo, non si può. Qua ci sono i bambini che entrano a scuola, lì i cinghiali. Chiamano il Comune ma non fa nulla».

claudia gerini

 

Una denuncia dal tempismo perfetto, a un giorno dalla partenza della campagna elettorale della Raggi, con tanto di passerella di Conte nel quartiere difficile di San Basilio. Quando ricontrolliamo su Instagram la storia non c'è più, la Gerini si trova in un altro parco, stavolta senza fiere nei paraggi. Ma ormai la pentastellata è colpita e affondata. Il primo personaggio di spettacolo che gode di una certa influenza è entrato, volente o nolente, in campagna elettorale. C'è da dire comunque che la Gerini non è mai stata una fan del M5s, a differenza di altri colleghi che hanno appoggiato pubblicamente la Raggi nel 2016, con l'effetto di tirarle la volata mediatica.

 

A dimostrazione di come il vento sia cambiato, molti di loro tacciono. L'attore Claudio Santamaria, sul palco del comizio finale cinque anni fa, ha fatto sapere di essere «stato strumentalizzato» e si è trasferito a Milano. Con lui alla chiusura della campagna elettorale nel 2016 c'erano il collega Claudio Gioè (fino a questo momento non pervenuto) e Dario Fo, che sarebbe scomparso quattro mesi dopo.

claudia gerini a panarea 2

 

La Raggi all'epoca poteva vantare anche la simpatia della cantante Fiorella Mannoia, un altro volto da sempre vicino alla sinistra. Mannoia è silenziosa, ma in occasione delle europee del 2019 ha regalato una sua canzone al Pd, perché il primo amore non si scorda mai. Antonello Venditti è un altro emblema della romanità post-comunista. Inequivocabile il suo invito a sostenere Raggi alle passate elezioni. Il 3 e 4 ottobre non è dato sapere per chi voterà. A pesare stavolta c'è il fatto che Roberto Gualtieri, candidato del centrosinistra, viene da una storia di sinistra «tradizionale».

 

sabrina ferilli virginia raggi

A differenza del renziano Roberto Giachetti, sfidante della Raggi allo scorso turno. L'aria è cambiata. Ondivago solo l'atteggiamento di Sabrina Ferilli, icona pop della Roma prima falce e martello e poi diessina. Nel 2016 ha scelto il M5s. Due anni fa ha votato alle primarie del Pd per disinnescare il renzismo. L'anno scorso in Tv ha detto: «Non ho motivi per non rivotare la Raggi». Ma adesso potrebbe non bastare.

CLAUDIA GERINIsabrina ferilli virginia raggi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATI CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…