giuseppe conte angela merkel

COM'È NATO IL ''PIANO B'' DI MERKEL-MACRON - IL RECOVERY FUND È DISPERSO, URSULA ANNASPA, E LA SODALE ANGELA TIRA FUORI UN CONIGLIO DAL CILINDRO. MERCOLEDÌ SCORSO PARTE LA CHIAMATA BERLINO-PARIGI PER IL BOND DA 500 MLD: VANITY CONTE PROVA A INFILARSI MA I DUE LO METTONO A CUCCIA: TU SEI QUELLO CHE PIÙ HA BISOGNO DI SOLDI, NON TI DEVI PROPRIO FAR VEDERE - ORA URSULA POTRÀ ANDARE DA AUSTRIA E OLANDA CON LA CIFRA PIÙ BASSA DELLA FORCHETTA E UN ULTIMATUM: O FIRMATE OPPURE L'EUROPA FINISCE IN PEZZI E SARA' SOLO COLPA VOSTRA...

 

DAGONEWS

 

macron merkel

Com'è nata l'idea del ''fondino'' Merkel-Macron? Stavolta è stata Angela a chiamare Emmanuel. Mercoledì scorso è partita una telefonata verso l'Eliseo per sbloccare la situazione. D'altra parte la prima volta fu la Francia a fare il primo passo, con Macron che diede incarico al ''suo'' commissario europeo Thierry Breton di prendere Gentiloni e scrivere insieme la proposta del Recovery Fund ''da 1500-1600 miliardi''. Sembra un secolo fa e invece era solo il 5 aprile.

 

Nel frattempo Angela ha dovuto guardare la sua delfina Ursula von der Leyen, a capo della Commissione Europea, annaspare tra le onde del blocco Austria-Olanda-Finlandia-Danimarca, i cosiddetti "paesi frugali", sulla proposta del "Recovery Fund", nonostante avessero pure ammorbidito il nome in ''Recovery Initiative''.

 

angela merkel emmanuel macron

Merkel non poteva tollerare oltre una simile umiliazione. Così lei e Macron hanno messo al lavoro gli sherpa e ieri sera hanno preso la linea in contemporanea per tirare fuori il coniglietto dal cilindro.

 

Prima dell'annuncio, i ministri delle finanze Le Maire e Scholz avevano avvertito l'italiano Gualtieri, che a sua volta aveva messo al corrente Conte. Il premier immediatamente ha comunicato a Parigi e Berlino che avrebbe voluto essere della partita. Loro hanno replicato seccamente: tu sei quello che più ha bisogno di questo fondo, se vogliamo avere una chance di ''venderlo'' ai paesi del Nord, tu non ti devi proprio far vedere.

 

Il lati positivi dell'accordo:

1. C'è un accordo. Fino a ieri il Recovery Fund era sparito dai radar.

angela merkel emmanuel macron

2. I 500 miliardi saranno garantiti da tutti e 27 i membri dell'UE ma saranno distribuiti in funzione del tracollo economico subìto. Quindi l'Italia, pur essendo finora stato un contribuente netto del budget europeo, potrebbe (potrebbe) ricevere più soldi di quanti ne mette. Perché il bond verrà poi restituito in proporzione dai 27 paesi dell'Unione Europea, quindi l'Italia, avendone già intascati 100, avrà a fondo perduto la differenza.

Questo è il piano di Merkel e Macron, che  ha fatto incazzare i soliti paesi frugal, come gli piace chiamarsi.

3. Le somme ricevute non vengono calcolate nel debito pubblico.

ursula von der leyen e angela merkel

 

I lati oscuri dell'accordo:

1. È un annuncio, una proposta, e solo di Germania e Francia. Ormai i leader europei hanno iniziato ad applicare The art of the deal trumpiano: rincoglionire con annunci su annunci, partendo da quello più bombastico e arrivando poi a qualche compromesso mesi e mesi dopo. Non è chiaro se investitori, cittadini e governi se li bevano ancora, e per quanto tempo.

 

ANGELA MERKEL MARK RUTTE

2. I tempi. Lunghi. Troppo lunghi per i bisogni dei paesi più colpiti dalla crisi, Italia in testa ma anche Spagna, Portogallo e la stessa Francia (che per orgoglio sarà l'ultima a chiedere aiuto). Questo serve anche per costringere Conte a dimenticare le sue frasi (''Mes? Non lo attiveremo mai'') e prendere quei dannati 36 miliardi a giugno.

 

PAOLO GENTILONI DAVID SASSOLI

3. Ora tocca a Ursula e Merkel ottenere l'ok di Rutte e Kurz. Olanda e Austria si mostrano contrarie, che è il primo requisito per capire se un accordo può essere utile all'Italia. Ma, sempre parlando di arte nelle trattative, ora la base line, la linea di partenza, sono 500 miliardi, dai quali si può solo scendere. Altra cosa era se la trattativa partiva da 1.500 e si arrivava a 1.000. Purtroppo la cifrona è esistita solo nei sogni di Gentiloni e Sassoli (che era salito fino a 2.000 in preda a un simpatico trip solitario).

 

Von der Leyen, grazie alla spinta franco-tedesca e alla cifra di partenza così bassa, potrà almeno presentarsi ai frugali con un ultimatum: se non accettate questa proposta, l'Europa finisce in pezzi e sarà solo colpa vostra.

GIUSEPPE CONTE ANGELA MERKEL

 

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