COME DAGO-RIVELATO, LETTA ROMPE CON RENZI PER BUTTARSI AL CENTRO. ENRICHETTO CON LA SCUSA DELL’AFFOSSAMENTO DEL DDL ZAN ROMPE CON “ITALIA VIVA” E METTE UN PIETRONE SOPRA AL “GRANDE ULIVO” - IL SEGRETARIO DEL PD VUOLE COSTRUIRE UN’ALLEANZA CON CARLO CALENDA PER ATTIRARE I PARLAMENTARI RENZIANI, CHE RISCHIANO DI USCIRE DISOCCUPATI DALLA PROSSIMA TORNATA ELETTORALE…
MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME
1 - FLASH! - LETTA SI BUTTA AL CENTRO: ENRICHETTO HA IN MENTE DI FARE UNA ALLEANZA CON IL PARTITO DI CARLO CALENDA, "AZIONE", CHE STA CATALIZZANDO L'INTERESSE DI MOLTI PARLAMENTARI DI ITALIA VIVA IN CERCA DI UN FUTURO (CON LO SCEICCO RENZI, IV SI STA SPEGNENDO TRA 1,6-1,9%) - LETTA INCONTRERA' CALENDA LA PROSSIMA SETTIMANA...
2 - LETTA ROMPE CON RENZI "SU ZAN MANOVRE GRAVI LA COALIZIONE VA RIVISTA"
Carlo Bertini per "la Stampa"
Non c'è nulla da fare: Enrico Letta e Matteo Renzi insieme non possono stare. Non era bastata la convivenza velenosa del 2013, uno premier e l'altro leader Pd, a mandare in frantumi un rapporto che, fin dagli albori della fu Margherita (anni 2000) è sempre stato di cortese antipatia.
La ferita della legge contro l'omofobia caduta sotto i colpi dei franchi tiratori ha fatto mettere una croce sopra ai progetti di coalizione larga (da Renzi ai grillini) inseguiti dal leader dem. «Sul ddl Zan si è consumato un disastro per la totale incapacità di Letta», dice con la sua consueta diplomazia il rottamatore.
«Li avevo avvisati che i numeri non c'erano, ma niente». E per di più, «ora sto ricevendo messaggi con minacce di morte», denuncia Renzi, dopo aver raccontato un siparietto: «Letta va da Fazio e mi manda un messaggino: "Apro" sullo Zan, lavoriamoci insieme. Ho detto "noi ci siamo", ma poi martedì ha scelto il muro contro muro suicida». Se questo è il Renzi pubblico, ecco il Letta privato: «Hanno fatto una manovra sulla pelle delle persone, questa non è una battaglia radical chic. E se ci deve essere un asse col centrodestra sul governo, sul Colle, sulle riforme, lo facciano alla luce del sole senza nascondersi. Bisogna che si accenda la luce su queste manovre».
Fine del nuovo grande Ulivo
Insomma per Letta «si è sancita una rottura e dobbiamo riflettere bene sul futuro», dice alludendo alla coalizione tutta da costruire. Dal Nazareno ricostruiscono così la vicenda: «Avevamo avuto rassicurazioni da Renzi, i presunti franchi tiratori dem sono solo quattro, gli altri sono suoi».
Ma il nodo è un altro: fare la sponda a Salvini su una legge come questa è di fatto un atto politico. Per questo Letta mette (per ora) una pietra sopra al grande Ulivo con Renzi, sommerso da preghiere e appelli sul web a mollare l'ex segretario al suo destino, «perché di lui non ci si può fidare».
Un diluvio online che fa dire al suo staff che «Renzi è uscito non solo dalla testa, ma anche dalla pancia dei militanti». I rischi per il Quirinale Nel day after, la conclusione dei giallorossi è quella che dice pubblicamente Luigi Di Maio: «Aver bocciato il Ddl Zan è servito a dare segnali sul Quirinale. Ieri al Senato è nata una maggioranza nel voto segreto».
E siccome tutte le votazioni sul capo dello Stato saranno segrete, la paura che il nuovo asse possa promuovere al Colle un candidato sgradito al centrosinistra è seria. Il leader di Italia viva va dicendo che per il Quirinale servirà una maggioranza «il più larga possibile», quindi non si farà ingabbiare.
E il valore simbolico della convergenza sulla legge Zan è chiaro ai dem. Salvini offre un altro testo Sempre che non sia andata come dice Renzi, però: ovvero che i franchi tiratori fossero una quarantina, ben distribuiti tra tutti i gruppi. Fatto sta che la versione che va per la maggiore nei Palazzi è l'altra: e la sinistra ne approfitta per spingere Iv fuori dalle alleanze. «Hanno remato contro - nota Luca Pastorino di Leu - e il modello di coalizione troppo largo non può funzionare».
Perfino Carlo Calenda si indigna con Renzi: «Come cavolo ti viene in mente di legarti all'Arabia Saudita e allearti con Micciché? Fermati e lavoriamo ad un polo riformista». E siccome per sei mesi il ddl Zan non potrà tornare in Senato, per sedare il malcontento, Letta appoggia una raccolta di firme per una proposta di legge popolare contro l'omofobia. Salvini gli offre una mela avvelenata, «ripartiamo dal testo del centrodestra», gli dice con toni flautati. «L'obiettivo comune è punire chi discrimina, odia e insulta».
alessandro zanintervento del deputato alessandro zan foto di bacco (2)fedez contro matteo renzi 1ALESSANDRO ZAN - SENZA PAURA