ECCO COME LA 'NDRANGHETA COMANDA NEL COMUNE DI REGGIO CALABRIA - 41 FRA DIRIGENTI E FUNZIONARI E 9 CONSIGLIERI HANNO PARENTELE O ASSIDUE FREQUENTAZIONI MAFIOSE - LA MALAVITA ORGANIZZATA GESTISCE VOTI DI SCAMBIO E APPALTI, HA I SUOI CANDIDATI E LE SUE AZIENDE - REGGIO CALABRIA È STATO IL PRIMO CAPOLUOGO DI PROVINCIA A ESSERE SCIOLTO PER MAFIA PER BEN DUE VOLTE...

Giuseppe Baldessarro e Attilio Bolzoni per "la Repubblica"

La ‘ndrangheta non ha più il suo governo. E Reggio, che fino all'ultimo ha resistito per non farsi «umiliare» e «criminalizzare » da qualche burocrate del ministero dell'Interno, adesso ha perso il suo onore.

In questo articolo vi raccontiamo perché hanno sciolto per mafia il Comune della prima grande città italiana, il primo Comune italiano capoluogo di provincia. Chi sono i parenti dell'assessore all'Urbanistica Luigi Tuccio? Lo sapevano tutti, l'unico che non lo sapeva era lui. La suocera, la signora Giuseppa Santa Cotroneo è stata arrestata perché favoriva la latitanza del boss Domenico Condello. La cognata, Bruna Nocera - sorella di sua moglie Gianpiera - era sposata con un altro Condello, Pasquale, cugino di quello che in Calabria conoscono come «Il Supremo».

Fedelissimo del governatore Peppe Scopelliti e figlio di un magistrato di Cassazione, Luigi Tuccio qualche tempo fa si è dimesso da assessore giurando di ignorare la ragnatela parentale. E si è difeso così: «La mia compagna Giampiera, trentuno anni, avvocato, è sorella di Bruna Nocera che oltre vent'anni fa ha sposato, in carcere, il detenuto Pasquale Condello. A quell'epoca Giampiera aveva appena undici anni!

Soltanto oggi ho appreso, a seguito del fermo della signora Cotroneo Giuseppa Santa, questa triste vicenda coniugale rispetto alla quale, la stessa Giampiera ha mantenuto un totale distacco, evidentemente per la delicatezza estrema della vicenda, ormai caduta nell'oblio ventennale». Subito dopo il Pdl l'ha nominato responsabile della legalità del suo partito. Il padre Giuseppe - il magistrato - fa il garante dei detenuti per conto del Comune. Per un certo periodo è stato garante dei diritti anche della consuocera Cotroneo.

Che cosa è il circolo «caccia e pesca» di Reggio Calabria? È un covo ma anche una segreteria politica. È un covo perché lì bivaccavano i Borghetto-Zingato -
«sottopancia» dei più potenti Libri - ma era segreteria politica perché fra i muri del circolo organizzava le sue campagne elettorali il consigliere comunale Giuseppe Plutino, ora in carcere per concorso esterno per scambi di favori con certi galantuomini. Il circolo «caccia e pesca» ha preso anche un bel po' di contributi dall'amministrazione comunale.

Chi discuteva di voti negli uffici della sua impresa edile insieme a Pasquale Crucitti, capo del quartiere Condera? L'assessore ai Lavori pubblici Pasquale Morisani. Le intercettazioni svelano tutti gli «interessamenti», da una parte e dall'altra. L'assessore nega di avere preso un solo voto e ancora adesso dice: «Prove, tirate fuori le prove se no non mi dimetto».

Chi è il presidente del consiglio comunale di Reggio Calabria? È un poliziotto in aspettativa, prima faceva servizio nella Questura della sua città. Prima - fino al 2010 - era anche assessore alla Scuola. E proprio come assessore alla scuola, Sebastiano Vecchio ha portato l'ultimo saluto a Domenico Serraino, morto due anni fa. Il questore di Reggio aveva vietato i funerali «per motivi di ordine pubblico», ma cinquemila reggini se ne sono infischiati e si sono radunati in lacrime. E a rendere omaggio a Serraino, in prima fila c'era lui, il poliziotto-assessore.

Quanti sono i dirigenti e i funzionari del Comune di Reggio che hanno parentele o frequentazioni con ambienti mafiosi? Quarantuno.
Quanti sono i consiglieri comunali che hanno parenti boss o intrattengono rapporti stretti con loro? Almeno nove. Quante sono le indagini della magistratura ancora coperte sull'amministrazione comunale o sulle partecipate? A settembre erano tre. Che cosa è la Multiservizi, società mista a maggioranza del Comune di Reggio (51 per cento) e privati (49 per cento) che gestisce la manutenzione di strade, servizi idrici, pulizie di edifici come il Palazzo di Giustizia? È una società infiltrata dalla ‘ndrangheta.

Il suo ex direttore operativo, Giuseppe Rechici, era considerato uomo ombra dei boss Tegano. Sulla vicenda ci sono stati anni di indagini della squadra mobile e della guardia di finanza, c'è già anche una sentenza di primo grado che ha condannato Rechichi a 16 anni di carcere. Che cosa faceva Demetrio Arena prima di diventare sindaco di Reggio? Era amministratore delegato dell'Atam, l'azienda municipalizzata dei Trasporti, incarico conferito direttamente dall'allora primo cittadino Scopelliti. Ma Arena era anche consulente della famigerata Multiservizi.

In materia di "mafiosità" il comune di Reggio non ha solo il record di primo capoluogo di provincia sciolto per connivenze. Ne ha un altro. È la seconda volta che accade e quando fu - tanto tempo fa - fu il primo comune in assoluto sciolto per mafia in Italia. Allora Reggio non era ancora una delle dieci città metropolitane italiane e quelli che comandavano lì dentro erano indicati da intellettuali come Sidney Sonnino e Leopoldo Franchetti «i facinorosi della classe media», praticamente la contemporanea borghesia mafiosa. Era il 1869. E con decreto del Re fu impresso quel marchio ai governanti della Calabria.

 

LUIGI TUCCIO IL BOSS DOMENICO CONDELLO GIUSEPPA COTRONEO DEMETRIO ARENA LUIGI TUCCIO E ANGELINO ALFANO jpegGIUSEPPE SCOPELLITI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....