COME VIVERE, E BENE, SENZA GOVERNO: IL PIL SALE DELLO 0,3%, LA BORSA VOLA - MENTRE IL QUIRINALE E I PARTITI TUTTI SI PRENDONO IN GIRO DA DUE MESI, L'ITALIA SEGUE IL TREND EUROPEO DEL VUOTO DI POTERE. COME IL BELGIO, LA SPAGNA O COME IN GERMANIA - ENNIO DORIS: “ANCHE SE IN ITALIA NON CI FOSSE UN GOVERNO PER UN ANNO, CAMBIEREBBE POCO. GRAN PARTE DELLA SOVRANITÀ L'ABBIAMO GIÀ PERSA. NON È LA BANCA D'ITALIA CHE FA LA POLITICA MONETARIA, LA FA LA BCE, IN TUTTA L'EUROPA”
1. VIVERE SENZA GOVERNO
Estratto dell’articolo di Susanna Turco per “l’Espresso”
chiara foglietta e micaela ghisleni con il sindaco di torino chiara appendino
Ebbrezza di vivere senza governo: a Torino la sindaca Chiara Appendino registra al comune la nascita di Niccolò Pietro come figlio di due madri (è la prima volta che accade in questi termini); ventiquattro ore dopo, a Roma, il Consiglio dei ministri, con una riunione fantasma di quattro minuti totali, dà la cittadinanza al piccolo Alfie Evans, per facilitare il trasferimento lontano dai giudici inglesi che ne hanno decretato il distacco dal respiratore.
E non c' è, nel caso di Torino una nuova legge sulla stepchild adoption, a regolare i diritti delle famiglie omosessuali; e non ci sono, nel caso del bimbo di Liverpool, nuove norme per un accesso subitaneo alla cittadinanza italiana «nella tutela di preminenti valori umanitari» (figurarsi, poi, come si farebbe con gli immigrati).
Per diritti e temi etici si surfa, come sulle montagne russe, ma per una volta senza eccessivi strepiti: né da una parte, né dall' altra. Sarà mica perché, nel pieno delle consultazioni, manca qualcuno con cui prendersela? Il governo è, politicamente, come nella foto del suo sito internet istituzionale: una stanza vuota, in carica per gli affari correnti. Paolo Gentiloni ha twittato le proprie dimissioni già da un pezzo, ma resta al suo posto, fino al giorno in cui potrà passare la campanella al successore.
Una attesa che ormai sfiora i record della Repubblica, la più lunga negli ultimi vent' anni: la più recente risale al '92, 65 giorni per arrivare al governo Amato (per la più longeva bisogna arrivare all' Andreotti V, 126 giorni). Eppur da fermo il governo si muove, senza grossi sconquassi. Da marzo i mercati sono calmi, la Borsa in placido rialzo cresceva dell' 8,5 per cento, nei 45 giorni dopo il voto del 4 marzo). Lo spread, angoscioso compagno degli anni di Monti, è ai minimi degli ultimi due anni.
Non durerà per sempre, è chiaro: l' Fmi ha appena certificato che cresciamo meno di tutti, nell' Eurozona. E i primi dati 2018 su fiducia, produzione industriale e immatricolazioni di auto non sono buoni. With or without you Mentre il Colle, le alte cariche e i partiti tutti si barcamenano con gli incarichi esplorativi, con tentativi (vani) di conventio ad excludendum, con spettri di scioglimenti anticipati, with or without, con o senza governo, intanto, si va.
Non all' infinito, naturalmente, ma intanto resta Gentiloni, il cui karma è sin dall' inizio quello: premier transitorio ma non troppo. Vero, come ha fatto notare lui stesso, che cose tipo il dibattito sulla revisione degli accordi di Dublino per l' accoglienza dei rifugiati, la riforma della governance dell' eurozona, o le discussioni sul nuovo bilancio pluriennale della Ue richiederebbero un governo forte, nel pieno delle sue funzioni.
Ma non tutto si può, e in questo allungarsi l' Italia si mette in linea con la moda, segue il trend europeo. Come il Belgio, che tra 2010 e 2011 è rimasto per 544 giorni senza nuovo governo, ed è cresciuto lo stesso. Come la Spagna, cui quasi un anno senza esecutivo tra il 2015 e il 2016, ha portato un florido +3,2 per cento di Pil, e 500 mila posti di lavoro in più. O come in Germania che, pur senza governo tra settembre e marzo, secondo la Bundesbank è in una «fase di boom economico».
ENNIO DORIS CON ALLE SPALLE UN RITRATTO D ANNATA DI BERLUSCONI
Effetti del sistema complessivo di decentramento della governance, dai poteri della Banca centrale europea alle regole di tenuta per le situazioni di incertezza politica fino al sistema di Frontex per l' immigrazione e l' accoglienza, un complesso di regole che fanno sì che i confronti per la formazione del governo possano allungarsi. «Sono cose che vanno avanti al di là che il governo ci sia o non ci sia», ha sospirato qualche giorno fa Ennio Doris, presidente di Mediolanum: «Anche se in Italia non ci fosse un governo per un anno, cambierebbe poco. Gran parte della sovranità l' abbiamo già persa. Non è la Banca d' Italia che fa la politica monetaria, la fa la Bce, in tutta l' Europa».
Per converso, il governo che verrà, qualsiasi esso sia, avrà un perimetro molto stretto per fare le riforme: quindi paradossalmente può essere meglio non far nulla che far male. «Anche se poi è meglio che alla fine un governo ci sia», è il commento finale.
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2. IL PIL SALE DELLO 0,3% IN TRE MESI PIÙ OCCUPAZIONE TRA I GIOVANI
Claudia Voltattorni per il “Corriere della Sera”
padoan, ministro dell'economia (d), con il presidente della bce mario draghi
Più occupati, soprattutto tra i giovani, ma più precari. Però il Pil continua a salire, seppure solo dello 0,3%. E la disoccupazione resta stabile al tasso dell' 11%, mentre quella giovanile cala del 4,4% e si attesta al 31,7%, il tasso più basso dal dicembre 2011. Luci e ombre nei nuovi dati diffusi ieri dall' Istat. Perché se da un lato l' occupazione continua il suo lento ma costante processo di crescita - nel mese di marzo la stima segna un +0,3% rispetto a febbraio e +21mila occupati in tre mesi -, dall' altro si tratta di impieghi a tempo determinato: in un anno gli occupati sono saliti dello 0,8%, cioè 190 mila in più, ma sono lavoratori a termine (+323 mila), perché invece scendono gli occupati permanenti (-51 mila) e gli indipendenti (-81 mila).
SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI
E poi c' è il livello del Prodotto interno lordo che, nonostante il +0,3%, per l' Istat «risulta ancora inferiore dello 0,9% rispetto al precedente picco del secondo trimestre del 2011 ma superiore del 4,4% rispetto all' inizio della fase di recupero». La sua crescita conferma «il rallentamento rispetto alla dinamica più marcata registrata nella prima parte del 2017», con «un contenuto ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale che scende all' 1,4%».
È «un andamento migliore del previsto» nota Confcommercio, ma non basta: «Il dato italiano - sottolinea l' associazione - s' inserisce in un contesto europeo che mostra inequivocabili segni di indebolimento, situazione che potrebbe portare nei prossimi mesi ad un rallentamento più marcato, anche della nostra economia». La Cgil evidenzia l' aumento della precarietà: «Uno dei motivi per cui la qualità del lavoro è una questione da affrontare con urgenza».
MA SENZA GOVERNO LA BORSA VOLA
Marcello Zacché per “il Giornale”
Mentre da Roma arrivano notizie sempre più negative rispetto alla formazione di un governo, a Milano la Borsa vola. E vola sul serio: ieri l' indice dei principali 40 titoli (Ftse Mib) ha chiuso a 24.265 punti, in rialzo dell' 1,2%. Per trovare Piazza Affari a questi livelli, sopra quota 24mila, bisogna fare un viaggio nel tempo di quasi 9 anni. Era l' ottobre 2009: Silvio Berlusconi era presidente del Consiglio, la crisi economica era alle porte mentre quella dello spread sarebbe arrivata solo nel 2011. Che la Borsa vada su e giù, nel tempo, è cosa arcinota.
Tuttavia fa impressione vedere con quale forza il mercato italiano stia risalendo la china proprio adesso, quando dalle urne del 4 marzo è uscito forse il peggior risultato della storia italiana in termini di governabilità. Mentre certe resistenze storiche, come quella di «quota 24mila» sono state bruciate proprio in questi ultimi giorni, quando si sono definitivamente chiusi i «due forni» nei quali doveva lievitare il nuovo esecutivo.
Qualcuno poteva pensare che la certificata ingovernabilità - con il rischio di elezioni anticipate e al buio, piuttosto che con quello di una crisi istituzionale allargata anche al Quirinale - avrebbe maldisposto gli investitori. Invece no, niente. Dal 4 marzo a ieri l' indice principale della Borsa di Milano è cresciuto dell' 11,2%, contro il 6,6% di quella di Francoforte o il 7% di Parigi. Wall Street nello stesso periodo è addirittura negativa. Un altro indice di forza dei nostri mercati, lo spread tra i rendimenti dei Bund e quelli del Btp, dopo le elezioni è sceso fin sotto i 120 punti: non accadeva dall' estate del 2016.
Una possibile spiegazione tecnica c' è, ed è la miscela tra la liquidità della Bce, che continua a comprare titoli di Stato, e la ritrovata salute delle banche italiane, da cui dipende circa il 70% delle variazioni dell' indice di Borsa, e che hanno le tasche piene proprio di titoli di Stato. Dopodiché c' è anche un' altra spiegazione.
Per nulla tecnica, ma molto realistica.
È che nell' era della globalizzazione e delle tecnologie e dopo l' esperienza della grande crisi, la politica ha mostrato tutta la sua nudità. Impotente se non addirittura dannosa. A maggior ragione in Italia, dove più che altrove è litigiosa e inconcludente. Così il mercato, che forma i prezzi dei beni, ha imparato a non dare più di tanto peso alla politica. Specialmente in un Paese marginale come l' Italia.
Questo non significa che si possa fare a meno di un governo, naturalmente. Ma sembra indicare che il ruolo del potere esecutivo risulta in qualche modo ridimensionato rispetto ad altri poteri, come quelli delle Banche centrali per esempio, o ad altre dinamiche. Per cui importa poco o niente se l' attuale governo è quello in carica da prima delle elezioni o se sia espressione dei nuovi equilibri democraticamente usciti dalle urne.
In assenza di un problema specifico, o di un motivo per attaccare i nostri Btp, i mercati hanno altri pensieri. Quando la Bce terminerà di acquistare titoli di Stato, allora sì che bisognerà guardare con quale capacità il governo italiano si occuperà della gestione del debito pubblico. E del deficit di bilancio. In attesa di quel momento gli investitori possono continuare a disinteressarsi della politica