ACQUA MARCIA IN LAGUNA - IL GOVERNO VUOLE COMMISSARIARE IL CONSORZIO VENEZIA NUOVA, E TOGLIERE IL REGIME SPECIALE AL MOSE: È GRAZIE ALLA “LEGGE OBIETTIVO” CHE SULL’OPERA SONO PIOVUTI SOLDI SENZA GARE

Sara Monaci per “Il Sole 24 Ore”

 

Per il Consorzio Venezia Nuova il governo studia l'ipotesi del commissariamento. Si tratterebbe di un passaggio graduale per riportare la società che si occupa della realizzazione del Mose alle regole della legge ordinaria (o al massimo di una legge speciale), abbandonando così la legge Obiettivo.

 

CANTIERE DEL MOSE CANTIERE DEL MOSE

L'esecutivo ritiene ancora che l'opera sia strategica. Si pensa piuttosto che l'anomalia gestionale che ha portato nel tempo alla corruzione nasca proprio da quella legge Obiettivo del 2002 che ha permesso al Cvn di elargire fondi e fare affidamenti senza gare pubbliche.

 

L'inchiesta giudiziaria della procura di Venezia ha messo in luce un meccanismo perverso fatto di tangenti, per l'ottenimento dello sblocco delle risorse pubbliche in sede ministeriale e regionale, e di fatture gonfiate per finte consulenze dentro il Consorzio Venezia Nuova.

venezia progetto mose cantieri x venezia progetto mose cantieri x

 

Una macchina che ha funzionato così per almeno un decennio e che dal 2005 al 2012, secondo i procuratori veneziani, ha prodotto 40 milioni di fondi neri, perlopiù nascosti in Svizzera e a San Marino. Ieri intanto il Tribunale dei ministri ha iniziato a studiare le carte relative all'ex responsabile di Ambiente e Trasporti Altero Matteoli.

 

Il Mose è un'opera che a oggi vale 5,5 miliardi. Nel 2002 la cifra sembrava ammontasse a 3,4 miliardi. Il costo di manutenzione stimato è di circa 40 milioni all'anno. Proprio l'inchiesta ha fatto rinascere a Venezia un nuovo movimento d'opionione su costi e benefici dell'opera. E non solo. Il gruppo di tecnici che nel 1998 negò per primo la Valutazione di impatto ambientale al Mose, sottolineando la pericolosità delle cosiddette "cerniere", oggi si è ricostituito per fare pressione al governo e chiedere di rivedere tutta l'opera.

 

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

Dalle carte dell'inchiesta infatti potrebbe emergere anche un aspetto che va oltre le tangenti e i fondi neri: la corruzione potrebbe essere avvenuta anche per superare gli ostacoli costituiti dai pareri negativi, e garantire comunque la costruzione di quegli stralci di opera potenzialmente più rischiosi.

 

Questo lo sottolinea Andreina Zitelli, che all'epoca faceva parte della Via del governo Prodi: «Sarebbe opportuno che il progetto venisse rivisto prima di proseguire, aveva molte criticità superate dalla politica ma non dal punto di vista tecnico, visto che sono mancati i controlli - dice Zitelli - Ricordiamo che la laguna veneziana è una realtà ecologica complessa, è la più grande Zps (zona a particolare sensibilità) più grande d'Europa».

 

berlusconi tremonti berlusconi tremonti

La storia della Valutazione di impatto ambientale del Mose è in effetti complicata. Nel '98, durante il governo Prodi, la Via era negativa ma per una decisione presa dal Comitato dei ministri di indirizzo e controllo di Venezia l'opera proseguì il suo corso. Nel 2001 il governo Amato sollevò dei dubbi ma di nuovo il Comitato decise di confermare i cantieri. Nel 2002, durante il governo Berlusconi, si passò dalla legge Speciale, che ha bisogno di un passaggio annuale in Parlamento, alla legge Obiettivo, che garantisce risorse direttamente dal Cipe.

giovanni mazzacurati giovanni mazzacurati

 

Nel 2006, durante il governo Prodi, l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari inviò di nuovo al governo uno studio realizzato dai tecnici della Via, ancora negativo. L'opera è ancora oggi considerata strategica, ma la legge Obiettivo probabilmente, dopo l'inchiesta giudiziaria, non sarà più garantita.

GIULIANO AMATO ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE GIULIANO AMATO ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...