GIGGINO ALLA SBARRA? WHY NOT! - LA COMMISSIONE GIURIDICA DEL PARLAMENTO EUROPEO NEGA PER LA PRIMA VOLTA L’IMMUNITA’ A LUIGI DE MAGISTRIS, QUERELATO DA ENZA BRUNO BOSSIO PER IL SUO LIBRO “ASSALTO AL PM” - LA BOSSIO, IMPRENDITRICE, ESPONENTE DELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD, MOGLIE DI NICOLA ADAMO, E’ STATA ASSOLTA A GENNAIO NEL PROCESSO WHY NOT, CHE INIZIO’ PROPRIO DA LEI - IERI SERA IL VOTO: TUTTI (TRANNE VERDI E SINISTRA) CONTRARI ALL’IMMUNITA’ – ORA TOCCA ALL’AULA DECIDERE SE IL SINDACO DI NAPOLI DOVRA’ ANDARE A DIFENDERSI IN TRIBUNALE…

Carlo Tarallo per Dagospia

La decisione della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo è arrivata durante la notte: niente immunità parlamentare per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, denunciato da Enza Bruno Bossio, imprenditrice calabrese, moglie del consigliere regionale Nicola Adamo, imputata e poi assolta nel processo Why Not. Per la prima volta, dunque, Giggino ‘a Manetta rischia di dover difendersi in tribunale dall'accusa di diffamazione. La Bossio, assolta in appello due mesi fa a Catanzaro dopo una identica decisione dei giudici di primo grado, ha citato in giudizio l'ex magistrato per un passaggio del suo libro "Assalto al pm", che ritiene diffamatorio.

E a Bruxelles il voto della commissione ha dato il via libera al processo: no all'immunità da parte di centrodestra e socialisti, mentre a favore dello "scudo" richiesto da Giggino hanno votato solo i Verdi e l'Alde, il gruppo di sinistra al quale De Magistris era iscritto fino a quando non ha lasciato la poltrona di europarlamentare dopo essere stato eletto sindaco di Napoli. La commissione ha accolto la proposta del relatore, il socialista tedesco Bernhard Rapkay, di non concedere l'immunità. E adesso?

E adesso toccherà all'aula esprimersi definitivamente, ma l'aria che tira a Bruxelles non è favorevole per De Magistris: nessun commento ufficiale sulla decisione della commissione, ma stando a quanto trapela dai corridoi del Parlamento Europeo l'indirizzo politico dei principali partiti sulle immunità parlamentari è quello di una "stretta": in pratica, si tenderà a concedere lo scudo giudiziario solo per quelle denunce relative ad azioni condotte nell'esercizio delle funzioni di deputato europeo.

Dunque (anche se naturalmente tutto è possibile) è prevedibile che l'aula si allinei a quanto deciso in commissione qualche ora fa. Tra l'altro, sempre secondo indiscrezioni, De Magistris rischia di dover affrontare anche altri due processi per i quali la commissione si sarebbe espressa per il "no" all'immunità.

Quando lo scorso 24 gennaio la corte di appello di Catanzaro confermò l'assoluzione in primo grado, Enza Bruno Bossio commentò così la decisione dei giudici: "Per ora mi godo con serenità questo momento. Ci sarà tempo e luogo per riflettere su questa terribile vicenda che ancor prima che sul piano personale ha determinato conseguenze devastanti per la vita di tanti lavoratori ed imprese calabresi".

Ma che la volontà della imprenditrice calabrese fosse quella di andare fino in fondo nella denuncia per diffamazione nei confronti di De Magistris era un fatto noto. Ecco una nota tratta dal sito ufficiale della Bossio: "Uno dei procedimenti sui quali De Magistris chiede l'immunità parlamentare - scrive - riguarda la mia richiesta di risarcimento danni per la diffamazione contenuta nel suo libercolo, Assalto al Pm. Questo signore - aggiunge la Bossio - non solo si è preso la briga, in questi anni, di rovinarmi la vita, costruendo la bufala giudiziaria del secolo (Why not, procedimento 2057 di Catanzaro, è partito come Bruno Bossio più altri), ma ha continuato a perseguitarmi attraverso il suo libro, inventandosi ulteriori fatti inesistenti.

Motivo per cui ho avviato l'azione risarcitoria. Oggi lui chiede, non per la sua attività di magistrato o ancor più di parlamentare, ma per quella di approssimativo scrittore, lo scudo dell'immunità parlamentare al fine di impedire che sia serenamente valutato, nel luogo preposto dalla legge, il merito della sua diffamazione nei miei confronti".

E ora? E ora, se l'aula non modificherà la decisione della commissione giuridica del Parlamento Europeo, il processo si farà....

 

de magistrisEnza Bruno Bossio thumb php jpegEnza Bruno Bossio Enza Bruno Bossio x

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…