carlo bonomi andrea orlando giuseppe conte enrico letta

CONFINDUSTRIA BASTONA ORLANDO E LETTA SCENDE IN CAMPO PER DIFENDERLO. PERCHE’ CONTE TACE? – MINISTRI E DIRIGENTI DEM NON HANNO GRADITO IL SILENZIO DEI 5STELLE, CHE NON HANNO FATTO SCUDO NEANCHE ALLA LORO ALESSANDRA TODDE, VICEMINISTRA DEL MISE, ANCHE LEI PRESA DI MIRA DAL NUMERO 1 DI VIALI DELL'ASTRONOMIA BONOMI. LO STUPORE TRA I 5 STELLE PER I SILENZI DI CONTE – FORZA ITALIA E RENZIANI CON GLI INDUSTRIALI…

Carlo Bertini per la Stampa

 

carlo bonomi 4

«Orlando e Draghi stanno costruendo una soluzione equilibrata: un sistema che sanziona gli abusi è un sistema che gli investimenti li attira». Enrico Letta non l'ha presa bene, anzi si può dire che l'intemerata del leader di Confindustria contro il «suo» ministro del Lavoro, non gli sia andata proprio giù. E quando nei suoi conversari nomina Orlando e Draghi, il leader del Pd lascia intendere che chi attacca il ministro, attacca il governo e anche il premier, perché tra i due c'è piena sintonia.

 

ANDREA ORLANDO

Gli imbarazzi grillini Per carità, Letta sta ben attento a evitare un frontale con gli industriali, specie un ex premier come lui non se lo può proprio permettere. Ma nella sua veste di segretario del Pd, prende le distanze e lancia un appello all'unità: «Come nel momento più buio del lockdown, è il momento dell'unità. L'unica strada per la ripresa è sentirsi tutti dalla stessa parte, imprese, sindacato, politica e governo».

 

E se dal Nazareno si ribadisce dunque il pieno sostegno ad Orlando, ministri e dirigenti dem non hanno gradito il silenzio dei 5stelle, che non hanno fatto scudo neanche alla loro Alessandra Todde, viceministra del Mise, che segue il dossier con Orlando, presa di mira da Bonomi. I grillini tendono a spiegare questo silenzio nei confronti della viceministra, peraltro vicina a Conte, con il fatto che la nuova virata di un movimento attento al tessuto produttivo, che deve ripartire dal nord e dalle imprese, scoraggia prese di distanze da Confindustria.

 

carlo bonomi 6

Ma a quanto filtra, anche la Todde si sarebbe aspettata non certo una polemica, ma qualcosa di simile alle difese del Pd, una pacata smentita che vi sia intento punitivo da parte del governo nel mettere a punto questo provvedimento. Evitare che le imprese partano I due ministeri stanno lavorando in tandem su una misura che protegga i lavoratori dalle delocalizzazioni.

 

Ma senza mettere in campo operazioni punitive. «Vogliamo far sì che le imprese non se ne vadano, ovvero che ci sia un rapporto con i territori di maggiore fiducia e responsabilità sociale - spiega Letta - In tutti i grandi Paesi europei stanno facendo così, perché il rapporto dell'impresa con il territorio deve essere più forte e intenso soprattutto ora che arrivano tanti fondi del Pnrr».

 

Alessandra Todde

Dal dicastero di Orlando fanno sapere che la limatura del "decreto delocalizzazioni" è in corso e lo scopo è «la responsabilità sociale d'impresa, nessuna logica punitiva, ma certo ci sarà un disincentivo a comportamenti lesivi della dignità del lavoratore, come i licenziamenti in un'ora via whatsapp». Insomma quello che Draghi e Orlando stanno cercando di impostare «è un lavoro per essere più attrattivi in modo che le imprese non se ne vadano dall'Italia».

 

GIUSEPPE CONTE

Dubbi di renziani e azzurri Sul "come" essere più attrattivi certo ci sarà da discutere, già nelle forze di maggioranza si levano voci dissonanti. Come quella del presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin, che vuole vederci chiaro. «Noi pensiamo che per evitare le delocalizzazioni occorra migliorare le condizioni di competitività dei territori: riducendo la pressione fiscale, migliorando i servizi alle imprese, fornendo capitale umano di qualità, favorendo la costruzione di filiere industriali». Anche Forza Italia è guardinga e tutto fa pensare che il percorso di questo provvedimento in Parlamento non sarà indolore.

 

«C'è bisogno di creare un complesso di regole che tutelino i lavoratori e non permettano che essi siano licenziati via WhatsApp», ammette l'altro viceministro allo Sviluppo economico, Giliberto Pichetto di Forza Itralia. «Sulle delocalizzazioni serve un piano complessivo: non possiamo permetterci norme punitive nei confronti delle aziende e l'obiettivo non è creare loro limiti col rischio di soffocarle. Forza Italia valuterà attentamente il testo predisposto dal Ministero del Lavoro per le successive ed eventuali richieste di miglioramento».

carlo bonomi 5enrico letta alla versiliana 3

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...