giorgia meloni donald trump paolo zampolli

MELONI È AVVISATA: DA TRUMP NON PUÒ PRESENTARSI A MANI VUOTE – L’INVIATO PER LE “PARTNERSHIP GLOBALI” DEL TYCOON, PAOLO ZAMPOLLI, DÀ UN CONSIGLIO ALLA DUCETTA, IN VISTA DELLA VISITA ALLA CASA BIANCA DEL 17 APRILE: “SAREBBE FANTASTICO SE LA PREMIER SOSTENESSE CHE L’ITALIA LAVORA PER ARRIVARE AL TRAGUARDO DEL 5% DEL PIL INVESTITO NELLA DIFESA. IN QUESTO CASO GLI STATI UNITI SAREBBERO PRONTI AD ASSISTERE L’EUROPA” – PECCATO CHE, PER ARRIVARE UN TALE TRAGUARDO, AL NOSTRO TESORO SERVANO 30 MILIARDI DI EURO CHE AL MOMENTO NON CI SONO…

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

PAOLO ZAMPOLLI

La tregua sui dazi consente a Giorgia Meloni di recarsi a Washington in un clima più sereno (o meno cupo). Rimane l’imbarazzo per la durezza di Donald Trump sull’Europa, i suoi commenti pesanti trapelati dagli incontri con esponenti repubblicani.

 

Paolo Zampolli, amico da 30 anni del presidente che lo ha nominato inviato per le partnership globali, cerca di minimizzare: sostiene che Trump discuterà con la premier italiana «con umiltà nella speranza di trovare, con una leader che incontra per la quarta volta in un breve lasso di tempo, una coincidenza di vedute sul percorso da fare per arrivare alla pace in Ucraina e sul futuro della Nato».

 

[...]  «Penso — dice Zampolli — che il presidente voglia tenere nettamente separate le questioni della Nato e del suo articolo 5 da quelle relative all’Ucraina. Il futuro di questo Paese non coinvolgerà la Nato. Mentre la sicurezza dell’Europa rimane essenziale ed è per questo che il presidente chiede ai Paesi europei di destinare alla difesa il 5% del loro Pil: lo ripeterà al prossimo summit dell’organizzazione atlantica».

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI MEME

Con mezza Europa che fa fatica ad arrivare al 2%, alzare l’asticella fino al 5 sembra impraticabile. Difficile per la Meloni giocare un ruolo su questo terreno visto che l’Italia è uno dei Paesi che fanno più fatica ad incrementare in modo sostanziale il budget per la difesa.

 

Ma Zampoli la vede diversamente: «Sarebbe fantastico se il primo ministro italiano riconoscesse l’importanza di un simile impegno e sostenesse che l’Italia sta lavorando per arrivare al traguardo del 5%, anche se la meta è lontana e per raggiungerla ci vorrà un bel po’ di tempo. In questo caso credo che gli Stati Uniti sarebbero pronti ad assistere l’Europa tanto in termini di difesa quanto in materia di investimenti in tecnologia».

 

donald trump e paolo zampolli

[...] Zampolli preferisce soffermarsi su questioni relative a business specifici, importanti sul piano commerciale, tecnologico e anche della cooperazione sulla difesa. In primo luogo si augura che la visita a Washington della prossima settimana sia l’occasione per l’annuncio di un investimento della Pirelli da un miliardo di dollari (in futuro potrebbero diventare due) e mille posti di lavoro per la produzione in Georgia di pneumatici «smart», in grado di dialogare con l’elettronica del veicolo: una tecnologia molto avanzata, studiata in particolare per i veicoli a guida autonoma.

 

paolo zampolli e matteo salvini

Per l’industria alimentare la possibilità di evitare dazi punitivi passa attraverso una quota maggiore di cibi prodotti da imprese italiane direttamente negli Usa. L’acceleratore creato a Washington dal ministero del Commercio è stato pensato per investimenti da un miliardo di dollari in su, ma le imprese italiane più piccole avranno la possibilità di consorziarsi in un sforzo comune che potrebbe essere premiato con la creazione di una «food duty free zone».

 

Un filone ancora non ben definito, ma strategicamente molto importante [...] riguarda la radaristica da inserire nel sistema «Iron Dome» per la difesa antimissili degli Stati Uniti: un sistema ben più complesso dello «scudo» che protegge Israele. Serve un’alta densità di installazioni, vista l’estensione degli Stati Uniti (lungo la costa del Pacifico, la più esposta, ci sono solo quattro batterie antimissili) e una maggiore sofisticazione tecnologica per contrastare il rischio di attacchi con vettori ben più avanzati di quelli lanciati dall’Iran contro lo Stato ebraico.

 

GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP - VIGNETTA BY NATANGELO

Qui entra in gioco Leonardo che ha una lunga tradizione in campo radaristico. Oggi il gruppo italiano può essere un capofila europeo nelle forniture per l’Iron Dome americano soprattutto per la sua tecnologia nel campo dei circuiti integrati a microonde prodotti utilizzando due materiali, l’arseniuro di gallio e il nitruro di gallio, essenziali per i radar di ultima generazione.

 

Ma non toccherebbe al nuovo ambasciatore in Italia, Tilman Fertitta, occuparsi di tutto questo? «Certo, non vedo l’ora che arrivi e gli offrirò tutti i miei contatti» risponde Zampolli, «ma per adesso non c’è. E io faccio quello che posso, dialogando con la Casa Bianca».

DONALD TRUMP GIORGIA MELONImeloni trump vignetta altan

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