VIA DA VEGAS! - LA GUERRA SULLA CONSOB PASSA AL GOVERNO: ALFANO BLINDA VEGAS (EX DI FORZA ITALIA), MENTRE IL DIRIGENTE MINENNA LO ACCUSA DAVANTI AI PM: ''È LUI CHE FECE TOGLIERE GLI SCENARI DI RISCHIO DALLE OBBLIGAZIONI VENDUTE AI RISPARMIATORI'' - DA DESTRA ATTACCANO: '' MINENNA FA CAMPAGNA ELETTORALE PER LA RAGGI''. MA SONO ANNI CHE SI OPPONE A VEGAS
1. CONSOB, ALFANO: “IL GOVERNO NON PUÒ E NON DEVE ATTACCARLA”. CALENDA: “NESSUNA POLEMICA, HO SOLO DATO UN GIUDIZIO”
La Consob fa litigare i ministri del governo Renzi. La scintilla sono state le parole del ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, ora arriva la risposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Il governo non deve e non può attaccare l’Autorità di Garanzia”. L’oggetto del contendere è il fatto che – come documentato da ilfatto.it e da Report – i vertici della commissione hanno deciso di eliminare dai prospetti gli scenari probabilistici, vale a dire l’indicazione sintetica delle probabilità di guadagnare o perdere su un titolo.
In questo modo, i risparmiatori delle quattro banche fallite e poi salvate dal governo (Banca Marche, Banca Etruria, Cari Ferrara e Cari Chieti) non sono stati avvertiti dei rischi che correvano investendo in obbligazioni subordinate. In mezzo c’è il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, intorno al quale si è creato un cordone di sicurezza di partiti di centrodestra al governo e di quelli all’opposizione, da Brunetta a Gasparri (Vegas è un ex parlamentare ed ex sottosegretario dei governi Berlusconi).
Ma per Alfano non c’entrano né politica né simpatia personale. “In ballo non c’è la persona del presidente Vegas, peraltro stimato per la sua serietà e competenza, ma una corretta relazione tra le istituzioni” dice il ministro dell’Interno. Per il capo del Viminale, in vista del referendum sulle riforme e di fronte alle osservazioni di chi lamenta “l’assenza o la debolezza di un sistema di organi di bilanciamento o di garanzia”, non attaccare la Consob è una “grande questione di opportunità“.
Ma Calenda non si tira indietro, non riformula le sue parole: “Io evito normalmente le polemiche – dice – mi spiace se ne ho provocata una. Ho solo dato un giudizio, fine, non voglio fare nessuna polemica con nessuno”. Sullo sfondo le ricostruzioni dei giornali che raccontano che il governo vuole una svolta ai vertici della Consob (Vegas conclude il suo mandato nel 2017), ma solo con un pressing affidato ai componenti della commissione.
Secondo Alfano “c’è una grande questione di opportunità. Gli osservatori tecnici e politici della riforma costituzionale, rilevano l’assenza o la debolezza di un sistema di organi di bilanciamento o di garanzia rispetto al rafforzato ruolo dell’esecutivo e del partito vincitore che riceverà un premio dalla legge elettorale.
Tutto ciò al punto che l’anno rimanente dopo il referendum e prima del voto dovrà essere impiegato per realizzare, con legge ordinaria, quanto è carente in termini di sistemi di garanzia e completare, così, la riforma”. Per il ministro “di fronte a queste obiezioni, cominciare (già da adesso) ad attaccare le autorità indipendenti di garanzia, può rappresentare un pessimo presagio sul futuro e un ottimo argomento per i sostenitori del no alla riforma”.
Per Renato Brunetta è “inaccettabile e indecente” che un ministro “attacchi un’autorità indipendente”. Il capogruppo di Forza Italia insiste con la costituzione di una commissione d’inchiesta sull’operato di Consob e Bankitalia per la vicenda delle banche fallite. Secondo un altro forzista, Maurizio Gasparri, “il governo sta scatenando un’ offensiva nei confronti della Consob forse con l’obiettivo di distrarre gli italiani dalle colpe della famiglia Boschi per la vicenda Banca Etruria”. Per il vicepresidente del Senato “si è usato l’alibi consueto dell’Europa per coprire gli enormi errori commessi. Più che della Consob bisognerebbe parlare della Banca d’Italia sulla quale è sceso un velo di omertà. L’istituto di Via Nazionale non serve più a nulla. Il suo capo viola le norme sul tetto alle retribuzioni per gli esponenti delle strutture pubbliche. La vigilanza che spettava a questo inutile baraccone non c’è stata. Bankitalia va chiusa”.
2. CONSOB:STAMPA,MINENNA ACCUSA VEGAS SU SCENARI RISCHI IN BOND
(ANSA) - Il dirigente Consob Marcello Minenna, a capo dell'ufficio di analisi quantitative, accusa, secondo quanto riportano alcuni quotidiani, il presidente Giuseppe Vegas di aver dato lui l'indicazione che le banche non "indicassero la percentuale di rischio di recupero sul capitale investito" nei prospetti sui bond cambiando così le regole.
Sentito dalla Procura di Arezzo Minenna, stando alle ricostruzioni dei giornali, avrebbe confermato il cambio delle regole sull'obbligo di dichiarare nei prospetti informativi gli "scenari probabilistici" di rischiosità. Minenna, sempre secondo le fonti di stampa, è stato accusato a sua volta dal presidente Vegas di aver compiuto comportamenti irregolari per i quali è stata aperta un'indagine interna. Secondo Consob inoltre non c'è mai stato l'obbligo di inserire gli scenari nei prospetti.
3. LE TRAME INTERNE ALLA CONSOB E L' IPOTESI CALENDA AL TESORO
Camilla Conti per “il Giornale”
La guerra fra il presidente della Consob e il capo dell' ufficio Analisi Qualitative della Commissione, Marcello Minenna, va avanti da anni. Ma è tornata di attualità dalla puntata di Report che ha messo sotto accusa Vegas per la presunta abolizione degli scenari probabilistici nei prospetti.
Mentre il Giornale ieri riportava l' esposto presentato in procura a Roma da un anonimo per denunciare gli accordi presi nel 2011 da Minenna con soggetti esterni alla Commissione «per condizionarne le decisioni con l' unico fine di perseguire i propri scopi», sul Fatto Quotidiano e su Repubblica si riservava invece ampio spazio alle accuse lanciate da Minenna a Vegas davanti ai pm di Arezzo che indagano sul crac dell' Etruria.
Perché il fuoco si riaccende proprio adesso? Qualcuno sta cavalcando l' onda mediatica per accelerare il ricambio al vertice della Consob? O forse Minenna ha in qualche modo favorito la sua notorietà pre-elettorale, essendo candidato nella giunta di Virginia Raggi, se la grillina diventerà sindaco di Roma?
A tirare bordate su Vegas, in realtà, sono stati anche rappresentanti del governo Renzi come il neo ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che qualche giorno fa aveva parlato di «errori gravi» condividendo gli attacchi gli attacchi di Report, anticipato dal viceministro dell' Economia, Enrico Zanetti, che aveva definito la replica di Vegas agli attacchi, delle «goffe autoassoluzioni». Dalla parte del presidente della Consob si sono invece schierati l' altro viceministro all' Economia, Enrico Morando («così il governo si mette a fare un mestiere che non è suo»), ma soprattutto il capo del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ribadendo l'«indipendenza dell' autorità». Ed ecco che, dietro a queste divisioni sul destino di Vegas, spunta un altro scenario suggestivo.
luca cordero di montezemolo enrico zanetti
Perché secondo fonti autorevoli interpellate dal Giornale, il premier Matteo Renzi starebbe lavorando da settimane a un ribaltone di grande effetto: portare Calenda - con il placet del nuovo vertice di Confindustria - al posto di Padoan, che proprio di recente ha tolto a Enrico Zanetti la delega al sistema bancario e finanziario affidandola al sottosegretario Pier Paolo Baretta. Non solo. Ai piani alti del governo sarebbe tornata in auge anche l' ipotesi di unificare il ministero del Tesoro (il Mef) con quello dello Sviluppo Economico (Mise).
Quanto alla popolare dell' Etruria, il sospetto è che la politica stia tentando di autoassolversi scaricando sulla Consob di Vegas tutte le responsabilità del crac. Un po' come era stato fatto con Bankitalia ai tempi dello scandalo giudiziario sul Monte dei Paschi: se coinvolgi l' autorità di vigilanza riduci la responsabilità dei vertici della banca.
«A Consob possono essere imputate delle sottovalutazioni ma i dissesti delle banche sono opera dei grovigli locali fra finanza e politica», attacca un' altra fonte. Ricordando anche che fra i dirigenti dello stesso Mise, quando Calenda era viceministro, c' era Claudia Bugno.
Nel marzo 2015 era stata nominata dal premier Renzi e dal presidente del Coni Giovanni Malagò per il ruolo di coordinatrice generale per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Posto lasciato a novembre per volare in Alitalia, dove la manager è ora vice president public affairs. Ma nel suo lungo curriculum la Bugno vanta anche l' aver occupato una poltrona nel cda di Banca Etruria, tra l' altro proprio nel periodo in cui il papà di Maria Elena Boschi era vicepresidente.