LA CORTE DEI MIRACOLI - LA CONSULTA SULLA LEGGE ELETTORALE RIESCE A RESUSCITARE I PROPORZIONALISTI (ANGELINO JOLIE IN PRIMIS) MA RENZI È PRONTO ALL'ACCORDO CON IL BANANA

Ugo Magri per "La Stampa"

La Corte costringe gli strateghi politici a riscrivere i piani. Non perché faccia pendere il piatto della bilancia a vantaggio di questa o quella riforma elettorale (per sostenerlo occorre una bella faccia tosta), ma perché la Consulta chiarisce che potremmo tornare alle urne anche subito, con lo stesso sistema della prima Repubblica. Per i proporzionalisti è un assist insperato. E la matassa della legge elettorale si ingarbuglia vieppiù.

Ieri mattina la confusione era al massimo grado, un vociare cacofonico aggravato da pareri magari autorevolissimi, forniti da giuristi e professori illustri di diritto, che però talvolta ricordano i medici di Pinocchio in quanto mai se ne trovano due capaci di suggerire all'Italia la stessa ricetta (chi ha tempo, controlli sul sito della Camera le audizioni degli esperti in Commissione affari costituzionali).

La Babele delle lingue e dei propositi ha dato quasi la sensazione che, per effetto della Corte, Matteo Renzi avesse perso il controllo del volante. Fino alla sorpresa del «proporzionale», il segretario Pd aveva il chiaro vantaggio di giocare su due tavoli: con i partner di governo e con le opposizioni. Cercava di ottenere il massimo come farebbe qualunque abile mercante, mettendo i primi in concorrenza con le seconde.

Qualcuno sostiene che Renzi minacciasse di stringere un accordo con Berlusconi (e con Grillo) per far cadere il governo; altri invece pensano che volesse semplicemente far ingoiare ad Alfano una legge elettorale indigesta. Fatto sta che grazie alla Consulta Angelino, e con lui tutti i centristi a vario titolo, si sono ritrovati d'improvviso con una pistola in mano.

Il colpo in canna consiste nella possibilità, in caso di lite sulla riforma elettorale, di mettere in crisi il governo e di tornare alle urne con il sistema proporzionale anziché con quello che vorrebbe Renzi. Con tre conseguenze non da poco. Primo: i piccoli partiti, anziché sparire come accadrebbe col sistema spagnolo o col «Mattarellum», riuscirebbero a scapolarla. Secondo: il futuro Parlamento sarebbe altrettanto ingovernabile dell'attuale, e magari di più. Terzo: le larghe intese, in assenza di un chiaro vincitore, tornerebbero obbligatorie...

Insomma, verso mezzogiorno nei palazzi romani qualcuno ieri già incominciava a dire che il sindaco fiorentino è al tappeto, la sua promessa di riforma elettorale ormai svaporata, la sua speranza di governare l'Italia fin troppo ambiziosa. Latorre, già dalemiano ed ora con Renzi, ha lanciato l'allarme contro i risvegli di «pulsioni proporzionalistiche» non solo tra i grillini ma perfino nel Pd. Dove popolari come Fioroni (e non solo lui) brindano felici alla sentenza della Consulta.

I più dietrologi, che non mancano mai, hanno visto dietro la Corte una manovra di menti sottili e raffinatissime volta a prolungare la vita del governo Letta. Ma Renzi, come ha reagito? Da leader svelto e determinato. In poche ore è passato al contrattacco. Anzitutto ha voluto accertare che Berlusconi non avesse nel frattempo cambiato idea, come spesso gli accade, e rimanga tuttora favorevole a un sistema maggioritario dove la sera stessa delle elezioni si sappia chi ha vinto e chi ha perso.

Quasi tre ore di vis-à-vis con Denis Verdini gli hanno permesso di accertare che Silvio mantiene il punto, gli va bene tanto uno spagnolo quanto un «Mattarello» corretto da un premio del 15 per cento, sebbene la preferenza di entrambi vada nettamente al meccanismo iberico, pure in questo caso con «premio» per chi vince.

Non si vedranno subito col Cavaliere, ma nei prossimi giorni. Una data di massima pare sia stata fissata in gran segreto. Più urgente, per Renzi, è mettere le carte in tavola con Alfano. Fonti informate sugli sviluppi sostengono che il «match» con vice-premier potrebbe aver luogo in giornata, permettendo a Renzi di presentarsi domani nella direzione del suo partito con tutti gli elementi in mano per una rapida decisione.

 

 

DENIS VERDINI MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE Angelino Alfano Bruno Vespa Matteo Renzi RENZI E ALFANO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BRUNO VESPA RENZI E ALFANO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BRUNO VESPA BERLUSCONI CON LA MASCHERA DI GRILLO

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