CONTE, CEI O CI FAI? – LA CONFERENZA EPISCOPALE SPIEGA CON CHIAREZZA AL PREMIER CHE SE LA SUA SPERANZA È QUELLA DI PROPORSI COME LEADER DI UN'AREA CENTRISTA DI MATRICE CATTOLICA, DEVE CAMBIARE COMPLETAMENTE REGISTRO. E POICHÉ L' ALTERNATIVA PER 'GIUSEPPI' È QUELLA DI RESTARE OSTAGGIO DI ZINGARETTI O ADDIRITTURA DI ESSERE SOSTITUITO IN AUTUNNO DOPO L'ELECTION DAY, NON C' È DUBBIO CHE IL MESSAGGIO DEI VESCOVI SIA ARRIVATO CON UNA TEMPISTICA PERFETTA…
Marco Antonellis per Italia Oggi
Il cartellino giallo che avevamo anticipato come prova della insofferenza della Cei nei confronti della maggioranza giallorossa e dello stesso premier Conte, è arrivato di mattina presto con una nota ufficiale con cui «la presidenza», cioè il cardinale in persona, Gualtiero Bassetti, ha dato il suo alt al disegno di legge Zan-Scalfarotto sull' omofobia: «Un' eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui - più che sanzionare la discriminazione - si finirebbe col colpire l' espressione di una legittima opinione, come insegna l' esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte.
Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma - e non la duplicazione della stessa figura - significherebbe introdurre un reato di opinione.
Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l' esercizio di critica e di dissenso».
La Chiesa italiana nella maniera più dura e solenne mette in mora grillini, piddini e renziani. Sarebbe a dire, l' intera maggioranza, che sul tema aveva trovato una delle rare occasioni di unità. In questo modo la Conferenza episcopale piazza una mina sotto la poltrona dello stesso Giuseppe Conte come dei suoi strettissimi collaboratori, dati come i terminali recettivi dell' offensiva Lgbt per ottenere finalmente il sospirato via libera a una normativa che Ivan Scalfarotto aveva provato a far approvare già nella scorsa legislatura.
giuseppe conte gualtiero bassetti assisi
Curiosamente proprio il sottosegretario renziano è stato l' unico a non reagire alla nota dei vescovi italiani, dei quali avevamo già segnalato l' allergia alle avances di Italia Viva, partito considerato poco affidabile per via di tre leggi particolarmente invise ai cattolici: divorzio breve, unioni civili, testamento biologico. Matteo Renzi prova a ricucire, ma ormai c' è ben poco da fare.
A Pd e M5S non è restato che schierare l' artiglieria pesante contro la Chiesa, esercizio mai molto redditizio dal punto di vista politico. Il piddino Alessandro Zan ha provato a difendere la sua legge demolita dalla nota dei vescovi: «Sorprendono le critiche della Presidenza Cei alla legge contro l' omotransfobia, il cui testo unificato ancora non è stato depositato e su cui stiamo ancora lavorando».
matteo renzi foto di bacco (4)
Più netta la pentastellata Francesca Businarolo: «Sono molto sorpresa dalla reazione dei vescovi contro la legge sull' omotransfobia che stiamo discutendo in commissione. Affermare, come fanno i vescovi italiani, che esistono già adeguati presidi per contrastare questo fenomeno significa non voler prendere atto di una dura realtà di discriminazione nei confronti della quale noi sentiamo la responsabilità politica ed etica di intervenire».
La replica dell' area cattolica è affidata a Mario Adinolfi il cui Popolo della Famiglia negli ultimi giorni aveva scatenato un' offensiva durissima contro il ddl Zan: «Le parole della presidenza della Cei sono nette e inequivocabili, bene davvero il no alle derive liberticide che sono insite nell' idea stessa della normativa proposta.
giuseppe conte nicola zingaretti 1nicola zingaretti giuseppe conte