giuseppe conte financial times

POCHETTE FATTA A MAGLIE – L’OMBRA DEL CONFLITTO D’INTERESSE SULL’OPERATO DEL CONTE ZELIG C’È SEMPRE STATA, MA ORA SI È FATTA CORPOSA PERCHÉ È ENTRATA DI PREPOTENZA NELLA DEVASTANTE INCHIESTA SULLE FINANZE PERDUTE DEL VATICANO - È IMPOSSIBILE PENSARE CHE IL PREMIER NON FOSSE A CONOSCENZA DEL FATTO CHE I SOLDI DI RETELIT, E QUINDI DI ATENA, PROVENIVANO DA INVESTIMENTI DI OLTRETEVERE. IL VATICANO A QUESTO PUNTO POTREBBE…

UNA GIORNATACCIA PER CONTE! ''FINANCIAL TIMES'': LA SUA CONSULENZA LEGALE PER IL FINANZIERE MINCIONE FINISCE NELL'INCHIESTA PER CORRUZIONE DEL VATICANO: I 200 MILIONI MESSI SUL TAVOLO DA MINCIONE PER PRENDERSI RETELIT ERANO DELLA SEGRETERIA DI STATO! - CONTE FIRMA IL SUO PARERE IL 14 MAGGIO 2018, QUANDO IL M5S AVEVA GIÀ STRAVINTO LE ELEZIONI E LUI ERA MINISTRO IN PECTORE PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. DUE SETTIMANE DOPO DIVENTA PREMIER, ED ESERCITA IL GOLDEN POWER SU RETELIT, PROPRIO COME SERVIVA A MINCIONE, SUO COMMITTENTE

GIUSEPPE CONTE

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/giornataccia-conte-39-39-financial-times-39-39-sua-217405.htm

 

GOVERNO, CONTE: INFORMAZIONI AD ANTITRUST, MAI CONTATTI CON MINCIONE

(LaPresse) - "La questione è stata affrontata anche dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, istituzionalmente deputata, nel nostro ordinamento, a vigilare anche sulle ipotesi di conflitto di interesse.

GIUSEPPE CONTE

 

Ho fornito all’autorità tutte le informazioni richieste, unitamente ai necessari riscontri documentali, dimostrando in particolar modo la mia astensione (formale e sostanziale) a qualsiasi decisione relativa a Retelit, e ribadendo di non aver mai conosciuto o avuto contatti con i vertici societari di Fiber 4.0 (e specificamente con il sig. Mincione)". E' quanto afferma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

RAFFAELE MINCIONE

 

 

 

 

CONTE FATTO A MAGLIE

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Esistono intercettazioni che rassicurerebbero sull' intervento di Giuseppe. Premetto che l'ombra del conflitto di interesse sull'operato dell'avvocato Giuseppe Conte, divenuto presidente del Consiglio all'inizio di giugno del 2018, c'è sempre stata, ora l'ombra si è fatta corposa perché è entrata di prepotenza nella devastante, micidiale inchiesta sulle finanze perdute del Vaticano.

 

MONSIGNOR ANGELO BECCIU

 

 

 

Sono i soldi dell'obolo di San Pietro, quelli proditoriamente utilizzati per rischiosi investimenti, a volte persino per investimenti inesistenti, insomma, utilizzati con disinvoltura, i soldi dei fedeli.

 

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO DOMENICO GIANI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Così i vari filoni dell'inchiesta alla fine tornano a essere uno. Su Dagospia ve ne abbiamo parlato per primi, ma qui nessuno rivendica diritti di primogenitura o di scoob. È un puzzle complicato, una storia terribile, per quanto riguarda il Vaticano, cominciata nel 2012 con la Costituzione della Commissione Cosea voluta da Bergoglio per far luce su investimenti opachi.

 

Allora rischiò la pelle e la reputazione chi nella commissione prese sul serio il compito ricevuto, e segnalò quel che non andava; oggi che l'inchiesta è andata avanti, anche perché certe casse sono vuote, è più difficile il tentativo di coprire le vere responsabilità, anche se per ora a pagare è stato ancora una volta un capro espiatorio, il comandante della gendarmeria, Giani, allontanato per fuga di notizie.

GIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO

 

angelo becciu papa francesco

Nello scandalo però rischia di entrare anche l'Italia, un po' come sta accadendo con il Russiagate di quelli che tramarono per non fare eleggere Donald Trump. Lì come in questo caso ci sarebbero state interferenze.

 

donna legge il financial times 6

Se l'inchiesta di Washington va avanti spedita perché questo è lo stile del presidente americano, qui tutto era stato messo sotto traccia, nonostante inchieste giornalistiche e nuove pubblicazioni di libri, prima dell'articolo del Financial Times che tira pesantemente in ballo Giuseppe Conte, il quale ha svolto una consulenza legale per il finanziere Mincione che ora è finita nell'inchiesta per corruzione del Vaticano. Sono 200 milioni di euro messi sul tavolo da Mincione per prendersi Retelit, che erano in realtà della Segreteria di Stato.

RETELIT

 

Conte firma il suo parere il 14 maggio del 2018, dopo le elezioni vinte dai 5 stelle e quando era già in predicato di diventare ministro della Pubblica Amministrazione. Quindici giorni dopo diventò presidente del Consiglio invece, ed in quella veste ha esercitato il Golden Power su Retelit, come serviva al suo cliente Mincione. E ora?

MONSIGNOR EDGAR PENA PARRA

 

Il Vaticano potrebbe a questo punto decidere due cose:

1 . Chiedere che si indaghi sulla buona fede di Conte nell'esercizio della Golden Share

 

2. Sostenere la correttezza del comportamento, a seguito delle intercettazioni che sarebbero nelle mani degli inquirenti vaticani e che sembrano confermare che il premier fosse a conoscenza dell'importanza dell'esercizio della Golden share anche per gli interessi della Santa Sede

 

Infine, si dice oltretevere, impossibile pensare che il premier non fosse a conoscenza del fatto che i soldi di Retelit e quindi di Atena provenivano da investimenti vaticani

 

Qualche aggiunta per la comprensione della complicata questione.

 

I DOCUMENTI SU MONSIGNOR EDGAR PENA PARRA

I soldi dell’Obolo di San Pietro sono quelli che i fedeli donano alla Santa Sede per l’evangelizzazione, le necessità della Chiesa e il soccorso ai poveri. Raffaele Mincione è un uomo d'affari molto audace e astuto che si è piazzato a Londra e ha fatto il primo investimento immobiliare audace accaparrandosi una proprietà per meno della metà del suo valore.

fotomontaggi su tarcisio bertone by spinoza

 

Nel 2012, fonda una società registrata nell’isola di Jersey chiamata 60S. Secondo il Financial Times, ottiene un prestito di 75 milioni da Deutsche Bank e per 129 milioni di sterline compra un palazzo al 60 di Sloane Avenue, che intende trasformare  in un condominio di lusso. Gli serve un socio e a quanto pare conosce bene quello che era allora Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone.

 

RAFFAELE MINCIONE

 

Della Prima sezione della Segreteria è responsabile il Sostituto Angelo Becciu, che vuol investire 200 milioni di dollari in una società angolana, Falcon Oil, che ha il 5% dei diritti per costruire una piattaforma petrolifera offshore con Eni e Sonangol.  Mincione e rappresentanti del Vaticano si incontrano a Londra al Credit Suisse,istituto che  gestisce da tempo il tesoro della Segreteria di Stato, formato , vale la pena ricordarlo, prevalentemente dall’Obolo di San Pietro.

 

raffaele mincione

Alla fine il progetto in Africa non si fa, Mincione dirotta gli investitori sul suo progetto immobiliare a Londra, per il quale viene creato un fondo.  La Segreteria di Stato compra il 45% della proprietà dell’immobile  attraverso il suo investimento nel fondo Athena Global Opportunities, gestita dalla Wrm di Mincione, che a sua volta ne detiene la maggioranza. La Segreteria di Stato è perciò l’unico investitore del fondo Athena.

 

TARCISIO BERTONE

Quando arrivano le licenze nel 2016, è arrivata anche la Brexit, e il mercato immobiliare come la sterlina sono andati giù pesantemente. Non a danno di Mincione, il quale in un'intervista al Corriere della Sera ha spiegato che incassa in commissioni il 2%.  16 milioni in tutto. Inoltre: dei 147 milioni di euro investiti dal Vaticano, 80 sono finiti nel palazzo, circa 65 in altro del fondo. Sono denari che fanno comodo a Mincione per finanziare alcuni progetti. Il fondo Athena compare nelle incursioni in Carige, Retelit (comunicazioni) e Tas (pagamenti digitali). In Vaticano sapevano? “Tutto”, risponde Mincione al Corsera. E tutto è trasparente e legittimo.

GUIDO ALPA E GIUSEPPE CONTE DIVIDEVANO LO STUDIO

 

Secondo lui. Nel 2018 intanto è cambiato il Sostituto in Vaticano. A Becciu succede il venezuelano Edgar Peña Parra, assai poco convinto del' affare, che.  decide di acquistare tutto l’immobile e uscire da Athena. Sceglie anche un intermediario, Enrico Crasso, per vigilare sugli investimenti del fondo, che però non dura perché non va d'accordo con Mincione .

 

Per riuscire ad entrare in possesso dell’intero immobile, la segreteria di Stato accende un mutuo da 130 milioni con due società lussemburghesi. Mincione si tiene gli investimenti finanziari. Per uscire da Athena, il Vaticano gli riconosce un conguaglio di 44 milioni. Per il mutuo  la Segreteria di Stato chiede 150 milioni allo Ior. La richiesta insospettisce il direttore Mammì, che infatti nel luglio scorso denuncia l’operazione. Anche l’Ufficio del revisore vaticano si rivolge alla magistratura vaticana.

 

ATTICO DI TARCISIO BERTONE

È così che faticosamente si arriva alle indagini che si sommano ad altre segnalazioni più antiche, che hanno portato alle perquisizioni in Segreteria di Stato e negli uffici dell’Antiriciclaggio vaticano il primo ottobre. Fino alle ipotesi "di peculato, truffa, abuso d’ufficio, riciclaggio e autoriciclaggio”, ma nel prosieguo dell'approfondimento sul ginepraio anche a ipotesi di "’appropriazione indebita, corruzione e  favoreggiamento”.

guido alpa

 

Se a processo, ne dovranno rispondere cinque alti dirigenti  di Segreteria e Aif . Al di là delle dichiarazioni di Mincione, che si fa gli affari suoi e sostiene che il Vaticano ci ha guadagnato, la verità è che ci ha guadagnato ufficialmente solo lui. Secondo il Financial Times 138 milioni di sterline. Quanto al Vaticano, se lo Ior non gli dai i soldi per estinguere il mutuo, 150 milioni, l'immobile di Londra finirà nelle mani degli istituti di credito lussemburghesi, e quelli perduti saranno tutti i soldi dell'obolo di San Pietro

 

raffaele mincione

Condannati saranno non solo gli utilizzi disinvolti del patrimonio in investimenti che non rendono, e che dimostrano come minimo incapacità, come massimo malafede di coloro che sono incaricati, stiamo parlando di Fondi extra bilancio

 

Poi ci sono tutti le conseguenze dell'inchiesta. Perché un finanziere disinvolto e con poca storia come Mincione è riuscito ad arrivare tanto vicino alla Segreteria di Stato Vaticana? Ti rispondono che le entrature importanti le aveva proprio in Italia e con Giuseppe Conte, attraverso la banca Carige e il giurista Guido Alpa, maestro di Conte. E di qui il rapporto diretto con Tarcisio Bertone.

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