CONTE HA CAPITO CHE NON CONTA! "NON REGGO LA GARA 5S-LEGA. O SI CAMBIA O E’ IMPOSSIBILE ANDARE AVANTI” - IL PREMIER SI LAMENTA COL LEGHISTA GIORGETTI, SOTTO TIRO L’INCONTRO SALVINI-ORBAN: NON POSSO SCOPRIRE DALLE AGENZIE QUAL È LA LINEA DELL' ESECUTIVO SULL' IMMIGRAZIONE, CHE POI NON COINCIDE CON LA MIA - "LA RINCORSA TRA SALVINI E DI MAIO SCREDITA IL MIO RUOLO"
Tommaso Ciriaco per la Repubblica
« Questa gara io non la reggo. O si cambia, o è impossibile andare avanti». Mattinata di fuoco a Palazzo Chigi. Giuseppe Conte chiama Giancarlo Giorgetti. Si incontrano nello studio del premier. Un vertice di governo segreto, di svolta. Il capo dell' esecutivo considera « insostenibile » il braccio di ferro permanente tra Lega e Cinquestelle, questa «rincorsa» tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio che, si lamenta, produce un solo effetto: « Scredita il presidente del Consiglio» .
GIUSEPPE CONTE FESTEGGIA I 54 ANNI A PALAZZO CHIGI
E rischia di farlo saltare, assieme al resto del governo. « C' è un problema di metodo», ammette il sottosegretario alla Presidenza, che per vocazione ricuce conflitti e si sta ritagliando il ruolo di baricentro unico della maggioranza. I due decidono di intervenire. Dalla prossima settimana partirà una cabina di regia, un coordinamento tra il premier e alcuni ministri. Vertici di alto livello, chiamati a decidere sui dossier più delicati e a mettere ordine nel caos di queste settimane. Al tavolo, che sarà ospitato a Palazzo Chigi, parteciperanno Conte e Giorgetti, Salvini e Di Maio. E, di volta in volta, i ministri interessati dalla questione da risolvere. Si parte martedì prossimo, con un vertice nella sede del governo che avrà al centro le politiche sull' immigrazione. Di fatto, un mini consiglio dei ministri, con il premier, i suoi due vice, Difesa, Esteri e Trasporti.
Osservare Orban e Salvini trattare come due capi di governo, mortificando il premier in carica, convince Conte di aver superato il limite di sopportazione. « Non posso scoprire dalle agenzie qual è la linea dell' esecutivo sull' immigrazione, che tra l' altro non coincide con la mia». Ormai è uno schema che si ripete quotidianamente: mentre la ministra della Difesa Elisabetta Trenta lavora a una riforma per introdurre una rotazione dei porti di sbarco delle navi della missione europea Sophia, ad esempio, il leghista taglia i ponti con le cancellerie dell' Europa occidentale con cui Roma è chiamata a trattare.
Giorgetti, ovviamente, sta dalla parte del suo leader. Ricorda che mentre il responsabile del Viminale interviene sui dossier di propria competenza, a partire dai migranti, lo stesso non può dirsi dei proclami di « diversi ministri » che per un' estate intera hanno « rincorso dichiarazioni in libertà». Pensa soprattutto ai grillini. Con Di Maio il dialogo è costante, il problema è il meccanismo complessivo che rischia di incepparsi. Ricorda a Conte che promettere la ricostruzione del ponte di Genova in pochissimi mesi rischia di rivelarsi un boomerang che ricadrà sul governo. O che sbilanciarsi troppo con dichiarazioni roboanti sulle nazionalizzazioni può alimentare aspettative che poi andranno deluse. Su una cosa, però, Giorgetti e Conte concordano, da sponde diverse: « Così non reggiamo, serve una svolta».
Per il sottosegretario, bisogna concentrarsi sul metodo di lavoro.
Che rischia di diventare sostanza a settembre, quando i mercati potrebbero rivelarsi aggressivi e sfruttare la manovra economica per colpire l' Italia. « O la affrontiamo senza fare confusione, o finisce che perdiamo il controllo». Non a caso, in queste ore, Palazzo Chigi si coordina con il ministro dell' Economia Giovanni Tria, studiando il modo migliore per coinvolgere i grandi istituti di credito in un eventuale acquisto di titoli di Stato. Per questo, dopo l' immigrazione il secondo vertice della cabina di regia affronterà la legge di bilancio.
A fine giornata gli ambasciatori assicurano che il clima resta positivo, le tensioni contenute. Di certo i gialloverdi provano a darsi una chance. Ma ai vertici del Movimento resta il sospetto - condiviso da Conte - che Salvini voglia tentare la scalata di Palazzo Chigi nei prossimi mesi. La storia dei precedenti esecutivi insegna però che coordinarsi è ambizione di tutti e successo per pochi. Ma forse come dice Giorgetti è soltanto una questione di indole. «Da settembre i rischi aumentano. I mercati non ci perdoneranno errori, quindi si fa sul serio.
Qual è la ricetta? Coordinamento.
PAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
E cautela, cautela, cautela».
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