conte rutte

“GIUSEPPI”, SOTTO SCHIAFFO DELL’OLANDA E DEI PAESI FRUGALI, TEME PER IL GOVERNO E NON VUOLE TORNARE A CASA SENZA UN’INTESA – “CON RUTTE LO SCONTRO E’ DURISSIMO. CAPISCO CHE OGNUNO HA IL SUO SALVINI" (IL RIFERIMENTO E’ AL POPULISTA WILDERS) - LA LINEA ROSSA DA DIFENDERE E' IL NO AL POTERE DI VETO IN CAPO AI SINGOLI PAESI - DUE LE CARTE CHE L' ITALIA POTREBBE GIOCARE OGGI: ECCO QUALI - SALVINI: "A CONTE LO STANNO PRENDENDO IN GIRO, PERCHÉ SE QUALCUNO PENSA CHE DALL'EUROPA ARRIVI UNA LIRA SI SBAGLIA..."

Lorenzo Salvia per il Corriere della Sera

 

conte rutte merkel ursula

Ci sono due carte che l' Italia potrebbe giocare oggi sul tavolo del negoziato, per passare al contrattacco dell' Olanda. La prima è quella del cosiddetto opting out, un accordo a 26 che tenga fuori l' Olanda sia dagli aiuti post Covid sia dal relativo meccanismo di controllo.

 

L' idea è stata avanzata ieri anche dall' ex premier Enrico Letta e in realtà potrebbe essere anche un primo passo verso una vera e propria uscita dall' Unione europa. Ma questo è uno scenario davvero imprevedibile.

 

La seconda carta che il governo italiano potrebbe mettere sul tavolo oggi a mezzogiorno, e sarà davvero un mezzogiorno di fuoco, è quella di un ricorso alla Corte di giustizia europea.

 

Se l' Olanda dovesse tenere il punto fino alla fine e insistere per quel meccanismo di controllo sull' erogazione degli aiuti che di fatto disegna un diritto di veto per il singolo Stato membro, il governo italiano potrebbe tentare di dimostrare davanti all' organo che ha il compito di garantire il rispetto del diritto comunitario e l' incompatibilità di un meccanismo del genere con i trattati europei.

conte rutte merkel michel

 

E questo perché commissione e Parlamento verrebbero tagliati fuori dalle decisioni, che resterebbero invece nelle mani dei singoli Stati membri. Con tanti saluti al (fu) spirito comunitario. L' avvocato del popolo, come si era definito lui stesso, potrebbe insomma arrivare fino a Bruxelles.

 

È passata da poco mezzanotte quando il presidente del consiglio Giuseppe Conte rientra in hotel, insolitamente senza cravatta, a dimostrazione di come questa giornata sia stata dura, difficile, e anche tormentata.

 

conte rutte

«Con Rutte ho un buon rapporto personale - dice - ma lo scontro è durissimo anche se non si è mai permesso di chiedermi questa o quella riforma».

 

Zucchero rispetto a quello che gli aveva detto poche ore prima, quando il premier olandese aveva cambiato le carte in tavola e spento l' ottimismo che si era diffuso verso l' ora di pranzo, mentre a Bruxelles spuntava persino il sole. «Caro Mark capisco che tu abbia in testa solo le elezioni che a primavera ci saranno nel tuo Paese. E capisco pure che ognuno ha il suo Salvini».

conte rutte

 

Il motivo del voltafaccia olandese, in realtà preparato a tavolino fin dal primo momento, non va cercato nei palazzi di Bruxelles ma per le strade di Amsterdam. A marzo in Olanda si vota. Il premier uscente Rutte si ripresenta per il partito popolare.

 

Ma ha il fiato sul collo del populista Geert Wilders, fondatore del partito per le libertà, il Salvini d' Olanda. Una settimana fa, quando Conte è andato all' Aia proprio per incontrare Rutte, lui si è presentato in piazza con la sua zazzera bionda alla Trump e il cartello «Nemmeno un centesimo all' Italia».

 

Rutte non stacca gli occhi dal tweet in cui il suo Salvini gli ha detto che se non porta a casa il diritto di veto «è meglio che resti a Bruxelles». Poi ieri, nel pieno del negoziato, ha fatto pure un tweet con la foto di due birre e la scritta Cheers Nederland, salute Olanda. Stile Salvini purissimo.

conte rutte

 

La linea rossa da difendere, con l' accordo separato a 26 ma anche con il ricorso alla Corte di giustizia, è evitare l' unanimità di fatto invocata dall' Olanda. Sulla ripartizione delle risorse l' Italia ha già fatto un passo indietro, ed è pronta ad accettare che le sovvenzioni totali scendano da 500 miliardi a 420.

 

Mentre i prestiti salgano da 250 a 330. Il totale farebbe sempre 750 miliardi e questo potrebbe bastare per dire che si è tenuto il punto, anche se non è del tutto vero. L' intero pacchetto è stato oggetto di un altro confronto notturno con Angela Merkel e Macron, al bar dell' hotel dove soggiornano tutti e tre.

 

merkel macron michel

E qui ha ripreso quota l' idea di lasciare sul vago il tema del freno d' emergenza, cioè la possibilità per un Paese di chiedere un supplemento di indagine sul piano di riforme di un altro Stato membro prima della concessione degli aiuti. Lasciare di fatto in bianco quel passaggio potrebbe essere il trucco per mettere tutti d' accordo e far tornare le singole delegazioni a casa cantando vittoria, magari senza esagerare. Salvo poi rimandare la stesura della norma a un momento successivo, a riflettori spenti. Un salvo intese, insomma. Perché alla fine tutto il mondo è paese, e Bruxelles anche un po' di più.

 

 

SALVINI E MELONI

DA il giornale.it

"Conte a Bruxelles lo stanno prendendo in giro, perché se qualcuno pensa che dall'Europa arrivi una lira si sbaglia", ha aggiunto, come riportato da "AdnKronos".

 

 

Duro anche il commento della presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA

 

"Al Consiglio europeo in corso, i 'nemici' dell'Italia durante le trattative sono soprattutto i 4 'Paesi frugali'", ha scritto stasera sulla propria pagina Facebook."Olanda: governo di coalizione liberali (stesso gruppo europeo di Renzi) e popolari (stesso gruppo della Merkel). Svezia e Danimarca: governo socialista, stesso gruppo del PD. Austria: governo popolari/verdi.

 

Ma per i soliti giornaloni ben informati e per la maggioranza PD-M5S, il problema sono 'le destre'. Se questa gente pensasse più a difendere l’interesse nazionale italiano invece di perdere tempo a provare ad attaccare 'i sovranisti' per compiacere la Merkel e Macron, saremmo già un passo avanti".

merkel ruttemerkel anastasiadis

 

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…