NICK CHAINED - COSENTINO (CON BERLUSCONI DAVANTI ALLA TV) SALVA IL PARTITO E AZZANNA SOLO CALDORO, BOCCHINO E ALFANO - “L’UNICO RIFERIMENTO DEI CASALESI IN PARLAMENTO (INTENDO LA PARTE BUONA) E’ BOCCHINO” - “CALDORO NON POTRA' PIU' GIOCARE AL BUONO E AL CATTIVO” - “ALFANO? UN PERDENTE DI SUCCESSO” – I CASALESI? “CHE FESSI! MI FANNO SEMPRE DIMETTERE” - “NON SONO SCAPPATO DAI GIUDICI E DAI PROCESSI…”

DAGOREPORT
"Non sarò rancoroso". Questo aveva detto Nicola cosentino a una sua stretta collaboratrice che alle 11 e 45, prima dell'orario di inizio della conferenza stampa poi spostata alle 14, aveva appena parlato con Silvio Berlusconi. Il Patonza aveva avvertito che avrebbe guardato la conferenza stampa dal salotto di Arcore. Se temeva (e come se lo temeva) che Nick 'o Mericano sarebbe andato giù pesante contro tutto e tutti, avrà tirato un sospiro di sollievo grande quanto villa certosa.

Gli obiettivi della conferenza stampa un po' "gheddafiana" di Cosentino sono stati Angelino Alfano, Italo Bocchino e Stefano Caldoro. E Luigi Cesaro? All'(ex?) amico e collega, al quale da oggi toccherà lo scettro di "capo degli impresentabili", poche parole di circostanza. La ferita del voltafaccia di Giggino ‘a Purpetta brucia, ma Cosentino ha scelto di soprassedere. Ecco alcune delle dichiarazioni clou di Nick.

BOCCHINO ‘O CASALESE
'L'unico riferimento vero dei casalesi in parlamento e' l'onorevole Bocchino. quando parlo di riferimento mi riferisco alla parte buona che c'e' nella stragrande maggioranza. Le sue fortune sono iniziate da là"

SE SI PERDE LA CAMPANIA RIVOLGETEVI A CALDORO
'Oggi il punto di riferimento e' Caldoro il quale non potra' piu' giocare al buono e al cattivo. a lui la gestione della campagna elettorale. Sono certo che abbiamo una squadra vincente'.

ALFANO? "Non ho nulla contro i perdenti di successo"

NARDUCCI
"Non sono scappato dai giudici e dai processi. Ho chiesto un giudizio immediato e da due anni siamo ancora lì. Uno dei miei accusatori si e' tolto la toga ed e' andato a fare l'assessore nella giunta de Magistris"

QUEI FESSI DEI CASALESI
"I Casalesi' sono un clan di fessi se invece di aiutarmi a scalare le vette mi fanno dimettere"

PARENTI SCOMODI
"Sono parlamentare dal 1996, perche' non e' venuta nel '96 a farmi questa domanda sulle parentele ? Devo essere impresentabile solo perche' ho deciso di nascere in un comune di camorra? O perche' uno dei miei otto fratelli si e' fidanzato a 16 anni e sposato con l'attuale moglie il cui fratello, che allora aveva 13 anni, poi da grande ha fatto il camorrista?. Che cosa c'entro io? Di Donat Cattin si puo' dire che era un terrorista?"

LA GALERA
'Sono pronto ad affrontare il carcere con la mia dignità Ma in questo momento non ho preoccupazioni perche' in un Paese civile in carcere ci va chi e' condannato. Io sono sottoposto da due anni a un processo. Dovrei andare in carcere solo per lo sfizio di qualcuno? Non ho voluto rincorrere l'immunita' a tutti i costi. Se avessi voluto avrei accettato la candidatura che mi e' stata offerta da molti partiti. Preferisco la dignità"

BERLUSCONI
"Ringrazio Berlusconi per la grande opportunita' che mi ha dato e' una persona assolutamente straordinaria alla quale mi lega un vincolo di rapporto di stima e di amicizia. Non mi sento tradito dal partito e' stata fatta una scelta per sottrarre il partito da una strumentalizzazione in campagna elettorale. Una scelta che non condivido ma l'accetto".

2. NICK IN TRAPPOLA: "MI AVETE FOTTUTO" - NITTO PALMA PREME IL GRILLETTO E COSENTINO SCAPPA CON LE LISTE...
Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

«Nicola, sono Nitto Palma... porca miseria, sei impazzito?». «Mi avete fottuto, mi avete...». «Nicola, ascoltami bene: io e Denis stiamo venendo a Caserta...». «È tutta colpa di Berlusconi! Ma io adesso... mannaggia a me... faccio un macello...». «No, tu adesso fai il bravo, e ti calmi: tra un'ora siamo lì e ci consegni le liste della Campania, d'accordo?». «Mi volete vedere in galera, eh? Mi fate tutti schifooo!».

«Aspetta, Nicola... ti passo Denis...». (Verdini con voce bassa, cavernosa, la voce che fa quando è molto arrabbiato). «Non mi piace il tuo comportamento. Non mi piace proprio». Denis Verdini e Francesco Nitto Palma sono sul sedile posteriore di una Mercedes blu che fila sull'autostrada Roma-Napoli. Stanno andando a Caserta, in via Tescione, a casa di Nicola Cosentino, per farsi consegnare le liste elettorali della Campania. L'orario è importante: mancano pochi minuti alle 15.

(Due ore prima, a Nitto Palma era toccato il delicato compito di comunicare a Nick o' mericano che era fuori, la sua candidatura saltata, inutili questi giorni di trattativa: lui e Verdini ci avevano provato fino all'ultimo a tenerlo dentro, la possibilità che potesse avere un seggio sicuro, ad un certo punto, era sembrata davvero concreta. Ma poi Angelino Alfano e il Cavaliere si sono impuntati: troppo scomodo Cosentino con i suoi due processi in cui è accusato di «concorso in associazione camorristica», impresentabile lui e i suoi parenti di Casal di Principe, tra cui figura il boss Giuseppe Russo detto Peppe o' Padrino. «Avvertitelo», aveva detto freddamente Alfano.

Ma i due cellulari di Cosentino risultavano spenti e, come se non bastasse, era anche sparito il fascicolo con dentro tutta la documentazione dei candidati da presentare, entro le ore 20, presso l'ufficio elettorale della Corte di Appello di Napoli). Adesso, mentre Verdini e Nitto Palma sono in viaggio, in via dell'Umiltà lo stupore si è tramutato in puro panico. Non c'è infatti alcuna certezza che i due autorevoli emissari del Cavaliere riescano a rientrare in possesso delle liste: meglio organizzare una soluzione di emergenza. Meglio riconvocare tutti i candidati e raccogliere, nuovamente, tutte le firme. In un albergo di Benevento e qui a Napoli, presso l'hotel Terminus.

La notizia viene battuta dalle agenzie di stampa. Seguono smentite, mezze conferme, altre smentite. Ma non è possibile frenare la fuoriuscita di alcune domande che, alla fine, rotolano nella sede di via dell'Umiltà: è stato Cosentino a prendersi le liste? O ha invece incaricato un suo uomo di fiducia? O, piuttosto, le liste gli erano state addirittura consegnate nei giorni scorsi - prova materiale di fiducia - per rassicurarlo? Inutile chiedere chiarimenti a Cosentino: ha di nuovo spento i suoi cellulari e ora aspetta l'arrivo di Verdini e Nitto Palma. L'incontro è drammatico.

Nick o' mericano ha gli occhi lucidi e la voce tremante in un miscuglio di rabbia e incredulità, lui di solito sempre piuttosto freddo, affilato, misurato. L'uomo capace di garantire a Berlusconi oltre trentamila voti con un controllo quasi militare di tessere e consenso, l'uomo così arrogante e sfrontato da arrivare all'incarico di sottosegretario all'Economia, si arrende farfugliando frasi gonfie di rammarico e minacce, gli occhialini appannati, la fronte sudata, la cravatta slacciata. Verdini cerca di tranquillizzarlo. «Dai, cerca di capire...».

Nitto Palma: «È la politica, lo sai anche tu... Ci sono certe regole e...». Sì, certo, va bene: solo che, per anni, è stato Cosentino a dettarle, le regole. Il sistema di potere che ha allestito in Campania andrà studiato nei laboratori della buona politica, per capire meglio di che virus realmente si tratta: e poi vedremo anche cosa gli accadrà in tribunale, nei processi, perché se per due volte fu il voto contrario del Parlamento a risparmiargli l'arresto, adesso è chiaro che diventa assai più probabile la possibilità che Nick o' mericano possa sentire il cigolio della porta carraia di Poggioreale. Sono riflessioni tragiche.

Però le fanno anche i candidati che affluiscono storditi e preoccupati nella hall dell'hotel Terminus. Ecco Enzo D'Anna, laggiù Luigi Compagna e Raffaele Calabrò. Pina Castiello con Giulia Cosenza. Amedeo Laboccetta, il coordinatore cittadino del Pdl, appoggiato al muro (abito gessato e sigaro tra le dita). «Niente niente... non è successo niente». Scusi, ma che senso ha nascondere la verità? «La verità? Voi parlate di verità? Mi avete messo in bilico per giorni nelle liste, mentre io, grazie al cielo, sono dentro...». Però sono fuori Milanese e Papa. Vero che Cesaro ce l'ha fatta: comunque la comitiva di Cosentino è decimata...

«Senta...Vada in tribunale. Lì c'è Nitto Palma, sta consegnando le liste...». (Intanto passa un fotografo e giura di aver visto la Mercedes blu di Verdini con dentro Cosentino. «E Cosentino sembrava un condannato»). Nitto Palma - sono ormai le 19.37 - è effettivamente in tribunale. Esce poco dopo. Nervosetto: «Oh, fotografi... se vi accostate troppo non parlo... mi date fastidio».

Parla a braccio (tra l'altro, sembra che il nome di Cosentino figuri ancora nella lista per il Senato: ma, mancando la firma di accettazione della candidatura, Cosentino automaticamente decade e Alessandra Mussolini sale di una posizione, dal quarto al terzo posto): «Berlusconi è stato di parola: le nostre sono liste depurate e... ci spiace per Nicola, ma vorrei fosse chiaro che, da questo momento in poi, i suoi guai giudiziari riguardano solo ed esclusivamente lui». Lui: Nick o' mericano (anche se a chiamarlo così, stasera, fa un po' meno impressione).

 

 

Italo Bocchino NICOLA COSENTINO jpegSTEFANO CALDORO E LUIGI DE MAGISTRIS Angelino Alfano Angelino Alfano cosentino berlusconi gg Berlusconi tra Bertolaso e CosentinoPAPA E MILANESE CON COLLEGHI BACIO ALLA CAMERA TRA NICOLA COSENTINO E ALFONSO PAPA CALDORO E NITTO PALMANITTO PALMA E VERDINI AL CONGRESSO LUIGI CESAROgiuseppe narducci

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…